martedì 16 dicembre 2014

TU CHIAMALE EMOZIONI!



TU CHIAMALE... EMOZIONI!


Da decenni gli studi sulla nostra mente dimostrano come essa sia un unicum con le nostre emozioni e sensazioni, anche quelle più primordiali e quindi non possiamo pensare che la volontà sia l'espressione di una mente razionale che prevale sul corpo e sugli istinti, controllandoli  come se questi siano pericolosi e inferiori.

Le nostre ricerche sul campo bene ci dimostrano che istinti ed emozioni non vanno controllati, ma gestiti e che è possibile indirizzare ed incanalare le loro energie verso una vita emozionale equilibrata che ci permetta di stare in uno stato di salute emozionale. E quanto questa c'entri con la salute del nostro corpo, ce lo comunicano ricerca ed evidenza scientifica.Una vita emozionale ricca influenza il nostro stato di salute e fa da prevenzione alla degenerazione e alla malattia. E non semplicemente: le emozioni condizionano il nostro stato di difese, e quindi possono sia rafforzarlo sia indebolirlo, provocando malattie, sia somatiche sia psico-somatiche.
Esse comunicano con il nostro sistema immunitario grazie ai mediatori o messaggeri ormonali e quindi sono in grado, in questo modo, di aumentare o ridurre i livelli di stress ormonale che influenzano le nostre difese immunitarie. Potremmo anche pensare che il sistema emozionale rappresenti un "sistema immunitario affettivo": se le emozioni sono riconosciute e gestite, passano come uno stato positivo e di buone difese emozionali in grado di influenzare quelle del nostro organismo e quindi permetterci di stare in uno stato di benessere psico-fisico. Al contrario, se le emozioni rappresentano stati di perdita di controllo, di malessere e sofferenza emozionale, sono fonti stressogene e producono stress psico-fisico, i cui effetti sono i disturbi e le malattie.

Avere emozioni positive, cioè stare in una condizione ottimistica aumenta lo stato di salute; le emozioni negative, invece, corrispondono ad una condizione pessimistica che indebolisce lo stato di salute.Gli studi appassionati del collega americano dott. MartinE.P.Seligman sull'impotenza appresa, hanno portato contributi decisivi per la conoscenza e cura della depressione ( in adulti e bambini).
 La psicologia positiva, quella sociale con le loro evidenze sperimentali, ci forniscono prove scientifiche delle modalità con cui le emozioni ci influenzano.Ed in più, evidenziano che le emozioni si comportano come "fiumi in piena che non possiamo arginare e contenere, possiamo soltanto farle defluire".Imparando così a gestirle.    
Pensiamo ad esempio alla rabbia, un'emozione molto diffusa che in modo improprio viene considerata come un carattere  o modo di essere di una persona o  ancora un modo per sfogarsi. La rabbia, proprio come la paura angosciante, rappresenta una condizione emozionale che a partire dall'amigdala, sede anatomica arcaica in cui viene prodotta, altera il nostro equilibrio ed agisce mettendo in scacco matto le strutture più evolute dell'area definita neo-corteccia pre-frontale( per capirci è quella definita d'impegno, il continuo confronto tra memoria ed esame dell'esperienza attuale sensoriale elaborata dalle nostre strutture cognitive). 

Un grandioso studio sulle emozioni è stato realizzato dal collega americano dott. Paul Ekman che ha evidenziato come le emozioni siano universali:ossia comunicate attraverso il linguaggio non verbale, oltre alla parola e quindi ben oltre alle numerose lingue parlate nel mondo, attraverso lo studio delle espressioni facciali.(chi vuole approfondire veda Studio sulle emozioni ed espressioni                                                               
è appunto "Felicità Emotiva".
Oltre alla psicologia, anche le scienze sociali* sono interessate al ruolo che le Emozioni occupano nelle relazioni sociali.
Se poi vogliamo allargare il raggio dell'esplorazione emozionale, allora dobbiamo parlare di intelligenza emotiva: un'organizzazione di sé che incanala l'energia emozionale in aree e sotto-aree del nostro sviluppo in cui troviamo uno stile espressivo che comprende: la consapevolezza del sé; l'auto-gestione emotivaadattabilità;       empatia; comunicare le proprie emozioni agli altri; gestire il cambiamento; lavorare insieme agli altri; la conciliazione tra vita lavorativa e  vita personale; la leadership; la gestione dello stress, l'umore. 
A presto
dalla Vostra Annamaria Agnano






