martedì 14 gennaio 2014


 PENSARE  AD UN BILANCIO "D'INIZIO D'ANNO"...

Non saltate sulle sedie, cari Amici che mi leggete qui e lì nei luoghi dei Vostri spazi. Potreste farlo!Perchè la mia proposta è di invertire la rotta e "pensare" ad un bilancio d'inizio...Una provocazione, semplicemente una forzatura sulla parola"bilancio". Di solito il, bilancio è a fine d'anno, mai all'inizio! Invece, voglio proprio farvi pensare alla parola "bilancio" come doppio lancio spazio-temporale per immaginare una sorta di scalata visionaria di ciò che vorreste che Vi attenda questo nuovo anno futuro.
Futuro...Una parola fortemente in crisi! Come pensare al futuro se immaginarlo diventa una fantasia?
La mente tende trappole...funziona esattamente così! Se lo immagini e lo fantastichi può sembrare vero, ma il rischio è che sia solo virtuale. Ciò che credi vero per te, nella tua idea di te; sul mondo e sugli altri, non è vero per gli altri...lo pensi tu: anche quello che vuoi che gli altri pensino di te!
E se, invece, guardi il futuro rivisitandolo attraverso lo schermo del passato, può essere un ricordo...come un'ombra minacciosa e paurosa; oppure un ostacolo, se ti vincola.
Così si può correre il rischio di rimanere nel mezzo del fiume, come nella favola in cui il mulo si ferma e teme di andare avanti quando, guardando avanti, il percorso gli appare inarrivabile; e quindi si volta all'indietro e guardando la strada che ha fatto si spaventa, pensando che non gli è possibile tornare indietro perchè la strada è lunghissima . Perciò rimane lì, al centro del fiume e non sa più andare nè avanti, nè indietro.
Se il dolore è solo dolore rinnovato nella percezione che se ne ha, allora diventa complicato ripensarlo, riconvertirlo, riformularlo come una forma di energia alternativa!
Dunque, se non ci si può appoggiare alla immaginazione futura perchè il rischio è l'llusione; se non si può confidare sul passato, perchè il lamento è la destinazione più probabile, allora non ci resta che"
pensare il futuro dal presente, impegnandoci nel costruire il "come vorrei che fosse da qui alla mia presenza, adesso, nel mio tempo e spazio. Collegando questo tempo a come lo voglio passare, e con chi; perchè vorrei che così fosse... Ricercarne il valore sprigionato attraverso il pensiero e l'emozione dell'essere giunti alla fine di quel percorso che penso a mia fattezza. E arrivati a quel punto, lì parte la vera immaginazione costruttiva: chiedersi" se sono arrivato lì, idealmente, si intende, come ci sono arrivato prima; a ritroso, al passo precedente, alla tappa prima?
Come se fosse una scala che percorro all'indietro, quale scalino ha fatto il mio passo prima e ancora all'indietro, quale scalino più basso, ancora prima! Cosa c'è stato prima di più vicino, sempre più vicino. Sino a diventare allo scalino più basso, il presente. Immaginare il tempo dal futuro al presente...una linea tempo "giocata" con un'immaginazione guidata e modulata... valorizzata dai miei criteri personali..."Che cosa è veramente più importante?" Quali sono le cose a cui voglio dedicare la mia energia?Perche? E con quali altri effetti intorno a me, su persone, animali ed ambiente?
Sognare ad occhi aperti... E dunque perdere il dilemma di un futuro inimmaginabile.
Amleto si chiede, disperato, "essere o non essere? Morire o dormire...Sognare forse...ma proprio qui è l'ostacolo perchèl'idea di quale tipo di sogni possano coglierci, dopo esserci sbarazzati da noi stessi della nostra vita,ci ferma.
Quale sogno, dunque ci propone l'attualissimo Shakespeare...Ed io mi chiedo come sognare, se il sogno è nella nostra capacità notturna, ma anche artistica e creativa...spirituale e illuminata.
E sognare come il cervello ci permette, nella sua pienezza dei potenziali. Da sviluppare!

A presto.
La Vostra Annamaria

lasciami un tuo commento, sarà da me gradito!

