domenica 29 settembre 2013

INTELLIGENZA EMOTIVA (VIDEO)


INTELLIGENZA EMOTIVA ED ORGANIZZATIVA IN AZIENDA "VIDEO"


I risultati degli studi più recenti ci confermano
che le organizzazioni efficaci...
e che meglio funzionano arricchendo sé stesse e le persone che vi lavorano, portando loro valore aggiunto, forniranno 
prestazioni tanto superiori, quanto maggiore sarà il livello di aggregazione.


Siete interessati a scoprire di più sull'Intelligenza Emotiva? 
Vuoi saperne di più? Seguimi cliccando il video...

L'intelligenza organizzativa é legata all'intelligenza individuale,
alle componenti sociali ed emotive dei singoli membri, aggregati di persone che si formano in relazione al clima e alla cultura di una certa organizzazione. Possiamo dire che così come nel caso del lavoratore che ha un'intelligenza emotiva superiore avremo una sua prestazione superiore, allo stesso modo aggregazioni di persone che hanno un elevato livello di intelligenza emotiva, forniranno prestazioni superiori ad aziende con minori competenze emotive.Conviene, dunque, agli aziendalisti porsi la questione sulle proprie competenze emotive organizzative; approfondire quanto le relazioni interne alla loro  vita aziendale funzionino, perché più alti sono i livelli, più vi è compagine ed intelligenza emotiva e più alti potranno diventare i livelli delle performances e delle competenze organizzative.


Sei soddisfatto di questo argomento? E ti piacerebbe approfondirlo?
Ti aspetto al prossimo video 
A presto dalla

Vostra AnnamariAgnano 

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BENESSERE E RESILIENZA "VIDEO"

LIBERE RISORSE IN CORSO
Benessere e Resilienza 

Il tema della Resilienza merita un approfondimento ed una diffusione che considero interessanti perchè risponde allo scopo 
del mio blog "Perchè no ?", sia perchè penso che sia utile ricevere informazioni così vicine ai bisogni profondi di ciascuno di noi.  
Chi di voi, lettori appassionati oppure non, ha avuto modo di seguirmi con i post sulla resilienza(destino o resilienza del 30 Aprile; Resilienza e felicità del 29 Agosto...) in link potrà ascoltare ed approfondire con il mio contributo, questa condizione straordinaria di benessere che  descrivo più dettagliatamente per scoprire a cosa corrisponde.

Nel primo, tratto della resilienza con le sue caratteristiche: ottimismo, auto-stima, pensiero positivo.



Non dovete fare altro che cliccare e buona visione.
Sei soddisfatto di questo argomento? e ti piacerebbe approfondirlo?
Ti aspetto al prossimo video dedicato alle Emozioni...
a presto dalla

Vostra AnnamariA 

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domenica 22 settembre 2013

QUANDO AMARE FA RIMA CON COMUNICARE


QUANDO AMARE... FA RIMA CON COMUNICARE

"E' una bambina pestifera...mi chiede attenzioni continue! Non so cosa fare con lei!"


A parlarmi così è una donna, mamma e dirigente nella azienda in cui mi trovo per fare uno studio sul conflitto e sul clima interno:la sto intervistando, quando la sua vita personale (1), tra una domanda e l'altra, affiora.
La donna ne parla e sembra che in quel momento, la sua bambina di 3 anni e mezzo sia lì presente, nella stanza, a prova di un suo evidente disagio!
Ed è così che ella si lascia andare e si racconta: non sa più cosa fare con la sua piccola seconda nata, che come lei dice, più diventa grandicella, più la accerchia, sottraendole energie. Il problema  per lei è che "la bambina sia un soggetto difficile": quindi, è chiaro che lei già si rappresenta una idea rigida della bambina che "fa così e dunque è così"! 

"E' una bimba che mi assorbe completamente ....quando torno a casa dal lavoro, mi devo mettere lì e farle le coccole...se non faccio così, non mi fa fare nulla...
 Ma comunque sia, faccio molto poco con lei che mi sta sempre addosso!"

In queste sue parole riconosco lo schema rigido che la porta, da un lato,  a      pensare" che quando torna a casa la bambina ha bisogno delle sue coccole e dall'altro, "a sapere" che in quelle attenzioni dovute, vi è la sua convinzione che la bambina ne abbia bisogno! Però lei percepisce anche un problema "con lei non riesco a fare niente di quello che dovrei!" 

