sabato 23 dicembre 2017

BUON NATALE CON NUTRI*MENT*AZIONE



Buon Natale ed Auguri di Vitalità

                                                           
Sempre e con forza, dovremo tener vivo che qualsiasi gesto di salute parte dalla vitalità dalle nostre Emozioni e dal nostro linguaggio, delle parole e quello delle Emozioni…La buona Salute è intercettata dalla Salute Emozionale  e dai nostri modi di “raccontarci e spiegarci” la vita, il mondo, noi stessi e 
il prossimo.

  



A Te e al Gruppo di lettori di NUTRI*MENT*AZIONE
un post Speciale, con l' aforisma pensato perché arrivi diretto al "cuore"di questa nostra lettera, in questo Blog spazio aperto, come sempre, a Colleghi e a Chi desideri "bloggerare" idee, esperienze e progetti.
Stavolta, a farlo noi con l'Associazione Psicoimmunologia italiana Difendiamo la Salute: io ed il Collega Dott. Di Fede, infatti Vi collaboriamo condividendone i valori sui quali essa è stata fondata. che anche noi  fondiamo e diffondiamo

Cogliendo questa festività ormai prossima,Ti scriviamo per farti partecipare della nostra gioia e soddisfazione, del Dottor Di Fede, la mia e di Alessandro Boccolari suo curatore, che insieme hanno contribuito alla scrittura del libro che tu hai letto o che stai leggendo! E ci riferiamo a
NUTRI*MENT* AZIONE, Il segreto della vitalità sta nelle difese psicologiche ed immunitarie insieme” pubblicato da AV Editoria nel Giugno 2017.

Sicuramente questo è il momento buono per condividere con Te e tutto il Gruppo dei nostri lettori, la soddisfazione che oggi raccogliamo per la diffusione del nostro lavoro.
La risposta che senz’altro cercavamo: nel momento in cui la nostra intenzione è stata quella di diffondere le idee del nostro approccio collaborativo e soprattutto, la messa in pratica di queste idee;  nel racconto degli incontri comuni nei quali abbiamo riportato le nostre modalità di cura, confrontandoci tra noi.

Ad oggi, dal momento della sua pubblicazione, abbiamo raggiunto, secondo noi, un ottimo risultato di diffusione. 
 Toccando con le sole nostre energie ormai 600 e più lettori, e per noi ciò vuol dire avere trasmesso ( e siamo in corso d’opera;) due anni circa di eventi, conferenze, interviste e progetti di psicoimmunologia, che costituiscono la trama del libro e dei suoi temi che ci stanno a cuore!
Volevamo condividere la bella notizia del libro che racconta la nostra esperienza nelle sue pagine lette o che stai per leggere; oppure che hai trasmesso ad una persona cara, ringraziandoTi per questo, perché così hai contribuito tu stess* a diffonderci.

Perché diffonderCi attraverso NUTRI*MENT*AZIONE
Quello che soprattutto volevamo, e vorremo, è diffondere l’utilità coraggiosa del collaborare e confrontarsi di chi fa cura, rendendo possibile anche uno dei temi centrali del libro! Ossia l’obiettivo di “affidare” alle persone che a noi si rivolgono, la loro potenzialità di imparare a prendersi cura di sé insieme a noi, che interveniamo sia in termini terapeutici, sia attraverso il supporto alla Persona ed alla Famiglia. 

Ed anche a promuovere la Salute; conoscere come funzioniamo interattiva...mente, ovvero sia quanto le Nostre Emozioni sono sempre in relazione con il nostro stato "fisico": sia in Salute, sia 
in malattia.Ecco, questa sarà la mia, la nostra garanzia: di impegnarci a portarlo avanti concretamente: attraverso le attività e la collaborazione. NUTRI*MENT*AZIONE ne è strumento sia di lettura, sia di acquisizione di uno Stile di conoscenza da mettere in pratica!

Perciò, nel nuovo anno 2018  ancora lo porteremo in giro tra le persone, continuando a divulgarci attraverso le nostre iniziative nello spazio dell’associazione Psicoimmunologia.

