martedì 28 maggio 2013




 SPECIALE POST

PER UN POST SPECIALE

 Cari Amici che mi leggete,

questo sarà un post speciale perchè stavolta non scriverò di un tema che ho pensato, come ogni volta, fosse giusto o che potesse destare il vostro interesse!

Come sempre, penso sia arrivato il momento di fare un punto della situazione. 

La mia intenzione di scrivere un blog è stata quella di raggiungere, attraverso questo mezzo che ci permette di comunicare rapidamente, ciascuno di voi e tutti voi. Tuttavia, dal 7 Aprile, data di inizio, e dopo 1200 visualizzazioni, che pure mi hanno inorgoglito (?) (la vanità è lì all'angolo e bisogna guardarsene!), mi sono chiesta se effettivamente quello che volevo, e che vorrei, sto mettendolo vivamente in pratica. 
Mi sono chiesta se i temi che ho scelto, considerandoli opportuni e validi secondo il mio punto di vista professionale, in realtà corrispondessero al vero interesse o appassionamento (qualsiasi altra parola non darebbe il senso che sto cercando) che voi, tu, vi aspettate, ti aspetti!

Mi sono domandata se è proprio questo il percorso da seguire perchè è solo così che starò realizzando la finalità che mi guida ed ispira.  Io non lo so, lo penso, ma non è questo pensiero a garantirmelo.

Le intenzioni vanno sempre a buon fine rispetto alle vie che intraprendiamo per conseguirle? A voi è successo sempre che sia stato così o invece vi è capitato di trovare le due situazioni scollate le une dalle altre?
Vi sarà accaduto, qualche volta, che volevate una certa cosa e che però vi siete trovati da un'altra parte, magari suscitando nell'altro o negli altri, sentimenti diversi da quelli che speravate?

E credo anche che, per quanto i contenuti che ho approfondito siano importanti, temi che toccano tutti noi, di fatto non è così immediato e diretto trasmettere con semplicità le finalità che ricerchiamo. 
Nel mio lavoro a contatto con le persone, io faccio domande, perchè è solo così che posso stabilire e mantenere il rapporto, altrimenti il rischio di perdere sintonia è altissimo! Il titolo di un film di Massimo Troisi, lo ricordate? "Credevo fosse amore e invece era un calesse", è una sorta di immagine mentale che scherzosamente mi riporta al percorso con gli altri.

Cosa pensate dunque delle cose che ho trattato sino a qui? C'è qualche argomento che avete apprezzato più di altri?
I contenuti Vi riguardano, sono interessanti? E vi incuriosiscono o stupiscono qualche volta?
Rispondono a delle domande che ti sei fatto? Oppure, ci sono domande a cui vorresti trovare risposte?
Cosa ne pensate di trasmettermi voi stessi idee, proposte di temi, che diventino spunto per sviluppare ed integrare la mia ricerca? Sarebbe un modo di fare insieme qualcosa che ci riguarda!

Io vi ringrazio, ti ringrazio, perchè così, e solo così, posso tenere la rotta giusta.Penso che questo spazio diventa veramente condiviso, soltanto ed unicamente, con la vostra partecipazione. 

Ci stai a rendere questo blog anche un pò il tuo blog? 

La Vostra AnnamariA 

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domenica 26 maggio 2013

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA: MENZOGNA O VERITA'?

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA


MENZOGNA O VERITA'?

Il mio post stavolta prende spunto da una visione del film di Akira kurosawa, Rashomon, del 1950.
Il film, che vinse il Leone d'oro al Festival di Venezia, si apre su una scena presso un tempio semidistrutto, dove tre uomini si riparano in una notte buia di pioggia scrosciante.Due di essi narrano al terzo uomo l'uccisione di un samurai da parte di un bandito che, dopo averlo fatto prigioniero, ne violenterà la moglie. 
La centralità del racconto di Kurosawa sta nelle tre diverse verità che i tre protagonisti riporteranno nella narrazione che faranno dell'assassinio.  
La prima verità è quella del bandito che racconterà di aver ucciso il samurai dopo averne posseduto la moglie:soggiogata al suo desiderio ella gli dirà di volerlo seguire, ma solo a condizione che lui uccida il marito.
La seconda verità della donna arriva dal suo racconto:dopo la violenza subita dal bandito, disperata, ella riporterà l'orrore avvertito dal  disprezzo riconosciuto negli occhi del marito; l'indegnità, sentita da lei come punizione ulteriore alla pena, la spingerà perciò, in preda ad un impulso, ad uccidere l'uomo del quale, sino a quell'evento drammatico,  si era sentita la sposa degna. Scapperà, per poi ripararsi presso il posto di polizia dove denuncerà l'accaduto.  
La terza verità sarà quella del marito che "ritornato" nel corpo di una medium, racconterà di aver visto sua moglie accondiscendere all'azione seduttiva del bandito. La donna, poi, gli annuncia che lo lascerà per seguire il bandito;mentre a quest'ultimo, ella chiederà di uccidere il marito. Il bandito, imprigionata la donna, proporrà invece allo stesso marito di ucciderla: perchè ella non merita di vivere per il tradimento e la crudeltà a lui inferti! Ma ella riesce a sfuggirgli, scappa e mentre il bandito la insegue, il samurai, rimasto solo, si uccide trafiggendosi il petto.
Il racconto dei tre personaggi viene offerto alla visione del pubblico: quindi una quarta verità quale ulteriore menzogna! Per lo spettatore, ciò che si vede dovrebbe corrispondere a ciò che è. Ma qual'è la verità?