*Lo studio è accessibile online Immagine Link Esterno sul sito del Journal of Cross-Cultural Psychology.
Per la prima volta, una ricerca durata quattro anni e recentemente pubblicata sulla rivista internazionale "Journal of Cross-Cultural Psychology", ha confrontato somiglianze e differenze nel modo in cui cinesi e italiani esprimono otto diversi stati emotivi attraverso la voce (appunto disprezzo, gioia, paura, orgoglio, rabbia, colpa, tristezza e vergogna). messo a punto e realizzato da Luigi Anolli e Fabrizia Mantovani, del Diparti
mento di Scienze Umane per la Formazione dell'Università di Milano-Bicocca, insieme a Lei Wang professore di psicologia dell'Università di Pechino, con Alessandro DeToni  dell'Università Cattolica di Milano.

Vuoi approfondire il tema delle emozioni e resilienza? Leggimi con:
* Resilienza e Leadership Integrale (La metodologia* LEADERSHIP INTEGRALE©)del 23/04/13; *Destino e Resilienza del  30/04/13;*Cambiamento ed Emozioni del 7/05/13; *Resilienza e Felicità del 2/09/13;
*Guarda il mio video  Benessere e Resilienza del 29/09/13



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Questo Blog non è da considerarsi una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con una frequenza costante e periodica non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n* 62del 07 Marzo 2001. Inoltre le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e valutate di pubblico dominio. Qualora il loro utilizzo violasse diritti d’autore scrivete una mail al seguente indirizzo annamaria.agnano@gmail.com e le immagini in questione verranno immediatamente rimosse.

mercoledì 26 novembre 2014

PENSARE, PARLARE, SENTIRE...FARE BENESSERE



PENSARE, PARLARE, SENTIRE...FARE BENESSERE 

Mi capita sempre più frequentemente di ascoltare ed osservare le persone nel corso del loro quotidiano modo di porsi con gli altri nei differenti luoghi; il loro modo di pensare accompagnato  dalle emozioni che esprimono anche senza saperlo; nel lamento o giudizio, nell'intolleranza con cui si "condisce"un fatto o qualcuno;oppure nel racconto che si fa mentre si sta in fila in farmacia o alla cassa di un qualsiasi negozio; nei commenti o nel silenzio. 

E non si immagina quanto il linguaggio costruisce il senso delle cosecon cui poi si "attribuisce" a persone e a fatti la propria opinione che si basa puramente su ciò che si sente!. Quanto spesso le sensazioni momentanee "dominano" l'attenzione? Che così seleziona ed esclude;come i sentimenti a cui viene assegnata una parte sempre più urgente, ma non per questo soddisfatta  Quanto spesso le relazioni vengono bruciate in questo modo? Certo, nessuna di queste conversazioni (intime o con gli altri), modi di esprimersi, di dire o riportare nei luoghi dove ci si incontra, al lavoro o con gli amici, è "patologica; non c'è in esse un disagio che debba richiedere una consulenza  con lo psicologo e nemmeno un intervento di "cura" così come si pensa debba esserci in presenza di ansia o panico ( e spesso anche con timore e senza essere ben informati più completamente sulle figure a cui affidarsi! puoi approfondire leggendo mio post "Quando affidarsi ad una buona psicoterapia" dell'11/06/13)
Possono proprio essere le quotidiane, quelle situazioni e condizioni in cui la Psicologia positiva ed applicativa è interessata a sviluppare le potenzialità che ciascuna persona ha in sè, la nostra resilienza, cioè la nostra capacità di affrontare e resistere, facendola emergere ed avanzare come la condizione naturale di saperci trasformare e non solo adattare al nostro ambiente e situazioni che viviamo.