È per questo che unitamente agli AUGURI DI BUONE FESTE, saremo felici di continuare a comunicare a Te, e a chi vorrai, nostre News con tanta, tanta ed ancora tanta  VITALITA'.




sabato 4 novembre 2017



LE EMOZIONI SOCIALI E L'EMPATIA



Uno dei processi umani che caratterizza la socializzazione è l’empatia[1]. L'empatia si basa sulla consapevolezza delle emozioni, ed ancor prima, sulla loro imitazione espressiva. Imitazione che corrisponde al rispecchiamento. In particolare, il rispecchiamento inizia con il mimetismo motorio che, già negli anni ‘20, il Prof. F.B.Tichener, psicologo americano, aveva osservato nei bambini molto piccoli, anche di pochi mesi.
Essi, alla sua osservazione, nel vedere un altro bambino piangere lo mimavano, ossia facevano la stessa cosa, in una sorta di confusione tra il proprio dolore e quello dell’altro. Ecco perché egli lo definì mimetismo motorio.
A due anni e mezzo, però, questa modalità viene superata da modi espressivi di comprensione di ciò che l’altro sta provando: la sofferenza che il bambino esperimenta non è sua.
Martin L. Hoffman (1960), psicologo dello sviluppo presso la Università di New York, riporta i risultati di suoi studi su questo tipo di sentimento” empatico: sembra proprio che attraverso l’imitazione iniziale il piccolo riesca a cogliere e comprendere ciò che l’altro prova.

Lo sviluppo nel bambino della capacità di provare empatia è stato osservato presso il National Institute of Mental Health con studi condotti nel 1990 dalle ricercatrici Marian Radke Yarrow e Carolyn Zhan-Waxler.
I risultati di tali studi evidenziarono che l’empatia nei bambini si forma proprio nel momento in cui essi imitano ciò che vedono, apprendendo così un  repertorio di risposte empatiche. Dallo studio che le ricercatrici evidenziano è che sono proprio le reazioni emotive degli adulti.[2] a determinare la risposta empatica del figli. L’empatia risulta essere una esperienza opposta all’aggressività ed incoraggia lo sviluppo della intelligenza emotiva.
Vediamo ancora un altro approccio, quello della neuroscienza sociale[3] dell’Empatia. Un concetto che sembra seguire le definizioni di L.Brothers, psichiatra della California, che la ritiene come cognizione sociale.


Parlare di empatia per spiegarci come funzioni nella nostra vita e quali influenze eserciti sul nostro stato di salute, ci obbliga, ancora  una volta, a trattare della comunicazione non verbale ed emozionale, come modalità che permette agli umani di avvicinarsi e comprendere l’altro, al di là delle parole; sentendone le emozioni, riuscendo così a stabilire contatti profondi. Abbiamo visto che il linguaggio delle emozioni, ossia di come esse si esprimono, avviene attraverso il corpo e le espressioni facciali. Lo studio più esteso che lo psicologo di Harvard, R Rosenthal[4], nel 1965, ha compiuto sull’empatia, lo ha visto osservare le espressioni facciali ed il linguaggio del corpo riuscendo a misurare questa capacità di leggere i sentimenti dell’altro. Stabilendo così che la capacità di leggere i sentimenti altrui (empatia) permetteva di stabilire migliori rapporti con gli altri. Dai risultati dello studio realizzato su uomini e donne, sono le donne ad essere più capaci di provare empatia, poiché sono più attente alla comunicazione non verbale. 
Tuttavia, sono i bambini a tenere un primato sulla capacità di cogliere la comunicazione non verbale, con tutte le sue segnaletiche espressive e gestuali. Infatti, sono loro quelli  più capaci di cogliere le espressioni emozionali ed i messaggi non verbali con cui gli adulti interagiscono.
Da dove arrivi la loro abilità, sembra del tutto naturale: se pensiamo che nel rapporto con gli adulti che di lui si prendono cura, il bambino nei primi 3 anni di vita utilizza massimamente il linguaggio non verbale ed emozionale Egli è un esperto di emozioni, capace di gestire e controllare gli stati emotivi dell’adulto per ottenere vantaggi affettivi. D’altra parte, sappiamo che fin verso i 3 anni il suo sviluppo ippocampale, quindi della memoria di impegno e del successivo apprendimento del pensiero logico, non si forma.

Continuando il nostro percorso per scoprire come funziona l’empatia, consideriamo ora una ricerca che venne realizzata nel 1989, presso il California Institute of technology, dallo psichiatra Leslie Brothers e che gli venne pubblicata sull’ “American Journal of Psychiatry”con un articolo di grande interesse sulla «biologia” della empatia» [5]
Lo studioso rilevava un circuito costituito dall’amigdala con le sue comunicazioni-connessioni attraverso aree associative della corteccia visiva: circuito cerebrale che risultò essere fondamentale per il processo biologico dell’empatia.
Gli studi e l’analisi comparativa fatta sui primati, così vicini a quelli umani per i legami ”sociali” che sono in grado di costruire, dimostravano come questa forma di “comunicazione emozionale” fosse attiva anche per loro, all’interno dei loro processi sociali. Le regioni corticali dove sono concentrati i neuroni specifici per le emozioni, presentano un numero maggiore di connessioni con l’amigdala: le risposte appropriate arrivano grazie alla lettura delle emozioni che coinvolge il circuito tra amigdala e corteccia.

