venerdì 20 dicembre 2013

PROMETTO DI AMARTI



PROMETTO DI AMARTI

I diversi riti matrimoniali, siano essi cattolico- cristiano o protestante, oppure come nelle formule civili, senz'altro più aperte alla dissolubilità del matrimonio, laico appunto, comunque sia, infine, si somigliano tutti per l'impegno d'amore che viene reso pubblico dai due futuri sposi. L'impegno ad amarsi e ad impegnarsi per questo amore viene declamato da sé all'altro in un luogo pubblico, in presenza d' altri, oltre che ai propri cari: una formalità che sancisce il patto "prometto di amarti".
Ben guardando, in questo impegno espresso, sia nella formula" prometto di amarti fin che morte non ci separi", sia semplicemente nel passaggio anche simbolico di un  luogo civile, in presenza di un pubblico ufficiale, si attiva il paradosso "dell'amore promesso" che da quel momento in poi, può facilmente cedere e spesso cede, alle promesse reciproche.

Quando comincia questo cedimento? Quali sono le dure prove rispetto alle quali la promessa d'amore inizia a sgretolarsi? Alle sferzate del quotidiano: dell'economia, del differente sguardo ai problemi comuni che, per esempio, nascono alla nascita di un figlio o, al suo contrario, in assenza di un figlio. Nel rapporto con i soldi; o con le uscite scontate di uno dei due a discapito dell'altro o invece, nelle uscite della coppia con "i suoi amici". E si alimentano nello sforzo che uno dei due sente di fare più dell'altro! Ed oggi, da questa parte, non sembrano esserci differenze di genere: non vi sta capitando, sempre più frequentemente,  di vedere giovani papà spingere carrozzine con figli piccolissimi, quando non li si vede "portarseli nel marsupio in posizione "pancione"... cosa che ispira a pensare come attraverso questa neonata pancia, simbolica, la paternità "esposta" sembra volersi esprimere in  forme reclamate, (nelle separazioni) ed innovate, impensabilmente, rispetto solo a qualche anno fa. O invece, quando uomini insospettabili, chirurghi e professionisti, stiano muovendosi tra fornelli, alle prese con piatti sofisticati o alla ricerca di menù vegeta- vegano o a base di alimentazione naturale.

La promessa cede, piano piano, ai piccoli fatti giornalieri entro un'ordinaria amministrazione.
In presenza dei parenti, se ci sono e sono troppi o se mancano perché sono disinteressati e non fanno niente per aiutarli (tua madre potrebbe...; se tuo padre volesse...); oppure se sono proprio assenti, li si richiama come presenze (avrai preso da tuo padre...chissà come ti ha viziata tua madre...). E se un giorno, in quel racconto familiare doloroso o divertito, confidato, la tenerezza e l'affetto,  in fase di innamoramento, avevano palesato una profonda empatia, oggi, esso diviene territorio di accusa e di risentimento o implacabile giudizio "diagnostico"(sei proprio come tuo padre; tu assomigli a tua madre; tuo padre ti ha viziato; i tuoi non hanno fatto abbastanza per te!).

L'amore desiderato deve fare i conti con le aspettative deluse: perché lui non è proprio come pensavo; e lei è sempre scontenta se non si fa come vuole. Lui e lei non sono più! E cosa restano, l'uno all'altro, rispetto a quell'impegno ad amarsi? Ma se non sono più, cosa sono ora? Se non costante e persistente assenza a qualcosa che potrebbe riportare la loro attenzione oltre al quotidiano. Che, tuttavia rimane invisibile e perciò non può esistere! Se non si vede, se non appare, allora non esiste...
Gli ammiccamenti e la ricerca dello sguardo, prima fonti dell'attrazione, possono arrivare lentamente a ridursi sino ad evitare di guardare l'altro, dopo che guardare quell'espressione di lui o ritrovarsi addosso lo sguardo accusatore di lei, inesorabilmente sospinge alla distanza; all'anestesia dell'incanto.
Si inizia così ad evitare di esplorare, esattamente all'opposto della esplorazione curiosa che aveva attratto all'amore i due. E più si evita, più ci si distanzia... Allora è in quegli istanti insospettabili che il declino della promessa d'amore avanza: il bacio distratto del mattino; le ripetute telefonate in cui liste di cose o azioni prendono il posto di quell'attesa che prima durava e che ora, non si spera altro finisca! Vedere cose l'uno dell'altro senza più sguardo: spegnersi nella mancanza dei brillori ricercati e sospirati; ascoltare nel tono dell'altro, quella nota così' riconoscibile e quindi, sempre pronta a ripetersi proprio perché riconoscibile; percepire i più piccoli fastidi motivati dai difetti, vizi
 o manchevolezze che ne giustificano la stessa insorgenza (se tu non facessi...se non usassi quel tono; quando mi guardi così so quello che stai pensando) Profezie auto-avverantesi incombenti, ahimè!

E trovarsi allo specchio dell'altro, denudati dall'astio, spegne il desiderio! E quella promessa d'amore, sempre più soffocata, passa al suo opposto: come poter continuare  ad impegnarsi a quell'amore se l'altro, con i suoi modi ed atteggiamenti, lo rende impossibile? Implacabile è la condanna e quindi, la pena stessa: autorizzarsi a volgere lo sguardo oltre all'altro; ricercare fuori, o sorprendersi a guardarsi attraverso altri sguardi, altre geografie emozionali.Altre perimetrie...

E' a questo punto che due sono le alternative: rendersi doppi e restare andando via! Quanti "prometto d'amarti" rimangono esangui e svuotati" di quell'impegno, autorizzati all'accanimento familiare o familistico?"Abituata", l'emozione della promessa cala, si rende indifferente e piccola. Asfittica.

E se invece si va via, non si resta con il frutto di quell'impegno. Orfana, quella promessa d'amore addolorata, infligge pene a chi resta: e chi resta, non è lo splendore dell'erba di quell'amore d'un tempo che è nello sguardo di un figlio, nella sua presenza che richiama una lucida presenza di "esistenza".  Ma, una rivendicazione attraverso i figli, per cui essi diventano invisibili! Quell'amore perpetuo attraverso una vita nata e che si rinnova, come le stagioni, viene obliato. Ed allora, altri,  l'autorità, devono ricordarglieli, questi figli, ammonendoli  per "dover essere genitori". 

Un certo detto provenzale recita che "l'amore è come un bicchiere d'acqua da sorseggiare nel deserto". Ogni giorno rinnovato. Ogni volta ricercato nel piccolo e semplice gesto, o parola o sguardo all'altro: non io, nè tu, quanto "tu per noi". Mai scontato. Intenzionale e per questo, tuttavia, mai artefatto o finto. L'amore non addizionato, perché l'amore moltiplica sé attraverso "te e me".
La promessa è, perciò, "nella promessa a ripeterla come nuova, ogni volta", convinti e speranzosi che così ripetendola, il virtuosismo la renda perfetta. E' solo così che la delusione per l' amore imperfetto potrà essere ristabilita dal virtuosismo della promessa perfetta, perchè ogni giorno ripetuta ed abilitata. Così,  è proprio così che diventa perfetta!
Rendendo credibile che l'amore imperfetto si perfezioni attraverso la promessa perfetta, ogni giorno...

Buon Natale a Tutti voi che avete letto e sostenuto queste considerazioni, condividendole oppure non ancora o forse mai... a pochi giorni dalle feste.

A presto 
La vostra Annamaria