La verità e la menzogna. Chi mente? Quale è la verità? 

La verità! La sua ricerca inesorabile, caratteristica della condizione umana, traccia le esistenze degli uomini e delle donne.
Il dramma, nel racconto che durerà tutta la notte, attraversato dal suono fragoroso della pioggia incessante, non toccherà affatto il terzo uomo: un ladro, che dopo averlo ascoltato, indifferente lascerà il tempio; mentre si udirà il pianto di un neonato abbandonato lì vicino. E quell'abbandono, che seppure per breve toccherà nuovamente lo sguardo dello spettatore (quella creatura è stata abbandonata da genitori crudeli o invece da una madre disperata che ha sperato di salvarla confidando nell'umana buona sorte?), infine sembrerà una purificazione: una sorta di liberazione dall'orrore e dalla sfiducia, verso una nuova vita che riaccende la speranza e nell'intesa finale, un fiducioso accordo dei due uomini. Uno dei due porterà con sè il neonato;l'altro, un monaco, benedirà in quel gesto una rinnovata fiducia umana. Ormai è mattina, e la pioggia si è fermata. I due si salutano.

Verità di uno dei tre e menzogna degli altri due? 
Ma chi di essi mente? 
E chi mente, mente o rappresenta ciò che lui sente, vede come verità? 
E quale la verità per lo spettatore, non è menzogna anche la sua?

Ho pensato a questo intenso film di Kurosawa semplicemente per  fare un momento di riflessione. Noi umani, ci rappresentiamo la realtà esattamente come una mappa rappresenta un territorio:ma credete che la mappa sia il territorio? No! La rappresentazione della realtà è soggettiva e percettiva, ossia il frutto di un'esperienza percettiva legata ai nostri sensi, attraverso il nostro cervello con cui entriamo in contatto e conosciamo il mondo interno ed esterno.Ciò che vediamo con gli occhi, di fatto, lo vediamo attraverso la corteccia visiva, quest'area delle vie visive poste alla base cranica.

E' dall'esperienza percettiva sensoriale, che si origina la differenza  soggettiva che ciascuno riporta come la propria visione verità. E da qui, il torto dell'altro e mia la ragione; ma se cambia la posizione, il torto e la ragione si spostano. Perciò nessuno ha torto e nessuno ha ragione; o meglio, tutti hanno la propria ragione:
- il proprio sguardo
- il punto di ascolto soggettivo; 
- le emozioni con cui filtriamo ogni cosa arriva al nostro campo percettivo.
Punti di vista soggettivi che, cambiando di volta in volta, rappresentano le cose, gli eventi, luoghi e le azioni come se questi fossero realtà.   
Ma la realtà è soltanto una rappresentazione della realtà!


A presto
La Vostra Annamaria

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mercoledì 22 maggio 2013



RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA

Se non sento più desiderio,

allora l'amore è finito?                             


Scene da un conflitto sentimentale

Lei:"Ricordo lo scenario bellissimo del nostro incontro: quella sera lo vidi e mi colpì il suo sguardo... Ballammo fino a tardi, poi, io che non volevo fosse soltanto il desiderio di una notte, gli chiesi di stare semplicemente insieme, seduti sotto lo sguardo della luna, sulla riva del mare. E per tutto il resto della notte restammo a parlare di noi"

Lui:"E sino al mattino restammo lì. Poi lei mi accompagnò all'aereoporto. Ci promettemmo che ci saremmo ritrovati presto. 
E dopo 2 mesi lei venne in Italia. Ancora dopo un mese la raggiunsi  io e stavolta stabilimmo la data di nozze! "  

Oggi tutto li allontana da quella scena:gli impegni di lavoro, il rientro a casa la sera , la bambina di 3 anni che chiede attenzione; chi dei due la segue per farla dormire si addormenta. "Lui non mi guarda più con desiderio- dirà lei- " ed io penso che non voglio essere solo la madre di sua figlia!"