Lo studio sull’empatia, oltre che sui bambini, è stato realizzato attraverso l’osservazione di adulti in coppia. Questo tipo di rilievi sulla comunicazione del linguaggio del corpo, ha evidenziato come la sintonia e sincronia della comunicazione fisiologica ed emozionale seguono un rispecchiamento rilevabile attraverso l’osservazione delle coppie: dove in esse l’imitazione fisiologica era più “vicina e a “specchio”, i ricercatori riuscivano a correlarne i parametri e i ritmi fisiologici identici (battito cardiaco, la sudorazione, le espressioni facciali).
A compiere questo studio è stato lo psicologo Robert Levenson in collaborazione con Anna Ruef, presso la California University di Berkeley nel 1992[6].
L’empatia, quindi, si presenta come un modello relazionale oltre ad uno schema fisiologico, in risposta a processi evolutivi adattivi che ci permette di sentire una profonda vicinanza con gli altri; come anche di essere altruisti, altra qualità della nostra umanità.

 Quanto ci serve sviluppare competenze di empatia?
Tanto! Attraverso queste indagini, nella completezza dei settori in cui sono state realizzate, sappiamo che in qualsiasi ambito lavorativo, personale e relazionale, saper esprimere empatia verso gli altri ci permette di vivere una vita più ricca di relazioni e soddisfazioni. Da più punti di vista: in termini sia di salute psicofisica, sia sul versante della gestione dello stress. Infatti, per disporsi verso gli altri abbiamo necessità di stare in una condizione di calma e questo vuol dire che rispetto allo stress[7], lo stato di calma corrisponde ad una condizione di perfetto rilassamento, con basso consumo di energia. Tale condizione, in termini neurofisiologici corrisponde allo stato parasimpatico[8], con i caratteristici parametri corrispondenti alla distensione e al rilassamento.
Pensiamo, ad esempio, come il sistema parasimpatico, (unitamente al simpatico) regola l’attività sessuale. In questa regolazione, troviamo che nelle aree attivate tra cervello e sistema nervoso autonomo viene rilasciato l’ormone, “ossitocina”, detto anche l’ormone della maternità, perché serve a stimolare la produzione di latte materno. Però si è osservato che l’ossitocina viene prodotta anche dal cervello, in particolare, alle aree in cui essa viene rilasciato corrispondono attività sociali; dei rapporti e legami familiari; della coppia e della amicizia. Quando viene prodotta ossitocina, le connessioni tra neocorteccia ed amigdala viaggiano all’unisono, in perfetta sintonia; le energie impiegate sono basse; il dispendio dello stress ridotto; l’adattamento avviene a livelli di vantaggi alti e costi bassi per i relativi consumi.
Inoltre, scopriamo come attraverso simili modalità si sia arrivati allo sviluppo di un tipo di intelligenza sociale creativa ed associativa!

 Estratto dal libro Nutri*Ment*Azione,Il segreto della vitalità sta nelle difese psicologiche ed immunitarie insieme, da me scritto insieme all'Immunologo Angelo M.Di Fede.
Ed.AV, 2017.










[1] Cfr. D. Goleman, F.B. Tichener M. Hoffman R. Rosenthal, in Le radici dell’Empatia, cap.7, p.127; Intelligenza Emotiva 1995; ed.it. Rizzoli 1996
[2] Le due ricercatrici sono citate in D. Goleman, Intelligenza emotiva nel cap. Radici dell’Empatia pg.127
[3] La neuroscienza sociale dell’Empatia- T.Singer e Clauss Lamm, trad.G.R.Gabbard,https://el.unifi.it/pluginfile.php/63534/mod_resource/content/1/La%20neuroscienza%20sociale%20dellempatia.pdf
[4] Ho trovato un’accurata trattazione sullo studio di R. Rosenthal e sulla comunicazione non verbale in M. Pagni, La comunicazione autentica, 2008, Apogeo.
[5]  A biological perspective on empaty di Leslie Brothers, in American Journal, pubblished online: April 2006; citato anche in A Preti , Il terzo escluso. psicopatologia del rapporto con l’altro” 2006,

[6] R. Levenson citato in “Le radici dell’Empatia” da D. Goleman, Intelligenza Emotiva, 1996
[7] Lo stress attiva la risposta di adattamento con le relative produzioni di adrenalina e di cortisolo, tipiche dello stato simpatico, opposto a quello parasimpatico.
[8] Il sistema parasimpatico costituisce l’altro sistema, opposto a quello del simpatico, alla sua attivazione viene  rilasciato l’ormone ossitocina. Il loro equilibrio costituisce l'attività di regolazione degli organi interni da parte del sistema nervoso autonomo, un sistema automatico che prescinde dalla nostra volontà.