La psicologia positiva  si occupa di Prevenzione del BenEssere e della Salute,con l'obiettivo di studiare ed individuare i tratti della persona e del gruppo,(inteso come aggregato o insieme di persone che in qualsiasi organizzazione sociale si costituisce), e di ampliare le sue competenze, proprio sviluppando i potenziali che ciascuna persona porta in sé come talenti da sviluppare. Il collega americano, Martin Seligman, se ne occupa da lunghi anni con studi e ricerche sull'Ottimismo (è autore di un testo molto interessante che vi suggerisco di leggere"Imparare l'ottimismo"). Lo sviluppo della Psicologia positiva ci dà la visione dell'influenza degli stili di sviluppo, di adattamenti, secondo cui ogni persona"costruisce" la propria realtà come una realtà soggettiva. E' in riferimento a questa realtà soggettiva che l'esperienza di qualsiasi evento, situazione, relazione, risulta "filtrata". E' questa esperienza percettivo-sensoriale ( fatta di percezioni,  attribuzioni , cognizioni, sentimenti ed emozioni) che agisce in ogni situazione nella quale "adattarsi". Pertanto, anche l'adattamento risponde a modi strettamente soggettivi, così come la risposta allo stress.


Abbiamo bisogno di sviluppare una psicologia positiva nel nostro quotidiano per diventare auto-produttori del nostro benessere?
Decisamente si! Per imparare a conoscere quanto l'applicazione della psicologia positiva si riversa nel proprio quotidiano di vita, per sostituire modalità ormai ripetitive e negative dentro alle relazioni  con gli altri, con se stessi; apprendendo a mettere in atto nuove modalità, risorse interne cosiddette coping,  per farle avanzare come nuove abilità ad essere presenti e consapevoli, per dare un senso più ampio e profondo alla vita.
Cosa che ci tiene sulla nostra rotta, motivati dallo scopo che ci sospinge. Consapevoli del come non farci sorprendere dalla" tempesta emozionale", attenti, invece, ad usarne la forza!

COME SCOPRIRE ED APPLICARE LA PSICOLOGIA POSITIVA?


Vi sono diverse alternative da esplorare: alcune applicazioni come la Comunicazione Pragmatica* dispongono di queste modalità attraverso la presa di consapevolezza del linguaggio; del suo contenuto e della relazione che nei messaggi sia a sé stessi, sia agli altri vengono trasmessi; nell'empatia che si sprigiona nell'avvicinarsi all'altro, sapendo cogliere il suo modo e stile mentale; nel gestire un conflitto e soprattutto, abilitandosi in una ricerca più semplice e diretta, lasciando le zavorre del giudizio e pregiudizio.

Il *Modello Strategico Breve favorisce la scoperta e comprensione delle tentate soluzioni che irrigidiscono schemi disfunzionali. Interessante è scoprire come funzionano gli schemi mentali con cui elaboriamo la nostra esperienza percettiva.
*Il Modello Leadership Integrale©supporta e favorisce lo sviluppo di abilità di comunicazione strategica con se stessi e gli altri; con attenzione al linguaggio"emozionale" integrato alla parola; la crescita creativa attraverso il gruppo ed il gioco come luogo e tempo di "riscoperta" psico-sociale. 


Dott. Annamaria Agnano

*Il Modello Leadership Integrale è una Metodologia  di cui sono Autrice che sviluppa i potenziali personali( e non solo riferibili al Leader-manager!) Se sei interessato ad approfondire, scrivimi, sarò lieta di risponderTi!
e-mail:annamaria.agnano@gmail.com

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venerdì 31 ottobre 2014



PSICOLOGIA E BENESSERE
La felicità come condizione per la nostra salute psico-fisica


Essere felici o diventare felici? "Parole" da ri-scoprire...