Un conflitto interno, un contrasto con se stessa, la porta ogni giorno ad esasperarsi al rientro a casa, nel tempo che dovrà dedicare a sua figlia.E d'altra parte, la piccola, come lei stessa sostiene, più riceve attenzione, più ne chiede!
Questa interazione ripetitiva e circolare tiene il loro rapporto bloccato:la mamma sa che deve dare tutta sé stessa alla bambina, ma "pensa anche che questa figlia è troppo forte ed esigente"; che non le basta mai la presenza che lei le dà e per questo ne prova rabbia. E quando si arrabbia, la punisce mandandola nella sua cameretta, pensando che in tal modo le cose andranno meglio e la bambina smetterà di fare così!
La bambina, dal canto suo, non solo non smette, anzi: chiede sempre di più e, soprattutto, si ripete in questa richiesta di starle in braccio, di stare con lei;cosa a cui la mamma continua ad aderire !

Le chiedo se la piccola si comporta sempre così, anche con il papà e con la nonna.E lei mi dice che, di fatto, quando le capita di assentarsi, con loro è tranquilla e gioca e spazia diversamente nella casa; anzi, con suo padre, di recente, ha fatto delle cose nuove, aiutandolo perfino in alcuni lavori.(La vedo sorridere quando ne parla, la tensione le scioglie il viso...cambia espressione).
Prenderò spunto proprio da questa sua "cambiata" risposta, per darle una visione delle cose e suggerirle di "fare almeno un piccolo cambiamento":pensare semplicemente che, quando ogni giorno lei rientra a casa e si mette a completa disposizione della bambina per farle le coccole (perchè lei è convinta che ne ha bisogno), ella comunica due messaggi alla piccola (e a se stessa) che peggiorano tutta la situazione. Il primo è "fai di me quello che vuoi"; il secondo" continua a comportarti come se tu fossi piccola".

Quando noi umani comunichiamo con noi stessi e con gli altri, lo facciamo in una situazione relazionale che si attiva attraverso la comunicazione verbale e non verbale. Pertanto, vengono prodotti e trasmessi sia messaggi-parole (contenuto); sia messaggi non verbali, di relazione.
La trappola in cui cadono madre e figlia scatta proprio perché le coccole, quindi il modo in cui esse comunicano, impongono uno schema ad entrambe. Impedendo così altri modi affettuosi in cui la madre si esprima, chiedendo anche alla sua bambina di fare altrettanto!
Intendiamoci: le coccole sono fondamentali nella crescita emotiva di un bambino, un nutrimento che lo rendono forte ed autonomo. Tuttavia, possono diventare anche un limite alla sua crescita, soprattutto come accade nel racconto di questa madre. 


[Nota1] 
Tutte le persone che occupano un ruolo organizzativo, donne ed uomini, capi e non, sono persone con una storia biografica, percettiva ed emozionale,con rappresentazioni di sé e degli altri e del mondo! E questo rappresenta una vera fonte di ricchezza per l'intera organizzazione, anche se ad oggi, industriali e titolari interpretano ciò come aggravi e costi.   
Il prof. Stefano Zamagni, noto economista dell'Università di Bologna, considera come, atteggiamenti, modi di pensare, stile di azioni praticati che rientrano in una certa cultura industriale, debbano cambiare percorso e promuovere i potenziali delle persone, le cosiddette "capabilita'", capacità in azione.
Per chi volesse approfondire è molto interessante la teoria delle capabilità del premio Nobel economista, Amartya Sen. L'incontro tra economia, psicologia sociale e della comunicazione, ha portato straordinari contributi verso lo sviluppo di una nuova forma di economia civile.

La vostra AnnamariA


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lunedì 16 settembre 2013

AMARE FILOSOFICA,,,MENTE

SPECIALE POST: MODENA IN FILOSOFIA



Amare filosofica...mente

Carissimi, ritorno a Voi ed all'impegno che mi ero data nell'ultimo post di domenica,15 settembre. E poichè sono tante le cose che voglio riportarvi, cercherò di selezionarne alcune in questo festival della filosofia, in modo che, quanto sentito e provato nel corso degli incontri io pensi interessante da trasmettervi, passi anche attraverso il mio sguardo "psicologico". 