Disclaimer
Le informazioni contenute in questo blog sono puramente divulgative.
Questo Blog non è da considerarsi una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con una frequenza costante e periodica non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n* 62
del 07 Marzo 2001. Inoltre le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e valutate di pubblico dominio. Qualora il loro utilizzo violasse diritti d’autore scrivete una mail al seguente indirizzo annamaria.agnano@gmail.com e le immagini in questione verranno immediatamente rimosse.

venerdì 10 gennaio 2014

UNO SPECIALE POST PER UN SALUTO AUGURALE

UN POST SPECIALE PER UN SALUTO AUGURALE

Cari lettori "Italiani che siete negli Stati Uniti?Ed anche Americani" di cui rilevo la presenza, sentita e che apprezzo sentitamente, nella statistica dei lettori di questa ultima settimana.
Vorrei augurarVi un Felice Anno 2014, esprimendoVi la mia curiosità nel rilevare un evidente vostro interesse. Perciò, vorrei sapere meglio quali temi sono da Voi più sentiti, e che ritenete più vicini alla Vostra esperienza di vita personale e sociale.

Eventi mondiali ci stanno"attraversando" e mondo è quello che in ogni attimo del nostro quotidiano viviamo, esploriamo ed impattiamo dentro ad un luogo condiviso universalmente: quello delle nostre emozioni. Care sentinelle, le Emozioni, dispositivi benevoli che sempre più, e meglio, dobbiamo imparare a valorizzare e a far entrare nel quotidiano della nostra esperienza.

Con il mio forte e sentito AUGURIO Vi saluto e aspetto Vostri contributi e commenti.

A presto. la Vostra Annamaria





iscriviti ( se non sei già iscritto) a google + clicca su commenti


inserisci semplicemente user name e una password


scrivimi la tua parola nello spazio commenti


oppure manda una e-mail annamaria.agnano@gmail.com








domenica 5 gennaio 2014

LE PERCUSSIONI ...SENTIMENTALI



LE PERCUSSIONI SENTIMENTALI


Ben trovati tutti, carissimi e Buon Anno Nuovo.

Eccomi alla soglia di questo 2014 a riprendere il filo prezioso che intesso nel proporvi i temi che, a partire dal mio quotidiano e non, sento di voler approfondire e condividere con Voi.
Oggi il tema ha a che fare con i sentimenti e con le percussioni sentimentali. A cosa mi riferisco? Provate a darmi una mano e chiedetevi quante volte vi succede che in qualsiasi circostanza, lavorativa, in autobus, ad un convegno o in palestra e se invece volete aggiungere altri momenti in cui vi è accaduto, vi siete trovati di fronte ad una persona conosciuta oppure mai vista, che vi si è rivolta con fare aggressivo, insolente, gesticolandovi  o mostrando la sua rabbia con espressione "animalesca"...
Quando è stata l'ultima volta? E voi, cosa avete provato e cosa avete fatto?

L'aggressività può assumere varie forme, esplicite ed evidenti, come un'espressione del volto, un tono di voce o ancora un' azione aperta o al suo contrario, nascosta, che arriva attraverso  qualcun altro, come muovere un'accusa indiretta,per esempio! E può arrivare quando non ci si aspetta quella modalità non controllata, alla quale, magari, si fa fatica a reagire, a rispondere, provando una sensazione di forte disagio per la forma di attacco che colpisce. Inspiegabile? Che ferisce e a cui, solo dopo, si ripensa a cosa si sarebbe potuto o dovuto fare o dire; con quello che rimane di sgradevole di quell'esperienza...

Cosa fare quando vi trovate una persona che vi digrigna i denti e vi aggredisce?
 La prima cosa che vi chiedo di sperimentare a fare è di usare una chiave di lettura "straordinaria" e con ciò, non vi chiedo affatto di diventare voi stessi "psicologi" per comprendere la persona che avete davanti a voi o quello che vi sta capitando! Penso, invece, allo strumento più semplice ed efficace di cui avvalersi per "disarmare" l'altro, soprattutto per disarmare la sua aggressività, almeno in due modi: fare qualcosa con se stessi; fare qualcosa di diverso nel rispondere all'altro.
Qualcosa che ha a che fare con l'educazione sentimentale: una nuova finestra da aprire sul mondo delle emozioni e dei sentimenti! 