L'evidenza scientifica attraverso la ricerca, ci porta a considerare le emozioni e i pensieri come fondamenti, cibo e nutrimento, della nostra salute psico-fisica. 
Ansia e stress dei nostri giorni, inevitabilmente, hanno sempre più disallineato i nostri bisogni più profondi di integrità ed unitarietà! 
Umberto Galimberti (filosofo e psicoanalista che tutti conosciamo), introducendo un interessante libro scritto da Enzo Soresi"Il cervello anarchico", così dice:
Nella loro lingua gli ebrei non hanno nessuna parola per dire anima".Nella Torah troviamo il termine ebraico "nephesh"che nella traduzione greca è diventata psiché e che successivamente nella diffusione del Cristianesimo è corrisposta ad "anima". Nephesh, dunque sta per "respiro", unitarietà quindi dell'uomo e della sua vita. Anche la tradizione greca che traduce nephesh in "psichein" intende "ultimo respiro" riferendola, in particolare, all'agonia che precede la morte, l'esalazione dell'ultimo respiro...Sarà Platone, nel IV secolo ad introdurre la parola anima...
Dunque nelle traduzioni da una cultura all'altra si sarebbero prodotte le difficoltà che noi, eredi della cultura cristiana, oggi paghiamo nel momento in cui siamo,per così dire, separati tra corpo e anima, poi assimilata alla mente secondo la tradizione medica (da Cartesio in poi la divisione sarà tra corpo e mente)!
Condizione che nella separazione trova la base per la malattia ed il disagio: la mente va oltre il corpo. Questa è per eccellenza la situazione delle patologie psico-somatiche o dei quadri d'ansia e panico. La mente che condiziona il corpo ed infine, il corpo che attraverso il disagio, cerca di allinearsi, di entrare in armonia con la mente, di andare verso un' integrazione. 
Per restare in sintonia con i linguaggi e traduzioni culturali che ci hanno permesso di essere qui oggi, a parlare e a scriverne, a questo punto dobbiamo rifarci alla tradizione latina la cui parola "felix"  corrisponde a fertilità. (Da una citazione di Leonardo Benvenuti sulla felicità da  "Bradipo" Rivista interattiva di Socioterapia). 
Il concetto di fertilità implica una condizione di ricerca, anche di fatica, e soprattutto non esclude le avversità della vita, anzi ci lascia intendere che proprio attraverso le avversità noi possiamo ritrovarci più capaci e forti. Quindi, se alla traduzione di felicità a noi trasmessa come "stato di assenza di dolore, problemi , bisogno di protezione e sicurezza, (capite che sto cercando tutto quello che nel quotidiano delle nostre lamentele esprimiamo come "ciò che desideriamo nell'essere felici") facessimo corrispondere ciò che la parola latina fertilità spiegava, avremmo trovato "non la felicità, ma la via per arrivare ad essa". Oppure per metterci in una condizione che la contenga. Chi ha già letto i miei articoli di resilienza e felicità
( post e video you tube: Resilienza e Leadership Integrale©  Riscoprire la felicità 8/10/13;) o chi li vorrà approfondire, troverà ampiamente concetti e riferimenti la cui evidenza scientifica ci mette sereni! Non abbiamo più bisogno di fare del mero ottimismo intendendolo come un pensiero positivo basato su "opinionismi", dettati ossia da opinioni  che costruiscono "evidenze" . Ma più semplicemente, intraprendere uno "stile di vita" e "stile espressivo" che ci permetta di vivere attraverso l'esperienza sensoriale, ossia dei nostri sensi; esplorando tutte le forme e trasformazioni di cui dì cui siamo "portatori sani" o "potenziali".

Per approfondimenti desiderabili potete scrivermi al mio in.mail
annamaria.agnano@gmail.com

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mercoledì 29 ottobre 2014


 
LO SVEZZAMENTO NATURALE 
Il percorso "dedicato" al piccolo nuovo nato... per parlare del suo passaggio dall'allattamento all'alimentazione. 