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giovedì 17 agosto 2017

CERVELLO, IMMUNITA' ED EMOZIONI



Cervello, Immunità ed Emozioni

Siamo partiti da un articolo passato tra le pagine FB di questi giorni. Il tema era rapporto tra emozioni e salute. Quanto le Emozioni influenzano il nostro stato di salute?
E' stato perciò inevitabile citare il libro che con me Angelo M.Di Fede, noto ed apprezzato immunologo di Parma, ha scritto: psicologia ed immunologia a confronto con le nostre relative esperienze cliniche ed una comune esperienza. Il libro è, infatti, il racconto di due anni di vita associativa che insieme abbiamo vissuto tra seminari, work shop conferenze ed interviste...(ASS.PSICOIMMUNOLOGIA ITALIANA. DifendiAMOlaSalute) Alcune pagine che mettiamo volentieri a disposizione di lettori "rapidi" che siano interessati dal tema e che si sentano, così, invogliati a leggerci;)

Ecco alcuni passaggi interessanti sul rapporto tra emozioni, cervello ed immunità...
Da NUTRI*MENT*AZIONE il segreto della vitalità sta nelle difese psicologiche ed immunitarie insieme; autori Annamaria Agnano ed Angelo Maria Di Fede.

Nel capitolo 3°, chi legge vede un passaggio temporale nel quale più discipline compiono studi e ricerche di psiconeuroimmunologia, definita PNI; poi, successivamente, di PNEI, psiconeuroendocrinoimmunologia. Gli studiosi,  attraverso il loro approccio multidisciplinare, definiscono uno PSICORGANISMO di network di sistemi tra loro collegati e connessi che comunicano incessantemente. Ed è in questa chiave avanzata che rileggiamo l'equilibrio tra salute e malattia; con le emozioni che comunicano direttamente con la cellula immunitaria. Il libro traccia nella sua scrittura brevi momenti di riepilogo, di sintesi, dei report, per dare riferimenti chiari di come diverse discipline e i loro studiosi siano stati in contatto multidisciplinare, consentendo alla ricerca di fare balzi innovativi epocali.

I primi passi della PNI*  1974-1993
Lo psicologo americano Robert Ader getta le basi della psico neuro immunologia. Attraverso la sua ricerca sui ratti, osserverà che il sistema immunitario ed il cervello comunicano fittamente.
L’Immunologo David Felten,con sua moglie Suzanne e il loro gruppo di ricercatori per la prima volta parleranno di senso del sé dell’organismo.
                                                                     
Il Neurofisiologo Francisco Varela “ parla del sistema immunitario definendolo “cervello del corpo” come in grado di intercettare, riconoscere cellule “ estranee “ (virus, batteri,  funghi e cellule tumorali) e distruggerle.

David Felten, immunologo, osserva come il Sistema Nervoso con le sue cellule e le loro terminazioni nervose è in contatto con le cellule immunitarie e le stimola nella loro funzione, regolandone le risposte. Se vengono interrotti i contatti tra terminazioni nervose e le cellule immunitarie, la risposta immunitaria. viene alterata.
In condizioni stressogene (Hans Selye, sindrome di adattamento generale) , gli ormoni rilasciati in risposta allo stress ( adrenalina, noradrenalina, cortisolo, prolattina oppiacei: endorfine ed encefaline), vengono liberati alla loro massima concentrazione nella fase successiva dell’evento stress, influenzando il comportamento delle cellule immunitarie che si riducono vistosamente: l’impatto ormonale le deprime, quello oppiaceo le droga.
Se lo stress è cronico, questo quadro si ispessisce con la alterazione della risposta immunitaria(con la bilancia che si squilibra).

Le emozioni, positive e negative, hanno sede nell’amigdala che comunica con l’ipotalamo e la neocorteccia, influenzando la risposta dello stress: quelle positive migliorano la performance di risposta adattiva e delle prestazioni immunitarie.
                                                                            
Le emozioni negative influenzano il processo immunitario ed hanno effetti sul sistema cardiovascolare (Friedman e Bootby-Kewley)

Rabbia ed ostilità quali fattori emozionali di rischio
Gli studi di Redford Williams, psicologo e neuroscienziato presso la Duke University, correlano la collera/ostilità ai fattori di rischio fumo, ipertensione.

Gli studi su soggetti cardiopatici del cardiologo Peter Hoffmann, correla attacchi di collera ed ostilità come fattori stressors che producono micro lacerazioni ai vasi con la probabilità di coronaropatia.
Lo studio della Harvard Medical School evidenzia che la collera aumenta il rischio di arresto cardiaco e in soggetti cardiopatici questo rischio aumenta del doppio.