Soltanto voltandoci a qualche millennio passato, l'aggressività è servita ai nostri lontani antenati perché ai loro tempi evolutivi, l'animalità ancora predominava sulle nuove caratteristiche di socializzazione che li attendevano di lì a qualche tempo dopo. La conformazione del viso animalesca, la struttura del cranio, la postura, avrebbero evoluto le loro forme, assegnando nuove espressioni, più variegate che avrebbero sostituito quelle aggressive con cui si difendevano in un ambiente ad alta ostilità. Sino ad assumere la molteplicità espressiva della dolcezza, della simpatia, dell'empatia e, sempre meglio dentro alle relazioni sociali, della gentilezza e del sorriso, ideale in un ambiente opportuno e a favore dello sviluppo di un essere umano. La paura e la rabbia che prima lo dominavano in un ambiente ostile e pieno di minacce, in uno più sociale e relazionale, si sono sempre più modulate, sino a stabilizzarsi come meccanismi sani di protezione: avere paura di fronte ad un pericolo; provare rabbia quando qualcosa che si valuta come importante viene violato.

E tuttavia, se questi meccanismi sani vengono, per così dire, usati a vuoto, ossia se avere paura diventa un'esperienza continua ed attesa; se si continua a provare rabbia, essi perdono la loro funzione, e finiscono per diventare risposte ripetitive e quindi schematiche. Quando poi, nelle fasi di crescita, nei contesti scolastici, alla presenza degli insegnanti e degli altri, quindi nelle interazioni che si stabiliscono all'interno delle relazioni interpersonali, tali schemi facilmente finiscono con l'essere individuati ed etichettati. E' chiaro che questo complica maggiormente: da una risposta appresa, si passa ad una risposta attesa e confermata!Una risposta diviene modo e quindi uno stile, quella risposta diventa il comportamento; il comportamento etichettato diventa un'etichetta sulla persona. La persona è così. Essa è il suo comportamento. Ed aspettandosi che essa vi corrisponda, essa aderirà a questa aspettativa( Autoprofezia verificantesi, P.Watlawick; R.Rosenthal autorealizzazione delle previsioni interpersonali).

COSA C'E' DIETRO ALLA RABBIA?...IN BREVE
Chiunque di noi si arrabbia e quando ci accade: i muscoli si irrigidiscono, il battito cardiaco aumenta e il cervello entra in stato di panico; si altera il ritmo della respirazione, riducendosi lo stato di ossigenazione nel nostro cervello ed organismo. Il nostro “cervello emotivo” e primitivo, prende il sopravvento ed allora non riusciamo più a pensare in modo lucido e reagiamo in modo incontrollato. 
Rabbia e paura hanno lo stesso tipo di impatto emotivo , vere e proprie trappole. Quando poi si prova un senso di panico, impotenza o disperazione, si può imparare a reagire con esplosioni di rabbia, colpendo degli oggetti o urlando; oppure offendendo ed aggredendo l'altro. La rabbia può essere un fiume in piena: un'energia irruenta ed esplosiva. 
E se viviamo un periodo di stress, è una reazione frequente alla quale cediamo Quando è stata l'ultima volta che avete provato un simile stato? 
E la rabbia, tuttavia, può essere sana e costruttiva quando ci porta a cambiare qualcosa che è il motivo della rabbia stessa. Quando agisce come un veicolo che ci guida ad operare un cambiamento, a fare un'azione che ripara, come un martello che costruisce. Se tuttavia questo è stato un percorso al quale abbiamo avuto accesso: appreso a fare. Incanalando l'energia rabbiosa e volgendola verso forme accettabili per noi stessi e  per gli altri.
Ma se questo non accade, se diventa frequente provare un senso di panico, impotenza o disperazione, si può imparare a reagire con esplosioni di rabbia, senza riuscire a poterla controllare.  E la rabbia è come nebbia, acceca e fa perdere visione di ciò che si ha davanti. 
Un vero e proprio incendio, violento, che lascia fumo e distruzione...  Chi si arrabbia senza più controllarsi, ha imparato ad allenare una condizione di paura e di impotenza, da cui emerge la reazione rabbiosa entro un circuito complesso di cause ed effetto. Sono risposte emotive apprese nel corso dell'infanzia, sin dai primissimi tempi della vita di un bambino, all'interno delle relazioni affettive, sia dirette, sia attraverso l'apprendimento osservativo( A. Bandura, Modello dell'apprendimento sociale).
Schemi ben fissati, molto ben allenati che si ripetono ogni volta che la persona sperimenta la sensazione di impotenza (M.Seligman, Modello di impotenza appresa).