Il momento dello svezzamento, più correttamente  dovremmo dire divezzamento, è un momento delicato per la diade mamma-bambino ( così viene chiamata la relazione tra la neo-mamma ed il piccolo nuovo nato) e per la relazione a tre dei due neo papà-mamma e il loro figlio. Una fase importante in cui si costruisce il rapporto del bambino attraverso e con  il suo ambiente affettivo e quindi la sua relazione con il cibo, e quindi anche con la salute psico-fisica.
Vediamo insieme:
·         Quali segnali ci dicono che è il momento giusto per iniziare?
·         Pro e contro dei vari metodi di divezzamento dal punto di vista salutare e psicologico
·         Quale lo stile alimentare adatto ad un bambino? Onnivoro, vegetariano o vegano?
·         Come cambia la relazione mamma-bambino e la relazione a tre?
·         Quali “trappole” relazionali possono impedire al bambino di costruire un buon rapporto con il cibo?
·         Può essere il divezzamento un’opportunità per tutta la famiglia per migliorare la propria alimentazione?


In questi incontri, accanto a me che tratterò aspetti della comunicazione e di quelli relazionali attraverso momenti "pratici" ed in "role playng",permettendo ai partecipanti di fare esperienze dirette, ci sarà la naturopata Giorgia Gandolfi che invece entrerà più nel vivo del passaggio dal latte all'alimentazione.
I nostri interventi sono integrati  per dare ai neo-genitori modalità e strumenti ancora più ricchi e completi, affinchè "il passaggio"si trasformi e diventi luogo di opportunità per la  crescita e scoperta sia per il piccolo nuovo nato, sia per i neo-mamma.papà.

Per consultare il programma completo, o iscriverti puoi registrarti e fare il login sul nostro sito www.rinascere.org , potrai accedere ai programmi di tutti i nostri corsi, oppure scrivici una mail.

annamaria.agnano@gmail.com                                                                                                                                                                                                                                             
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mercoledì 24 settembre 2014

W L'EU...STRESS!




W L' EU...STRESS!

Che stress lo stress! ...Ci logora, lo stress. Tutti ne siamo afflitti...nessuno escluso. Tutti noi, infatti, lamentiamo una vita piena di stress:i luoghi affollati per  la spesa...perfino i momenti belli della vita: il parto per una coppia; il matrimonio; la crescita professionale, lo studio e addirittura le vacanze, soprattutto negli ultimi tempi che ne hanno modificato le modalità e durata, possono diventare tutti “portatori” di stress.

Il lavoro poi, neanche a parlarne: i rapporti con il capo ed i colleghi, il ritorno a casa sia per la donna con la doppia attività casa lavoro, ma anche per chi single, deve correre;il lavoro che si perde o il lavoro "flessibile"; persino lo sport, in certi momenti  diventa  stressante. 


Tuttavia, quello di cui volevo parlarvi in questo mio post di oggi, è lo stress : quello buono, però, per intenderci! Senz'altro ed almeno una volta, vi sarà capitato di sentire parlare o leggere dell'EUSTRESS...lo stress del benessere. Oppure è davvero la prima volta che sentite questa parola? 


Proprio qualche giorno fa una donna che sta facendo con me il suo lavoro terapeutico, mi ha riportato di un evento per lei "straordinario":  nel giorno in cui ha avuto il riconoscimento di ruolo di direzione per cui ha lavorato intensamente,  impegnandosi con tutte le sue forze e con grossi sforzi che l'azienda le ha richiesto( viaggi e spostamenti presso l'altra sede aziendale). Dover affrontare conversazioni con colleghi e collaboratori in condizioni di conflittualità; misurare e conciliare le scelte lavorative con la sua condizione complicata di madre separata);in questa situazione ha sentito, come le capitava ogni volta, quel tipico calore preannunciarle l'herpes che da lungo tempo l'affligge. La sensazione di calore e poi...                                                                  Stavolta nient'altro! L'herpes non è scoppiato come avrebbe fatto nel passato. Solo qualche segnale. Poi, l'indomani più niente...quasi un miracolo!