Da queste due altre giornate concentrate attraverso Radio 3 che incontra i suoi ospiti, filosofi e non, intanto il primo rilievo è che le donne esperte che mi attendevo, come avevo rilevato nel post precedente(del 15 Settembre), hanno fatto interventi molto, molto interessanti. Silvia Vegetti Finzi,mia collega psicologa, molto nota nell'ambito della psicoanalisi, ha fatto un bellissimo intervento sull'amore progettuale e sulla responsabilità dell'amore genitoriale verso i figli. La sociologa Chiara Saraceno, ha parlato dei diversi modi attuali di fare  famiglia: delle unioni eterosessuali ed omosessuali e della proiezione del matrimonio in aumento nel nostro paese. Tema affrontato anche dalla filosofa Nicla Vassallo, che pure ha approfondito le relazioni sul piano del pregiudizio e degli stereotipi che le influenzano e le cristallizzano, proprio negandone la portata di autenticità e ricchezza dal punto di vista sociale.
Nell'intervista doppia a Elena Bettetini e Roberta de Monticelli, entrambe filosofe, sono emerse le emozioni nella relazione: indignazione e risentimento; del dolore come elaborazione positiva dell'amare; di menzogna e verità;dell'amare patrio, con R. de M.che  ha toccato, con passione, il tema della Costituzione italiana.
Elena Puccini ha trattato di filosofia sociale, con il tema della cura: la relazione sociale che passa attraverso essa, la responsabilità; il rapporto tra individuo e comunità. Un bell'intervento dell'architetta urbanista Cristina Bianchetti sulla trasformazione degli spazi pubblici e sulle nuove concezioni dell'abitare. Maura Franchi, esperta di filosofia dei consumi, invece ha fatto il suo intervento sulle condotte e comportamenti on line, in particolare descrivendo internet come luogo nuovo, sconosciuto ancora  (e non soltanto virtuale), in cui i giovani, soprattutto, tendono ad esprimere bisogni profondi, anche se affiorati in modo   superficiale e omologabile.
La presenza delle studiose filosofe ascoltate, ed anche quelle che non avuto modo di ascoltare, che si esprimono in luoghi pubblici e formali, sul tema AMARE in quanto esperte pensatrici, è senz'altro una conquista recente. Interessante e promettente che "uscite dalle case private" le donne, studiose, ricercatrici e professioniste, occupino i luoghi sociali pubblici, influenzando positivamente le sorti della politica e del rinnovamento sociale ed economico.
Ed una riflessione finale: da studiosa donna io stessa, ho riflettuto sulla presenza corposa, proprio di corpi, che hanno occupato i luoghi predisposti, da quelli più impegnativi del sapere, ad altri più leggeri del sapore. Tra arte e spettacolo.Gustando le piazze, uscendo dagli schermi privati a quelli pubblici, i maxi, ed ascoltando: mi sono chiesta se questo nuovo fenomeno della gente che va nelle piazze (come uno dei filosofi, Roberto Esposito, definisce "ritorno delle emozioni" quali passioni collettive), non sia l'emergenza di nuovi bisogni di conoscenza; di una richiesta comunemente espressa di ri-scoperta di sè in relazione all'altro e agli altri.  
Riscoperta di un bisogno di relazioni che passino attraverso tutti i luoghi possibili del sociale e perciò del culturale ", usando il corpo come un mezzo esplorativo", in modo fisico e collettivo.
Noi ci formiamo e nasciamo in relazione( all'ambiente grembo materno; ai genitori, agli insegnanti ed amici); e manteniamo le relazioni per tutto il tempo di vita(con un uomo o una donna, con i figli e nipoti; nel lavoro con i colleghi e con i capi).
Nell'osservare questi flussi vitali di tanti che si riversano in mostre fotografiche, da una piazza all'altra; da uno schermo ad una conferenza in diretta, tutti sembrano avere una radice comune:esporsi sensorialmente al contatto, all'ascolto, al tatto, attraverso esperienze fisiche dirette e fluide. Come viaggi d' entroterra sentimentali e culturali che, evidentemente, s'intrecciano e si fondono, determinando unicità oltre all'individuale.
E da qui, allora mi chiedo, si partirà a sognare di nuovo?

A presto,molto presto!
Dalla Vostra AnnmariA

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domenica 15 settembre 2013

SPECIALE POST: AMARE FILOSOFICA...MENTE

SPECIALE POST: MODENA IN FILOSOFIA


Il festival della Filosofia di Modena 
in diretta con Radio 3: la radio vista.  