La tristezza ed il dolore che lei comunica nascondono una rabbia che emerge attraverso i muscoli del viso, la mascella si stringe, il viso si arrossa, gli occhi le si riempiono di lacrime.
Lui è pallido, non parla, gli occhi si muovono rapidamente a guardarla, poi si distolgono " L'altra sera, per un movimento imprevisto, la piccola è caduta...lei non era lì. Io ho cercato subito di capire se si era fatta male, la bimba piangeva e cercavo di comprendere se era paura o male che si era fatto . Mia moglie è arrivata come una furia e mi ha attaccato, davanti alla bambina, mi ha detto che ero buono da niente. Non avevo evitato quella caduta!Mi sono sentito completamente squalificato!"

Dunque un amore, nato in un luogo incantato, carico di attese e di passione che li accompagna sino a definire che vorranno stare insieme per sempre, sembra finire amaramente dopo 4 anni, caduto per terra rovinosamente e rotto.
"Io mi proteggo perchè lei mi colpisce, è dura e mi dice cose pesanti".
"Lui non mi abbraccia come faceva prima, non mi desidera.Non mi guarda nemmeno ed io sento che non posso vivere così!"

Entrambi nella complessità del loro quotidiano hanno reagito in modi diversi alla vita complicata da impegni di ogni tipo.Ciascuno con le sue regole ed il suo "punto di vista" pensa che l'altro non sia più come era prima: "non ha sguardo"; "non abbraccia"; "ha un tono duro".
Attenti a ciò che manca nel presente, con lo sguardo al passato, la loro attenzione cerca solo la perdita e la delusione del desiderio che è stato tradito.
Ma, allora, se manca il desiderio, non è più vivo l'amore o  pensare   quel desiderio così desiderato e distante, distrae e confonde? E trattiene lo sguardo nel passato... lo distoglie dal presente...

Per un Esperto che debba guidarli nel riformulare il loro conflitto, diventa fondamentale ricercare, attraverso le giuste domande, il percorso percettivo di due persone che sono nella medesima attenzione  e con la stessa richiesta dolorosa" vorrei che mi abbracciasse...vorrei che mi considerasse".
Entrare nella dimensione delle loro emozioni, facendo avanzare che "ciascuno ha scelto una strada diversa per risolvere lo stesso problema che richiede loro una soluzione unica".E che questo è il problema diventato più grande!
Che da ora,  la loro ricerca comune potrà diventa alleanza, e poi complicità...verso l'intimità. Che questa, gioca con il desiderio, lo trattiene e lo accende di nuovo, sino a farlo presente, vivo al loro unico sguardo!Ed al loro sentire...
E che, dunque, è in questa vera mancanza che si sta giocando la complessità che li fa avvitare sulle loro paure ed ansie, sino a portarli indietro nel tempo, pregiudizio su pregiudizio,  sino a diventare un mare ... così diverso tuttavia da quel mare che aveva accarezzato una passione appena nata!

Il linguaggio delle emozioni è universale e richiede una ricerca comune verso bisogni che esse traducono. E pertanto esse non possono essere "buttate" e "sfogate" come armi che colpiscono sè e gli altri come impulso irrefrenabile; quanto sentinelle, invece: che annunciano aspettative, messaggere che vanno accolte!

Scene da un conflitto sentimentale

Vostra Annamaria
   

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martedì 21 maggio 2013

LO PSICOLOGO a Km 0



LO PSICOLOGO A KM 0


Servizio di consulenza psicologica on line



Il servizio dello psicologo a km 0 è un servizio di psicologia on line che prevede interventi a distanza (questo il concetto della psicologia a km 0!) che sono relativi alla consulenza personalizzata in diverse aree:



* problematiche lavorative (conflitti; stress; gestione collaboratori)
 
* conflitti di coppie in crisi: "Laboratorio dei fiori d'arancio";

* ruoli dei genitori tra "essere o fare i genitori";

* segnalazione di un conflitto individuale (dover prendere una 
   decisione; non  riuscire a fare un cambiamento che si vorrebbe); 

*  bloccarsi nello studio o nella carriera.


 COME UTILIZZARE/ ACCEDERE AL SERVIZIO:  
 LO PSICOLOGO a Km 0

1) Per entrare in consulenza on line invia una mail di segnalazione della problematica con una breve descrizione alla mia attenzione, Dott. Annamaria Agnano all'indirizzo sotto indicato.
  
2) Dalla segnalazione che viene effettuata, io stessa direttamente Ti rispondo con una proposta personalizzata di intervento mirato al tipo di consulenza specifico.

3) Avrai anche le informazioni relative al  servizio ed alle sue  facili modalità di pagamento.


 Contattami all'indirizzo
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