UN MIRACOLO O QUESTIONE DI EUSTRESS?
Spiegarci questo "miracolo" significa sapere che lo stress può essere distruttivo ma che esiste anche l'eustress, ossia lo stress buono. Il nostro organismo, infatti, è in grado di adattarsi costantemente alla ricerca di equilibrio(OMEOSTASI) dentro ad un gioco di forze sociali e biologiche. Il neuro-biologo Steven Rose chiama tale condizione "darwinismo dinamico" intendendola come capacità dell'organismo di modificarsi rispetto al suo ambiente in modo attivo, non subendolo passivamente, ma in una stretta relazione con il suo ambiente sociologico. "L'omeostasi è la tendenza dell'organismo a operare per regolare il milieu interieur, cioè l'ambiente interno dell'organismo, come una messa a punto continua della dialettica tra biologioco e sociologico".

Parole un pò difficili, ma cosa vuol dire più semplicemente tutto questo? In breve, che noi esseri umani abbiamo la capacità di costruzione del sè (autopoiesi: F.Varela e H.R.Maturana; 1980), ossia quando siamo in situazioni difficili e veniamo sottoposti a sforzi estremi, se sappiamo quale costo stiamo pagando possiamo o rientrare nello stato di equilibrio precedente per non ammalarci, o capire che il nostro organismo può reggere a quello sforzo, poiché consapevole di poterlo sostenere come una scelta possibile, proprio per questa evoluta capacità di auto-regolazione.(Enzo Sorese, Il Cervello Anarchico, 2005).
E' chiaro, dunque, che la donna di cui vi parlavo ha scelto di poter pagare quel prezzo e di reggere quella tensione, perché in quel momento si realizzava quello che lei aveva sempre sognato e per cui stava lottando: riuscendo così 
a regolare il suo ambiente interno, trasformando una tensione in una tensione positiva, eustress, appunto: aumentando la sua forza fisica ed emotiva
( fiducia di sé, forza interiore) che potremmo anche chiamare RESILIENZA.

Questa condizione per la quale ci sentiamo di poter padroneggiare le cose, nonostante quello che stiamo vivendo e gli sforzi che ci vengono richiesti.

Nel libro che citavo (cervello anarchico), lo pneumologo Enzo Sorese riporta alcuni casi-storie di resilienze ed anche della relazione tra sistema immunitario, ormonale e psicologico. E questo testimonia come la nuova medicina consideri questa stretta relazione tra malattia, salute e la comunicazione tra livelli dell'organismo nella sua unitarietà: gli stati  emozionali vengono comunicati al sistema immunitario attraverso i mediatori ormonali: da qui la parola sistema  psiconeuroendocrinoimmunologico detto anche PNEI. Possiamo immaginare un vero e proprio network all'interno del nostro organismo ogni volta che gli viene richiesto un adattamento all'ambiente, esterno/interno, nel gioco biologico/sociologico. 



COSA SUCCEDE QUANDO FUNZIONIAMO IN EUSTRESS?



























E'come se superassimo una capacità adattiva per imparare un altro livello di trasformazione. Miglioriamo il nostro stato psicofisico!  

Perché  aumentano  le capacità  respiratoria e cardiaca
ØSentiamo di essere più padroni di noi stessi e dei mezzi che abbiamo
ØSiamo più creativi nel risolvere problemi e trovare soluzioni brillanti
ØCi sentiamo più sicuri ed in equilibrio, stabili.
ØTiriamo fuori le risorse interne con cui affrontiamo anche le avversità
Ø l'intero organismo è in equilibrio( i sistemi psicologico immunitario ed ormonale sono UP)
ØCi sentiamo soddisfatti 
ØIl livello di Eustress  provoca le cosiddette "cause della salute": stiamo bene, in ottima forma psico-fisica.

Interessante, vero? Avete una vostra esperienza che riconoscete simile a quella che ho descritto? Bene...Raccontatevi!
Vi aspetto, in commento o in mail al mio ind. annamaria.agnano@gmail.com 

A presto
La Vostra AnnamariA










lunedì 15 settembre 2014



NEWS ED EVENTI: 
A PROPOSITO DI FIBROMIALGIA E DOLORI.