Ben ritrovati,cari Amici,
oggi vi propongo un evento in diretta da  Modena, la città in cui vivo e che per 3 giorni, venerdì, sabato e domenica(13,14 e 15 Settembre) entrerà in festa... della filosofia.   
Una postazione davvero speciale, quella in cui mi trovo: il palazzo dei Musei, in Largo S.Agostino, sulla Via Emilia! In diretta con Rai 3 ed il programma Fahrenheit, che qui viene trasmesso dal vivo del Festival della Filosofia...Una esperienza gioiosa che Vi riporto: un modo di esperire l'appartenenza ad un evento che accade oltre sè e trasversalizza il soggettivo di ognuno  di noi, il nostro privato quotidiano.Da consapevoli ed ancor prima, il bisogno di " esserci"; l'affermazione del "c'ero anch'io", sostanzia la nostra esperienza di vita ed il valore che ad essa diamo.

Così, in questo spazio- tempo che la filosofia apre oggi, le emozioni diventano pubbliche, di corpi che non solo si affrettano, consumandosi, come accade nei luoghi del quotidiano. Corpi, invece, che sostano, si fermano e condividono: una lezione, uno spettacolo, un cibo, con un unico filo conduttore: l'amore per la conoscenza.

Questa è filosofia, al festival di Modena, ed è questa la sensazione mia, ma che intercetto dalle persone che, in queste tre giornate, si muovono nelle piazze e luoghi dove schermi o tavoli dal vivo, ospitano i filosofi più noti impegnati in lezioni magistrali. 
I movimenti di piazza, quelli che sono "scoppiati" attraverso la rete e poi tra la gente, qui nella loro radice culturale, si possono vedere; ascoltarli dentro alla Via Emilia o tra le viuzze interne; esserne parte per le strade o nelle piazze di Modena, Carpi, Sassuolo. Non è forse  che una richiesta, sempre più corposa(?) di una politica che si occupi della cultura in quanto bene comune fondamentale.

AMARE, dunque, è il tema di questo festival 2013.Ed io non potevo non lasciare, di quest' evento, alcune  sensazioni e visioni nel mio spazio blog per condividerle con Voi.
Un festival della filosofia di Modena, alla sua 13 esima edizione, con una risonanza sempre più ampia; richiamando persone da tutte le regioni ed oltre paese. E' usuale incontrare per strada e nei luoghi, da quelli più aperti a quelli chiusi, studiosi stranieri o anche appassionati ed incuriositi dai temi oggetto del festival di Modena.
E camminando tra le persone ci si accorge che in questo evento, sembrano anch'esse organizzarsi:
come formiche intelligenti, o api in celle d'alveare; ben supportati da strutture entro una rete funzionale; dai punti informativi largamente disposti; ed oltre, tuttavia, dalla passione o curiosita? A partecipare di questa grande festa della cultura. Facendolo, quindi, in modo fluido: ho visto drappelli di insegnanti e studenti, famiglie con bambini; coppie di vecchi  (in buona salute) tenersi per mano! Carrozzine con piccoli di pochi mesi girare, sospinte da genitori disinvolti, tra sale mostre fotografiche...

Il mio punto di osservazione, da dove seguo gli esperti ospiti che parlano d'amare, è davvero speciale. Infatti, siamo in un un'ala del Museo S.Agostino dove Radio 3 fa la radio: con i tecnici le loro attrezzature, strumentazioni e bravura; al tavolo, il conduttore, Felice Cimatti, seduto ad intervistare  un ospite; due o tre, se interviene il traduttore dell'ospite straniero. Che sono molto familiari: anche quest'anno, gli organizzatori del festival hanno coinvolto diversi nomi stranieri noti.
Nell'osservare le sequenze con cui le interviste finiscono e si riaprono, sugli stacchi musicali scelti sapientemente, vedo avvicendarsi oggi, venerdì, 1a giornata di inizio, nomi noti: Remo Bodei, Roberto Esposito; Manuel Cruz, che parlano della passione degli amanti; dell'amore dei filosofi; del "risveglio delle emozioni"; di una passione collettiva in fermento. 
Seguono due fisici, Fernando Ferroni, comunicatore vivacissimo e appassionato, che esprime dell'amore implicato nella funzione della ricerca;il suo collega ed amico, Stravos Katsanevas (il suo nome in italiano è Casanova...ecco che cosa ci fa un fisico che interviene in un incontro sulla filosofia che parla di amare! Notevole, no?), é un greco, professore a Parigi, con il traduttore che gli traduce un inglese fluido.
E' poi viene ospitato il poeta sassolese Emilio Rentocchini : scrive e recita d'amore in dialetto di Sassuolo che lui definisce "lingua". Ancora, è la volta del sociologo francese Michel Maffesoli, con il tema dell'"Homo heroticus", dell'amore e sessualità. Poi, Ermanno Cavazzoni che dice" del tormento della gelosia d'amore".