B.McEwen, Psicologo della Rockefeller University, evidenzia i legami tra stress e compromissione della funzione immunitaria; aumento di vulnerabilità ad infezioni virali; aumento della formazione di placche che conducono all’aterosclerosi; coagulazione del sangue con esito di infarto miocardico, accelerazione del diabete fi tipo I e di tipo II. Ulcerazione del tratto gastro-intestinale e morbo di Crohn.  Danni neurologici, con riduzione dell’area ippocampale e  riduzione della memoria.
Lo studio verrà pubblicato sul numero del 18 Febbraio di Proceedings of National Academy of Sciences 2003; Stress e carico allostatico 2000.

*PNI Psiconeuroimmunologia. da qui si evolve PNEI Psiconeuroendocrinoimmunologia

NUTRI*MENT*AZIONE il segreto della vitalità sta nelle difese psicologiche ed immunitarie insieme 
Ed. Associazione PsicoImmunologia Italiana Aps & AV EDITORIA
Riferimento bibliografioc: cap. 3° par 3.4  Ansia e Stress pp68-73;par.3.6Lo stress psichico e le emozioni nello sviluppo dei fattori dell malattia e della salute.pp. 74-82

Per saperne di più su NUTRI*MENT*AZIONE, il Segreto della vtalità sta nelel difese psicologice ed immunitarie insieme,  contattami al mio ind.e-mail annamaria.agnano@gmail.com

lunedì 14 agosto 2017

SPECIALE MAMMA E PAPA' IN "GRAVIDANZA LEGGERA"


SPECIALE MAMME IN "GRAVIDANZA LEGGERA "


La vita fetale: tra magia ed evoluzione
Una ricca raccolta dettagliata di importanti studi e ricerche internazionali ci permette di sapere quanto la formazione fetale psicologica, sensoriale e funzionale, avvenga in un ambiente “fortemente interattivo”. Attraverso l’interazione che si stabilisce tra il corpo materno, il suo grembo e il feto, la vita fetale si scopre sempre più come un ambiente stimolante; non solo per gli stimoli che il feto riceve. Ciò che rileviamo, infatti, sono le sue risposte, stupefacenti, per molti aspetti. Un ambiente circolare e dinamico che, in questo modo, gli apre una variegata esperienza percettiva, di memorie dei sensi (tatto e contatto; olfatto; gusto). Saranno queste memorie ad attivarsi, al momento della nascita, quando il neonato costruirà l’esperienza diretta utilizzando il suo repertorio percettivo-sensoriale precostituito nel tempo/spazio prenatale: ed è su questo repertorio che costruirà progressivamente il suo sviluppo, come campo base per scalare la sua futura crescita.

La vera  nascita è nella relazione che da subito si stabilisce tra ambiente fetale ed ambiente mamma&papà
Il periodo prenatale si svela come fondamentale per la nascita “emozionale e psicologica” dell’uomo: nel suo ambiente "fetale"il feto non sta semplicemente crescendo. Risponde ed interagisce: in una relazione chiara ed intenzionale che intreccia con l’ambiente intrauterino e l’ambiente extrauterino. Già nasce, nella relazione che viene stabilita, attraverso la comunicazione emozionale data dalle carezze; dai giochi; dall’ ascolto delle voci materne e paterneLa nascita è già un evento psico-sociale, poiché è  già determinata dalla relazione in grembo. L’essere umano, così conosciuto nella sua evoluzione, lo scopriamo capace di entrare in relazione con il suo ambiente uterino familiare; di riceverne stimoli; adattarsi ad essi e rispondervi. 
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La comunicazione a tre come base relazionale nella interazione della gravidanza
Riflettiamo sul profondo senso della comunicazione a tre che si stabilisce già nel periodo di gravidanza. Potremmo considerarlo un triangolo di relazioni che, attraverso le interazioni di gesti e toni, comportamenti del padre e della madre, si arricchiscono delle risposte che il piccolo essere attiva.
Possiamo, dunque, pensare che la maternità e la paternità siano la stessa, potenziale, condizione relazionale che i genitori in formazione possono e debbono promuovere, alla luce di queste conoscenze? E chiederci quanto utili e preziose sarebbero se fossero tradotte come pratiche di accudimento e di crescita dei 9 mesi di gestazione.
È utile dunque considerare come le conoscenze si debbano trasformare in Linee Guida, e di lì, in Buone Pratiche.

PROGETTO "GRAVIDANZA LEGGERA"...Per saperne di più contattaci al nostro indirizzo:
e-mail annamaria.agnano@gmail.com e associazionepsicoimmunologiaitaliana@gmail.com









giovedì 15 giugno 2017

INIZIATO IL NOSTRO GIRO DI PRESENTAZIONE DI NUTRI*MENT*AZIONE...UN LIBRO DI SCIENZA IN CAMMINO!