Chi ha MOLTO apprezzato il post sul DOLORE  FIBROMIALGICO ( del 10 Ottobre 2013), può trovare interessante l' iniziativa  che sabato 20 Settembre a Modena "RINASCERE" realizza  in collaborazione con  COOP GAL  FATTORIA CENTOFIORI.. Un convegno di altra medicina che tratterà dei "dolori" in una prospettiva multidisciplinare integrata.

SABATO 20 SETTEMBRE 2014  ORE 9:45 - 18:00

CONVEGNO MULTIDISCIPLINARE
  MA QUANTI DOLORI…!

I DOLORI “REUMATICI” 
SECONDO LE MEDICINE 
NON CONVENZIONALI

Cos’hanno in comune artriti, artrosi,fibromialgia, artrite reumatoide, connettiviti autoimmuni, spondilite anchilosante, sindro-me di Sjorgen, e tutti i dolori che interessano
i nostri muscoli, articolazioni, cartilagini?

Scopriamone insieme cause comuni e metodi per prevenirli e riacquistare la salute
Strada Pomposiana 292 Marzaglia (MO)

RELATORI del Convegno:
SABINE ECK, medico
“Ma quanti dolori! Le cause comuni delle malattie dolorose
reumatiche. Fisiologia e fisiopatologia del tessuto connettivo”

ANNAMARIA AGNANO, psicologa
“Stress acuto e cronico, posture ed emozioni: il rapporto
mente/corpo tra malattia e salute”

ANDREA FINESTRALI, medico agopuntore
“Malattie reumatiche croniche secondo la
Medicina Tradizionale Cinese:
cause comuni ed effetti dell’agopuntura”

GIORGIA GANDOLFI, naturopata
“Ritroviamo il benessere attraverso alimentazione,
succhi freschi e gemmoderivati”

GIANLUCA PAGANELLI, biologo
“Nordic Walking: uno sport completo, utile strumento di prevenzione e riconquista del benessere” (con dimostrazione pratica)

PER PARTECIPARE E’ NECESSARIO
ISCRIVERSI sul sito www.rinascere.org

Per informazioni: info@rinascere.org
oppure 347/9828668 Giorgia



mercoledì 13 agosto 2014

UN DIARIO AL GIORNO...LEVA LO PSICOLOGO DI TORNO!




UN DIARIO AL GIORNO LEVA... LO PSICOLOGO DI TORNO!

Chi di Voi ricorda il vecchio adagio "una mela al giorno leva il medico di torno? A dire che la frutta è un cibo salutare! 
Con un pizzico di auto-ironia, ho voluto presentarvi un tema di grande interesse ed attualità per la Psicologia Positiva che riguarda sia il nostro benessere psicofisico, sia  lo sviluppo delle nostre capacità emotive e relazionali grazie alla SCRITTURA DEL DIARIO DELLE EMOZIONI negative, ma anche di quelle positive!

LA RICERCA E GLI STUDI
Un piccolo passo indietro nella ricerca realizzata sin dal 1977 con gli studi di Mitchell & Glickman; e nell'1987Lehman, Wortman & Williams; dalla quale si evidenziò come parlare con altre persone delle proprie emozioni costituisce un modo efficace per ridurre e superare la sofferenza emotiva.Questo fenomeno è definito come condivisione sociale delle emozioni.
Tramite il linguaggio e la condivisione con altre persone, è possibile descrivere le proprie emozioni ed organizzare la propria esperienza emotiva secondo una sequenza del pensiero logico (Rimè, 1983)
Che cosa significa questo? Semplicemente che nel cercare di comunicare in parole comprensibili all'altro che ascolta, nel raccontare gli eventi, si è per così dire tenuti a seguire una sequenza logica, mentre le emozioni, in questo modo, trovano parole che le traducono.