Dando uno sguardo duplice al programma che profila tutti gli ospiti, non posso fare a meno, e lo rilevo dal vivo, che la presenza massiccia, su 50, 37 sono  esperti filosofi e scienziati, poeti e letterati, o sociologi, uomini. E la primissima sensazione, poi riflessione, è straordinaria: qui si parla d'amare e a farlo, sono così tanti uomini! Facendolo con interventi diversi, parlandone con contributi specifici del loro campo: ma pur sempre parlano d'amare...se ne occupano. Ed io mi auguro anche che se ne preoccupino! Perché dalla preoccupazione nasca una progettazione sull'amare.

E le donne, studiose filosofe e sociologhe, con una presenza di una psicologa, di cui sentiremo nelle prossime due giornate, sono presenze femminili che non rappresentano un femminile privato che si occupa di amare la famiglia, i figli e i vecchi; quanto un femminile illustre, che condivide la scena pubblica ed esperta del mondo della filosofia; tra scienza e cultura, ad esternalizzare, così, un ruolo individuabile.
E' stato interessante constatare che finalmente vediamo luoghi contaminarsi, scambiarsi; connettersi in modo integrato, così come i nostri potenziali umani, per primo il cervello funziona così, sanno funzionare. Imparando, e dobbiamo farlo ancora e bene, a stare insieme in forme nuove e sane. Progettandolo, e prima ancora, pensandolo! E pensarlo in questo luogo di pensiero sulla conoscenza, attraversato dall'amore per il sapere e conoscere, è di buon auspicio. 

Vi aspetto al secondo post di "AMARE"
dal Festival della Filosofia, 
la Vostra Annamaria



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venerdì 13 settembre 2013

SPECIALE LIBERIAMOLE PAROLE
ERRORE

Il mio post precedente "LIBERIAMOLE PAROLE" ha dato spazio alla parola responsabilità (post dell'8 Settembre). Strettamente ad essa connessa è l'altra parole"errore" cui vorrei dedicare questo spazio libero.
Dal lat. error -oris, errore trova la sua derivazione da errare «vagare; sbagliare» . L'andar vagando... peregrinazione, vagabondaggio.
Che esperienza o ricordo avete voi degli errori? Come venivano pesati nella vostra vita da bambini e a scuola, da adolescenti? 

Quanto questa parola-suono implica un disagio nella nostra cultura "occidentale"? Che lo contrappone a "perfetto" in quanto "corretto", assimilando questo alla persona che, infine diventa il suo errore/sbaglio e, al suo opposto, perfetta se l'errore manca. Pensiamo soltanto all'errore scolastico; al monito del "non devi sbagliare"; in cui lo sbaglio è penalizzato. Pertanto, davvero ne è derivata un'accezione negativa ed evitante. 
Sapete(?) che la mente concentrata sull'errore, il cui presupposto è dato dal "non devo sbagliare", in effetti apre la via allo sbaglio:perchè la mente guida il percorso verso l'errore. Noi la consideriamo "autoprofezia verificantesi": a dire che la concentrazione in negativo, costruisce un percorso ansiogeno che, quindi, riduce le capacità di concentrazione ed attenzione, favorendo, al contrario ed esattamente, l'obiettivo paradossale dello"sbagliare".
Nel provare paura di sbagliare, con tutte le conseguenze ed effetti a cui ciò porta, di fatto si sbaglia.
E chiediamoci cosa succede quando l'errore nel lavoro, deve passare al giudizio di un capo, dei colleghi; dei clienti;o quando ancora, l'atteggiamento ed approccio presente nel luogo, la filosofia e le convinzioni, il clima in cui si è, determinano paura e timore. Ambienti in cui troviamo la cultura della colpa perchè si è sbagliato, cosa che finisce di essere generalizzata alla persona stessa, ancora!Se hai sbagliato, allora sei sbagliato o sbagliata...  A monte di questa affermazione, che ha stabilito un legame tra il mio errore e la mia persona; il mio comportamento percepito all'esterno, ma anche  dall'interno, passa all'identità e diventa io errato/sbagliato.
 Quante volte avete trovato nel percorso scolastico insegnanti e maestri che Vi hanno trasmesso il senso di disagio rispetto all'errore, che invece meritava una valutazione!
E nel lavoro, quante volte il giudizio soggettivo prevale e diventa auto-colpevolezza? E così,quello degli altri, del proprio capo-titolare; referente responsabile di settore-area!