UN LIBRO CHE RACCONTA LA SCIENZA IN CAMMINO...


Il racconto, le scene riportate di due anni di un percorso fatto di incontri e seminari, conferenze e work shop comunicando alle Persone la Salute Emozionale ed il Ben essere del corpo, della sua "Intelligenza Cenestesica" dal punto di vista immunitario, psicologico, nutrizionale e di altri punti di vista scientifici e di medicina integrativa.
Abbiamo iniziato il viaggio di presentazioni, prima tappa, Campogalliano: sabato scorso, 10 Giugno 2017, dove ha sede l' Associazione Psicoimmunologia Italiana Difendiamo la Salute;nella la sala comunale di S.Rocco, un luogo raccolto e denso(era una chiesa, una volta!) che ci ha ospitato in un clima speciale.

Una mattina piacevole e ricca di emozioni, condivisa pienamente da presenze a me care, e da altre, Ospiti coinvolti e sorridenti.Con un piccolo miracolo che è avvenuto...in pochi secondi abbiamo tirato giù i muri delle culture che ci contrappongono  e che delle nostre differenze fanno miseria. Un raggio di sole entrato insieme alla domanda di una giovane ed acuta adolescente...e da lì le presenze, l'energia che non ha confini, nè muri, nè pregiudizi, ci ha permesso di sentire un profondo senso d'unione e di vicinanza nella condivisione di memorie e confronti, passato e geografie emozionali...una gioia se ci penso!
Anche il GUSTO è stato un momento dedicato, grazie al ed in compagnia  del buon Pane PRIMUS, con il suo ideatore e produttore, Sandro Santolin.  Effervescente la sua descrizione, non del suo prodotto, è apparso evidente, quanto della sua passione della ricerca, che ne ha tracciato il percorso.

Se pensiamo all'inzio, semplice ma ricco di senso che si è sprigionato in quella mattina, in un luogo così particolare e raccolto... non posso che immaginarmi l'Estate che verrà...con il nostro viaggio di presentazioni di NUTRI*MENT*AZIONE, un libro dalla scrittura condivisa; nel racconto che fa del cammino che stiamo facendo insieme alle Persone per trasmettere loro conoscenza, ma non solo; un luogo, quello con gli altri, nel quale confrontarsi, oltre che apprendere;essere accolti in un clima ironico e anche comico che si sviluppa nella nostra comunicazione, mia e di Angelo M.Di Fede.Un clima lieve e semplice per sollevare e levare un'esperienza concreta di quello che è costantemente presente nella nostra vita e a noi stessi:IL CAMBIAMENTO...tra malattia e salute Noi cambiamo costantemente, tra adattamenti evolutivi, nel fiume della nostra vita.

PER APPROFONDIRE NUTRI*MENT*AZIONE
Questo libro raccoglie una serie di interventi, seminari e confronti multidisciplinari che, nel corso degli ultimi due anni, hanno tracciato le linee guida di una scienza in cammino, la PsicoImmunologia, che guarda alla promozione dei concetti di salute alimentare e di benessere emozionale. Promuovere, appunto.
 Dunque non soltanto prevenire e curare, ma anche e soprattutto incoraggiare e favorire uno stile di vita alimentare e mentale, in grado di generare nuove sensibilità, nuove abitudini, nuove strategie di adattamento, che ci permettano di sostenere e supportare un cambiamento improntato allo sviluppo della nostra salute emotiva. Mens sana in corpore sano, dicevano i nostri padri. Corpus sanum in mente sana, vorremmo aggiungere noi: mente, emozioni, corpo, sono uniti quando fluiscono con la stessa energia (dal greco “energeia”, energia è anche Potenza dell’Organismo)!
La terza parola che compone il titolo di questo libro, azione, sta dunque a significare la possibilità di operare scelte attraverso un processo consapevole ed espressivo, che ci consenta di realizzare il senso di coerenza profondo che solo può mantenerci saldi quando ci chiediamo: perché cambiare?