Disattivare l'aggressività come si disattiva un sistema d'allarme
La prima cosa da fare è con se stessi: fermarsi! Come ci si ferma davanti ad un semaforo rosso... Fermarsi, in quell'attimo, corrisponde allo sforzo più piccolo ed efficace da fare...Una sospensione tra te e l'aggressività dell'altro, un'interruzione che "agisce" senza reagire.Senza alcun consumo di energia personale...la tua!
E riconsiderare l'evento con una domanda" L'aggressività dell'altro sta colpendo me o è una reazione incontrollabile a colpire lui? Una domanda che "squarcia" ed irrompe sulla vostra reazione nel considerare l'altro che mi ha offeso..."come si permette!"
PERCHE'? Per tenere fuori i vostri sentimenti, preservandoli in un'area protetta, proprio considerando che i sentimenti dell'altro non sono diretti a voi. ..Provate a chiedervi se "quello che mi vuole trasmettere è la stessa cosa del modo in cui me lo dice. E se sapesse fare qualcosa di diverso e di più semplice per chiedermi qualcosa per cui io possa rispondergli direttamente, lo farebbe?
Infatti, in quel momento quel gesto, espressione e modalità aggressivi, gli costano molto più di quanto gli costerebbe fare qualcosa di diverso.

Separate la sua reazione dalla intenzione che la muove: quella reazione che  osservate è incontrollata e ben lontana da voi che, apparentemente, ne siete bersaglio e distante da quello che la persona vorrebbe ottenere, ossia diversa dalla sua intenzione che, invece, trova quell'unica via, senz'altro ripetitiva e schematica. 
Sapete, ad esempio, semplicemente, che i muscoli del nostro viso che si attivano attraverso la rabbia,  con l'aggressività sono per lo più tutti impegnati nella "espressione rabbiosa" e "contratta"? E che invece, sorridere ci costa veramente pochissimo lavoro muscolare; ancor meno stare distesi e rilassati! Il più semplice gesto espressivo a costo energia quasi zero...

Piccolo test di verifica da fare adesso!
Verificate come i muscoli contratti del vostro viso sono collegati alla respirazione attraverso il semplice test del respiro: quando siete arrabbiati e quindi quando i muscoli facciali sono contratti, come respirate? E quando, invece, siete distesi e rilassati cambia il vostro modo di respirare? Provate semplicemente a farlo e misurate la vostra respirazione.
FATTO? Cosa è successo?...

Infine, il passo ultimo: cosa dire all'altro? Sintonizzarsi sulla sua intenzione e sul vostro contributo a realizzarla.
Usate la chiave sentimentale: pensate a cosa volete ottenere( che può essere anche evitare lo scontro con l'altro, o al suo contrario, dargli una risposta come si deve!)
 Pensate al vostro piccolo sforzo che è quello di stare fermi con voi stessi; ripensate a quello che volete ottenere; ed agite da fermi per aprirvi ad una vostra scoperta con la chiave sentimentale, come la chiave che vi apre porte a luoghi mai visti ed esplorati!

"Dev'essere importante ciò che ti spinge a reagire in questo modo e quindi, dimmi come posso contribuire a realizzare la tua intenzione?Cosa posso fare io per questa intenzione?
Questa è la domanda che dovete rivolgere all'altro, uscendo dalla dimensione della sua reazione. 
La chiave sentimentale porta in sé potenziali enormi che se espressi, appunto, danno potenza. Bisogna incominciare ad allenare questi potenziali, usando la vostra chiave come quando la inserite nel chiavistello per aprire la porta e stavolta, per accedere ad un luogo sorprendente...Perchè no?


A presto. 
La Vostra Annamaria


Disclaimer
Le informazioni contenute in questo blog sono puramente divulgative.
Questo Blog non è da considerarsi una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con una frequenza costante e periodica non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n* 62
del 07 Marzo 2001. Inoltre le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e valutate di pubblico dominio. Qualora il loro utilizzo violasse diritti d’autore scrivete una mail al seguente indirizzo annamaria.agnano@gmail.com e le immagini in questione verranno immediatamente rimosse.