Ebbene, collegandomi al senso riscoperto di responsabilità, vorrei ancora  ri-esplorare nella rinnovata parola errore, la possibilità che l'errore sia ben oltre che un vagare, quanto un elemento vitale dell'abilità stessa: tra un'abilità precedente ed una successiva, l'errore è naturale, perchè lo è l'imperfezione stessa! L'errore avviene quando le informazioni di una fase di conoscenza, in cui siamo immessi, non sono ancora ben coordinate.
Dunque, nell'apprendimento dell'abilità è implicito il fallimento, la caduta, l'insuccesso: l'abilità coincide con la perfezione solo per la rapidità con cui si recupera il passo falso, lo squilibrio. L'errore, quindi, è nel percorso stesso verso l'abilità, ne è parte!
Ed all'allievo che chiedeva al maestro di trasmettergli la sua capacità di mantenere sempre l'equilibrio, senza mai cadere, la risposta di Ciosan..."non vedi la mia caduta perchè al tuo sguardo è rapida la mia ripresa".

Al prossimo approfondimento 

Dalla Vostra
AnnamariA 

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giovedì 12 settembre 2013

Palestra delle Emozioni: MENO PAUSE...in MENOPAUSA

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA 
PERCORSO "MENO PAUSE IN MENOPAUSA"

Carissime, ben trovate. Lo spunto per questo percorso" MENO PAUSE IN MENOPAUSA" è partito da Angela. Lei passa davanti casa mia per recarsi alla fermata d'autobus che la porta al lavoro in città, a Modena. Fermandoci a parlare, di recente (come spero accada anche a Voi, di trovarvi a socializzare con i vostri vicini di casa, con le persone del vostro quartiere...Vi succede?), ella mi ha fatto alcune domande, confidandosi su questo strano periodo di vita in cui diversi cambiamenti la turbano...Così ho pensato di aprire nella "Palestra delle Emozioni", uno spazio dedicato alle "Angela" e a chi come lei, vogliono ripensare a questo momento di vita femminile. Trovando spunti per affrontare più aspetti e facendolo anche con il contributo di altri esperte/ esperti, al fine di rispondere in modo più intelligente e variegato, soprattutto ricercando in questo spazio confronti, condivisioni ed oltre...!
Faccio seguire la locandina, che informa nei particolari e di seguito descrive il percorso: 




Quanto ti può interessare partecipare? Se vuoi contattarmi per saperne di più, mi puoi chiamare oppure scrivere, utilizzando i riferimenti tel. e-mail. 
E ci sarò! 

Vostra AnnamariA


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martedì 10 settembre 2013

SPECIALE "POST PER PASSIONE"

Ben trovati, cari Amici che mi leggete, già da tempo o per la prima volta! Chi di Voi si è "ritrovato" a  guardare le stelle leggendo"Siamo Figli delle Stelle"(?) postato da Alessandro, ha "toccato con mano" la passione di Alessandro Boccolari per l'Astronomia e per le scienze. E conoscendo questo suo profondo interesse, gli ho chiesto di trasmetterlo per me nello spazio blog, perpoi condividerlo con Voi tutti! 

E vero che le "passioni" si coltivano, si fanno concretamente, dedicando ed investendo tempo di sè, senza attendersi nessun compenso, tranne che la gioia e l'entusiasmo, la curiosità  di scoprirsi in qualcosa di oltre. Le passioni fanno crescere...svelano mondi oltre alla conoscenza. Aprono le stanze della nostra Anima.Ho pensato perciò di "animare" lo spazio del mio blog, dedicandolo alle passioni dei miei amici.
Ed Alessandro è partito alla grande, non pensate anche Voi (?), dedicandoci un bel post sulle stelle.
Da questo momento in poi, molti altri temi interessanti, vari e curiosi, potranno passare attraverso la cura e passione di cari amici che arriveranno a Voi con lo stesso mio entusiasmo.Che spero essere anche il Vostro!

A presto dalla Vostra

AnnamariA 

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lunedì 9 settembre 2013

SPECIALE POST PERCORSI D'AUTUNNO


        LA PALESTRA DELLE EMOZIONI                                                                                                                     PRESENTA

        PERCORSI D'AUTUNNO



LA PALESTRA DELLE EMOZIONI, 
quest'autunno, apre 3 diversi spazi dedicati a temi della dimensione emotiva che coinvolgono la vita e gli eventi di vita, che noi psicologi definiamo"eventi life", mutuando il termine inglese life che vuol dire vita.