Alla prossima presentazione che ci sarà a Cremona, in un altro luogo speciale...Ma poi vi racconteremo!
A presto
La Vostra Annamaria

Se vuoi scrivermi  e commentare inviati ad annamaria.agnano@gmail.com




lunedì 1 maggio 2017

... LA RABBIA CHE INCENDIA



...LA RABBIA CHE INCENDIA



Ma sapevi che tra le emozioni "negative" la RABBIA è quella che "INCENDIA" letteralmente il nostro sistema? Ed in particolare,  essa agisce come attivatore del processo dello stress, la cui pervasività e durata arriva a compromettere la funzione immunitaria con lo sviluppo di patologie anche gravi. 
Noi sentiamo le nostre emozioni come un dato semplicemente esperienziale, che ci attraversa il corpo con tutte le sensazioni possibili legate e collegate alla situazione in cui "entrano in gioco". Ignoriamo, invece, che le emozioni hanno una loro funzionalità strutturale per il nostro super Organismo, ossia per il nostro sistema immunitario. Perché, alla fine, come accade per la rabbia,  entra in relazione con il sistema immunitario, ed è lì  che va a riversarsi come un fiume in piena!

La rabbia, ci evidenzia rilievi particolarmente importanti sullo stress e sullo sviluppo di patologie correlate proprio al processo dello stress. A segnalarci la rabbia, come anche le altre emozioni, è l’amigdala: il suo nome deriva dal greco, vuol dire mandorla poiché ne ha la forma. L'amigdala trova la sua sede nell'area limbica, la parte arcaica del nostro cervello evoluto (neo-corteccia).  L'area limbica è la parte emozionale su cui si è sviluppata nel corso del processo evolutivo la nostra intelligenza sociale e cognitiva, grazie allo sviluppo della neo-corteccia, o cervello moderno, che ci differenzia dai nostri amici animali e piante). 

Se vogliamo immaginare cosa fa per noi Amigdala, pensiamo ad un "dispositivo emozionale di allerta" che la rabbia iper-attiva, iper-eccita. In queste situazioni, infatti,  l’amigdala prende  un percorso a scorciatoia, una via direttissima (cosa che non accade quando invece essa, in un circuito virtuoso, collabora con la neocorteccia, la nostra area della logica e del ragionamento in un percorso "autostradale"). La scorciatoia rompe ogni logica:  ecco perché, anche se non si conoscono subito i motivi della rabbia, essa cattura, predomina ed intrappola chi "si arrabbia"

Le emozioni svolgono una funzione adattiva fondamentale per il nostro organismo, dal punto di vista elettrico e chimico (il cervello elabora gli stimoli del mondo, interno ed esterno, attraverso attività elettrochimiche). Infatti, le implicazioni emozionali, così come noi le viviamo secondo gli stati di coscienza, tracciano percorsi elettrochimici, neurofisiologici, in reti di processi di interazione del sistema nervoso ed ormonale con quello immunitario. Ed attraverso l' associazione sinaptica (comunicazione delle cellule nervose) di aree, quella limbica dove le emozioni "abitano", con l’altra neo-corticale (lobi frontali), esse definiscono circuiti neuronali complessi per i quali la mente è il prodotto dei processi psichici, ma, a sua volta, la mente influenza e costruisce in modo plastico il cervello e le sue strutture!

B.McEwen, psicologo dell'Università Rockefeller, nel Colorado, evidenzia i legami tra stress e compromissione della funzione immunitaria; con l'aumento di vulnerabilità ad infezioni virali; della formazione di placche che conducono all’aterosclerosi; coagulazione del sangue con esito di infarto miocardico, accelerazione del diabete di tipo I e di tipo II; ulcerazione del tratto gastro-intestinale e morbo di Crohn.  Danni neurologici, con riduzione dell’area ippocampale e  riduzione della memoria.
Se fino ad oggi, è valsa  convinzione  che arrabbiarsi con l'altro che "ci fa arrabbiare" sia: 
1)  un modo di sfogarsi; 
2) una soluzione utile per l'altro... perché "così prende atto e capisce";
3) la possibilità che "le cose cambino"...
alla luce di quanto la ricerca ci dimostra, 
questa falsa convinzione deve cedere posto a nuove soluzioni possibili.

Ma è possibile cambiare il percorso della rabbia ed invece che subirla, dirigerla? Mi verrebbe di rispondere immediatamente di sì...senonché mi arriva, più rapida, una considerazione... con qualche dato alla mano!

Rabbia ed’ostilità ritenuti "fattori emozionali" di rischio.
Dagli anni 90, tutta una serie di studi, alcuni li cito, si sono occupati della rabbia proprio come fattore emozionale del disturbo psicosomatico.
Gli studi di Redford Williams, presso la Duke University, nel North Caroline correlano la collera/ostilità ai fattori di rischio fumo, ipertensione.
Gli studi su soggetti cardiopatici del cardiologo Peter Kaufman psicologo e neuroscienziato del Duke Center nel North Carolina, correla attacchi di collera ed ostilità come fattori stressors che producono micro lacerazioni ai vasi con la probabilità di coronaropatia.

Lo studio della Harvard Medical School, Università a Boston, Massachusetts, evidenzia che la collera aumenta il rischio di arresto cardiaco e in soggetti cardiopatici questo rischio aumenta del doppio.