L'espressione delle emozioni trova un'altra serie di ricerche che hanno rivelato un altro importante fenomeno, quello dell'espressione scritta delle esperienze emotive.
Lo studioso Pennebaker e colleghi (Pennebaker, Kiecolt-Glaser & Glaser, 1988; Greenberg & Stone, 2002; Pennebaker & Seagal, 1999; Ricci Bitti, 1998) Kiecolt-Glaser e Glaser (1989; 1990; 1996; 2002), hanno mostrato in diversi studi quanto risulti importante per l’individuo di tradurre in parole l’esperienza emozionale vissuta, attraverso il metodo della scrittura che poi si è evoluto nella scrittura del diario.
La ricerca dimostra che quando le persone riportano nella scrittura gli eventi emozionali traumatici, migliora la loro salute psico-fisica fisica (Pennebaker & Beall, 1986; Pennebaker, 2002). Da tale studio è emerso che lo scrivere a proposito di un trauma personale oltre che risultare un’efficace terapia preventiva, ha effetti benefici a lungo termine aumenta positivamente la risposta delle difese immunitarie e dell' ottimismo( M.Seligman) e il senso dell'autoefficacia(A. Bandura). 
La scrittura obbliga la persona a ripercorrere, ma in modo organizzato le sequenze dell'evento e la dispone ad un sentimento di fiducia: e quindi è proprio come se riscrivesse l'accaduto  modificandolo e trasformandone la carica distruttiva. 

LA PSICOTERAPIA
In Terapia Breve Strategica,  la scrittura è il mezzo utilizzato nel trattamento dei traumi e del DPTS (disturbo post traumatico da stress). 
La scrittura serve proprio a muovere la complessa percezione dell'evento traumatico e a spostare l' attenzione  della persona rimasta, per così dire, ancorata al passato di quei fatti traumatici; dal quale emergono i flashback come  pezzi di quell'evento doloroso che si infiltrano nella sua vita presente, proprio come sequenze di un film dell'orrore. L'evento traumatico, quindi, narrato attraverso la scrittura dei suoi dettagli dolorosi e terrificanti, ne modifica l'esperienza, perdendone la portata di angoscia e di ansia. Permettendo alla persona di sganciarsi dal passato, lasciando il passato nel passato, per riportarsi alla sua esperienza presente verso il suo futuro, con la consapevolezza di aver attinto ed esplorato risorse di sè. 


LA PSICOLOGIA POSITIVA PER TUTTI...
Ad oggi gli studi sono continuati e grazie a quelli più recenti di Lepore e Smyth (2002), l'oggetto della scrittura dei diari è stata anche la rielaborazione di esperienze emotivamente positive. Infatti, riportare eventi positivi attraverso il racconto di emozioni e pensieri positivi risulta produrre effetti benefici per il benessere e la salute psico-fisica di chi scrive.
La narrazione genera nella persona un sentimento di fiducia e di sicurezza di sè.E dai risultati dei ricercatori M. Seligman e A. Bandura che le hanno studiate a fondo, aumentano ottimismo ed autoefficacia

DALLA RICERCA ...ALLA SCRITTURA DEL PROPRIO DIARIO EMOZIONALE.
Scrivere un diario personale delle proprie esperienze emotive siano esse negative ma anche positive, si rivela essere un ottimo strumento, un potente dispositivo per "lavorare" le emozioni; allenandole in modo da aumentare le proprie capacità, non solo di relazione con se stessi, ma anche verso gli altri; per saper riconoscere le emozioni dell'altro; rispondere con empatia al partner, ai figli, ai colleghi. Insomma, un toccasana emozionale relazionale, per fare prevenzione ed aumentare le proprie risposte di contrasto allo stress e quindi crescere in benessere.

*** E SE DESIDERI APPROFONDIRE
IL Metodo dei diari
Per saperne di più sulla ricerca citata, vedi gli studi più recenti di Lepore & Smyth, (2002).


Per ulteriori informazioni ed arricchimenti, potete e puoi scrivermi al mio ind mail:
annamaria.agnano@gmail.com    

A presto
Vostra AnnamariAgnano


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