MENO  PAUSE IN MENOPAUSA
Che cosa significa per una donna entrare in menopausa?
Le percezioni e le sensazioni, imprevedibili e destabilizzanti di questa fase, come influiscono sulla vita emotiva e fisica e sulle relazioni con gli altri?

Meno pause… in menopausa”  è un percorso della Palestra delle emozioni, che si propone di esplorare come, una condizione, in tal caso, la menopausa, spesso percepita come “stressante”, possa portare ad una “riscoperta” intima e non solo, verso risorse nuove di sé.
Diversi interventi integrati di Psicologia dello sviluppo, Fitoterapia e Floriterapia,  promuovono un riequilibrio emozionale-energetico.  



LE EMOZIONI IN PALESTRA
Subirle come sensazioni violente o dirigerle come forza interiore?
Cosa sono le nostre emozioni? Come le conosciamo? Qual è il loro linguaggio?
La palestra delle emozioni è un luogo fisico attraverso il quale esplorare il proprio campo emozionale, per accrescere la consapevolezza di sé e l’intelligenza emotiva.


AMARE CON RESILIENZA 
Innamorarsi, amare. Tutto avviene così semplicemente, all'inizio le cose sembrano perfette...
fino a quando i primi contrasti, il conflitto e le differenze che prima sembravano una meraviglia, poi diventano ostacoli insormontabili! 
AMARE con RESILIENZA traccia un percorso innovativo sull'amore, per scoprire quanto il pregiudizio e i vincoli culturali, linguistici ed anche fisiologici, possano ostacolare il nostro naturale percorso d'amare. D'altra parte la resilienza, condizione per noi naturale, ci rende abili e capaci ad amare. COME?



Tutte le informazioni relative ai
PERCORSI D'AUTUNNO
saranno disponibili attraverso posta mail
al mio indirizzo annamaria.agnano@gmail.com


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del 07 Marzo 2001. Inoltre le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e valutate di pubblico dominio. Qualora il loro utilizzo violasse diritti d’autore scrivete una mail al seguente indirizzo annamaria.agnano@gmail.com e le immagini in questione verranno immediatamente rimosse.










domenica 8 settembre 2013

LIBERIAMOLE PAROLE RESPONSABILITA': PROFEZIA, COLPA O ABILITA' DI RISPOSTE CREATIVE E PIU' INTELLIGENTI?

SPECIALE LIBERIAMOLE PAROLE 

Responsabilità: profezia, colpa o abilità di risposte creative e nuove?

 Ben ritrovati e benvenuti, Cari amici, in questo mio spazio " della parola riscoperta o da riscoprire". Stavolta, a breve distanza da questo luogo che ho pensato( e che Vi metto a piena disposizione, potete utilizzarlo quando e come volete!) al fine di "togliere le zavorre" del pregiudizio e del giudizio" che concorrono a togliere senso; a svuotare; a snaturare la parola. Per quanto essa, la parola, possa essere bella, lieve e nutrimento del nostro vivere!

Oggi ho pensato alla parola "responsabilità"
Cosa è diventata questa parola?! Volete seguirmi? proviamo insieme... 
Ovunque, nei luoghi delle relazioni, dal lavoro, alla vita privata; nel silenzioso dialogare con noi stessi, piuttosto che nel peso che" l'altro ci butta addosso come macigno"; nel giudizio sociale che condanna senza appello, essa viene confusa ed anche strumentalizzata, nei luoghi dove a ben altro dovrebbe servire! Asservita a disegni che la violano, "responsabilità" viene privata della sua bellezza e potenza! 

Vorrei invece riscoprirla insieme a voi, ci proviamo?  
Potremmo fare un salto nel mito e ricordarci delle abilità profetiche, i responsi, della sacerdotessa Cassandra: Apollo, innamorato di lei, le aveva dato 
il dono della profezia in cambio del suo amore. Ella, però, lo ingannò, rifiutandosi dopo essersi promessa ed allora, il dio la punì con una maledizione: le sue profezie non sarebbero state mai ascoltate. Giudicata, quindi, folle portatrice di sventure, Cassandra venne isolata da tutti!