Le emozioni negative influenzano il processo immunitario ed hanno effetti sul sistema cardiovascolare (Friedman e Bootby-Kewley).

Un ultimo studio di B.McEwen, che il massimo esperto di Psiconeuroendocrinoimmunologia italiano Francesco Bottaccioli ha riportato in un articolo su Repubblica Salute, nel Marzo 2003,
ha dimostrato che lemozione arriva a comunicare direttamente con la cellula immunitaria, mettendola in uno stato di squilibrio.

Ora mi fermerei qui... i dati "decidono" per noi...O no?
E dunque, continua a seguirmi che potremo approfondire;)                               annamaria.agnano@gmail.com








giovedì 20 aprile 2017

QUANDO MAI PENSERESTI CHE LO STRESS E' UTILE?

QUANDO MAI PENSERESTI CHE...
LO STRESS E' UTILE?


Se ci pensi bene, uno dei maggiori pregiudizi del nostro secolo coincide con l'idea che lo stress sia qualcosa di negativo e da eliminare. 
Quante volte ci succede di pensarlo o di sentircelo "addosso" nel corso della giornata, nelle relazioni con gli altri...  Per questo, sempre di più cerchiamo dei modi per trovare benessere (fughe...voli...???), certi che stress e benessere non hanno effettivamente niente in comune. 
Eppure questo è un pregiudizio molto forte ed è anche una falsa credenza.
Dobbiamo invece sapere che senza stress noi saremmo morti. 
No, non ti stai sbagliando, hai proprio sentito "saremmo morti! (e ti posso garantire che saremo morti quando non lo sentiremo più ;)

Di fatto, lo stress risponde ad una funzione di adattamento all'ambiente in un processo neurofisiologico che attiva il nostro organismo a rispondere appunto con questo tipo di risposta adattiva. Mettendo in campo tutte le nostre risorse psichiche, ormonali, immunologiche che unitamente compongono un vero e proprio network;  con le emozioni con i loro correlati sentimentali, che hanno anche a che fare con la nostra coscienza e con l' umanità che in noi si anima!
Tutte le volte che questo accade noi aumentiamo la nostra capacità adattiva ai problemi che troviamo nel nostro ambiente esterno ed interno... lo stress ci permette di  
*adattarci all'ambiente;                                 
* risolvere problemi;                                       
*trovare soluzioni innovative oltre a soluzioni che non stanno funzionando 
(Le soluzioni possono davvero diventare problemi nuovi oppure peggiorare i problemi, o     no, lo hai pensato qualche volta?).

Allora com'è che noi arriviamo a pensare male dello stress? Perché gli addebitiamo i peggiori effetti e cause?

A pensarci bene è proprio il pregiudizio sullo stress che crea lo stress distruttivo. So che questa è affermazione forte... E tuttavia dimostrabile e perciò ne parliamo, seguimi!
Nel modo di affrontare lo stress relativamente a fatti che ci "succedono", noi abbiamo la Potenzialità di scoprire-inventare -trovare nuovi modi di approcciare; pensare, fare, ripensare "
 E quindi fare il cambiamento possibile! 
Il cambiamento è proprio qualcosa che cammina con noi oppure siamo noi che camminiamo nel cambiamento, continuamente. Pertanto lo stress è una risposta della nostra vita organica emotiva e spirituale (anche OMS,Organizzazione mondiale della sanità ha suggerito questa definizione a proposito del nostro benessere e salute, nel lontano 1948!)

Certo dovremmo chiederci come all'inizio di ogni cosa che viviamo, qual è l'approccio che noi usiamo nel momento in cui affrontiamo le cose che ci capitano?  E in queste situazioni, la nostra aspettativa ha una prospettiva? 

Perché se l'aspettativa ha prospettiva, allora sì che le cose cambiano mentre noi possiamo cambiare…
Se ci pensi bene, ciò che costruisce arcipelaghi di stress e montagne rocciose di stress, è proprio il rapporto tra aspettativa e mancanza di prospettiva… Se la mia aspettativa non ha nessuna visione, se ciò che sento non lo vedo realizzabile, allora io non vedo possibile operare un cambiamento. 

Perché ciò che non vedo non esiste! 

E questo noi non possiamo tollerarlo e nemmeno sopportarlo!
Perché l' impasto con cui siamo fatti, l'intelligenza multipla che potenzialmente abita dentro di noi, può generare cose ritenute impossibili... risolvere montagne di problemi, e non solo smuovere montagne!

Ma di che pasta siamo fatti noi? Ne parleremo al prossimo post...

Ciao e continua a seguirmi;)... 
Scrivimi annamaria.agnano@gmail.com




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