Su questo precedente, ricorrere al mito sarebbe deleterio: se fossimo capaci di responsi profetici... allora per noi sarebbe una vera sventura.
Rischieremmo l'isolamento, perciò lasciamo il mito e proviamo un'altra pista, quella della visione religiosa cattolica cristiana: qui, la parola responsabilità diventa senso di colpa:essa è affermazione di responsabilità intesa come segno esattamente di verità con se stessi; indica un senso di coerenza con il proprio mondo interiore. E'assunzione di colpa, la coraggiosa affermazione di responsabilità da parte dell’individuo.

Anche questa dimensione religiosa e del tutto privata, ci porta lontano! In questo senso, la colpa coinciderebbe con la mancanza di coerenza e quindi di disattesa della verità con se stessi e, quindi, di mancata responsabilità.Dovremmo pensare che mentire a se stessi, mancare di consapevolezza, costituisca una mancanza di verità e quindi una colpa! La complessità dello sviluppo relazionale, l'ambiente in cui cresciamo, le credenze e cultura in cui gli umani sviluppano atteggiamenti e comportamenti e gli effetti sulle capacità di stabilire relazioni sane e adeguate,ci obbliga a uscire da questa spiegazione riduttiva che esclude tutto ciò.
La consapevolezza di sé, dei propri limiti e del proprio valore, al massimo, potrebbero farci pensare a delle abilità e non a delle colpe!

E poi, cosa ci sarebbe di nuovo in una riscoperta di tale parola"responsabilità", se già questo accade nella nostra cultura attuale e nel nostro modello sociale?A prescindere dalla dimensione religiosa!Il senso di colpa, riversato nelle relazioni sociali interpersonali, è davvero diventato espressione di dolore e smarrimento. Non lo attestiamo, forse, nelle attuali situazioni dei conflitti interpersonali? L'uccisione delle donne da parte degli uomini; la distruzione di famiglie da parte di un individuo spaccato, che poi tenta di farsi fuori o ci riesce; La vendetta personale di uno attraverso la rabbia esplosa contro l'altro, nelle separazioni da guerra, dove i figli possono diventare invisibili!Quante volte succede?
Nel senso di colpa troviamo l'umiliazione e la rabbia, quindi l'odio e la vendetta, perpetrata e realizzata. Ed esposta, resa pubblica, rispetto alle coscienze incantate!
Quale scoperta sarebbe? 
Quale altro nuovo senso comune possibile e vitale, dunque?

Semplicemente, allora, io vorrei cercarla nella nostra dimensione laica di cittadini di mondo;esseri sociali del sistema a cui apparteniamo.E quindi è così che  vorrei riconsiderarla, questa parola! Spogliandola di carichi altri e riducendola, essenzialmente,  ad un concetto di sviluppo psico-sociale: respons-abilità intesa come abilità di risposta ai propri potenziali di crescita. A dire che, ciascuno di noi si porta dalla nascita, sin da subito, un patrimonio di potenziali e che, questi, possono crescere e crescono, nella forma di abilità di risposte: permettendoci di diventare, quindi, più creativi, più innovativi ed intelligenti rispetto a quanto prima si è stati. 

Anche il premio Nobel per l'economia, Amartyia Sen, sostiene la necessità dello sviluppo delle potenzialità umane, come basilare per vivere una vita completa.
In particolare, questo autore riprende un termine che in psicologia sociale si chiama "capabilità" e teorizza sullo sviluppo delle capabilità, intese come abilità in azione(come sviluppo dei potenziali e avrò modo di approfondire questa "teoria delle capabilità" in un post prossimo dedicato).

E, naturalmente, questo di ampliare le abilità di risposta, non è solo puro esercizio individualistico: l'abilità tocca le relazioni con gli altri. Porta scambio con gli altri, perchè ciascuno di noi "è" nel gesto sociale, che diventa perciò "oltre me sociale". Pertanto, responsabili di sè, più abili di sè, include un'abilità anche verso gli altri e nelle relazioni con gli altri. 
E come tutte le abilità, deve essere praticata: come quando andiamo in bicicletta. Come abbiamo appreso ad andare in bicicletta? Lo ricordate?

L'equilibrio lo abbiamo come nostra capacità naturale: è stato automatico, mentre apprendevamo a coordinare i diversi gesti dei piedi e delle mani, ritrovarci a pedalare rimanendo dritti e senza cadere! Invece, conoscenza, applicazione, metodo sono stati un processo di apprendimento. 

Ed apprendere a diventare più intelligenti, lo possiamo promuovere in qualsiasi momento!Questa è una bella notizia...non pensate?




Vi lascio ad un Vostro commento. Al contributo che vorrai scrivere.

A presto. La Vostra AnnamariA





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