LE PERCUSSIONI SENTIMENTALI
Ben trovati
tutti, carissimi e Buon Anno Nuovo.
Eccomi alla soglia di questo 2014 a riprendere il filo prezioso che intesso nel proporvi i temi che, a partire dal mio quotidiano e non, sento di voler approfondire e condividere con Voi.
Oggi il tema ha a che fare con i sentimenti e con le percussioni sentimentali. A cosa mi riferisco? Provate a darmi una mano e chiedetevi
quante volte vi succede che in qualsiasi circostanza, lavorativa, in autobus,
ad un convegno o in palestra e se invece volete aggiungere altri momenti in cui
vi è accaduto, vi siete trovati di fronte ad una persona conosciuta oppure mai
vista, che vi si è rivolta con fare aggressivo, insolente, gesticolandovi
o mostrando la sua rabbia con espressione "animalesca"...
Quando è stata l'ultima volta? E voi, cosa
avete provato e cosa avete fatto?
L'aggressività può assumere varie forme,
esplicite ed evidenti, come un'espressione del volto, un tono di voce o ancora
un' azione aperta o al suo contrario, nascosta, che arriva attraverso qualcun
altro, come muovere un'accusa indiretta,per esempio! E può arrivare quando non
ci si aspetta quella modalità non controllata, alla quale, magari, si fa fatica
a reagire, a rispondere, provando una sensazione di forte disagio per la forma
di attacco che colpisce. Inspiegabile? Che ferisce e a cui, solo dopo, si
ripensa a cosa si sarebbe potuto o dovuto fare o dire; con quello che rimane di
sgradevole di quell'esperienza...
Cosa fare quando vi trovate una persona
che vi digrigna i denti e vi aggredisce?
La prima cosa che vi chiedo di sperimentare a
fare è di usare una chiave di lettura "straordinaria" e con ciò, non vi
chiedo affatto di diventare voi stessi "psicologi" per comprendere la
persona che avete davanti a voi o quello che vi sta capitando! Penso, invece,
allo strumento più semplice ed efficace di cui avvalersi per "disarmare"
l'altro, soprattutto per disarmare la sua aggressività, almeno in due modi:
fare qualcosa con se stessi; fare qualcosa di diverso nel rispondere all'altro.
Qualcosa che ha a che fare con l'educazione sentimentale: una nuova finestra da aprire sul mondo delle emozioni e dei sentimenti!
Soltanto voltandoci a qualche millennio
passato, l'aggressività è servita ai nostri lontani antenati perché ai loro
tempi evolutivi, l'animalità ancora predominava sulle nuove caratteristiche di
socializzazione che li attendevano di lì a qualche tempo dopo. La conformazione
del viso animalesca, la struttura del cranio, la postura, avrebbero evoluto le
loro forme, assegnando nuove espressioni, più variegate che avrebbero
sostituito quelle aggressive con cui si difendevano in un ambiente ad alta
ostilità. Sino ad assumere la molteplicità espressiva della dolcezza, della
simpatia, dell'empatia e, sempre meglio dentro alle relazioni sociali, della
gentilezza e del sorriso, ideale in un ambiente opportuno e a favore dello
sviluppo di un essere umano. La paura e la rabbia che prima lo dominavano in un
ambiente ostile e pieno di minacce, in uno più sociale e relazionale, si sono
sempre più modulate, sino a stabilizzarsi come meccanismi sani di protezione:
avere paura di fronte ad un pericolo; provare rabbia quando qualcosa che si
valuta come importante viene violato.
E tuttavia, se questi meccanismi sani
vengono, per così dire, usati a vuoto, ossia se avere paura diventa
un'esperienza continua ed attesa; se si continua a provare rabbia, essi perdono la loro
funzione, e finiscono per diventare risposte ripetitive e quindi
schematiche. Quando poi, nelle fasi di crescita, nei contesti scolastici, alla presenza
degli insegnanti e degli altri, quindi nelle interazioni che si stabiliscono all'interno delle relazioni interpersonali, tali
schemi facilmente finiscono con l'essere individuati ed etichettati. E' chiaro che questo
complica maggiormente: da una risposta appresa, si passa ad una risposta attesa
e confermata!Una risposta diviene modo e quindi uno stile, quella risposta
diventa il comportamento; il comportamento etichettato diventa un'etichetta
sulla persona. La persona è così. Essa è il suo comportamento. Ed aspettandosi
che essa vi corrisponda, essa aderirà a questa aspettativa( Autoprofezia verificantesi, P.Watlawick; R.Rosenthal autorealizzazione delle previsioni interpersonali).
COSA C'E' DIETRO ALLA RABBIA?...IN BREVE
Chiunque di noi si arrabbia e quando ci
accade: i muscoli si
irrigidiscono, il battito cardiaco aumenta e il cervello entra in stato di
panico; si altera il ritmo della respirazione, riducendosi lo stato di ossigenazione nel nostro cervello ed organismo. Il nostro “cervello emotivo” e primitivo, prende il sopravvento ed
allora non riusciamo più a pensare in modo lucido e reagiamo in modo incontrollato.
Rabbia e paura hanno lo stesso tipo di impatto emotivo , vere e proprie trappole. Quando poi si prova un senso di panico, impotenza o disperazione, si può imparare a reagire con esplosioni di rabbia, colpendo degli oggetti o urlando;
oppure offendendo ed aggredendo l'altro. La rabbia può essere un
fiume in piena: un'energia irruenta ed esplosiva.
E se viviamo un periodo di stress, è una reazione frequente alla quale cediamo Quando è stata l'ultima volta che avete provato un simile stato?
E la rabbia, tuttavia, può essere sana e
costruttiva quando ci porta a cambiare qualcosa che è il motivo della rabbia
stessa. Quando
agisce come un veicolo che ci guida ad operare un cambiamento, a fare un'azione
che ripara, come un martello che costruisce. Se tuttavia questo è stato un percorso al
quale abbiamo avuto accesso: appreso a fare. Incanalando l'energia rabbiosa e
volgendola verso forme accettabili per noi stessi e per gli altri.
Ma se questo non accade, se diventa frequente provare un senso di panico, impotenza o disperazione, si può imparare a reagire con esplosioni di rabbia, senza riuscire a poterla controllare. E la rabbia è come nebbia, acceca e fa perdere visione di ciò che si ha davanti.
Un vero e proprio incendio, violento, che lascia fumo e distruzione... Chi si arrabbia senza più controllarsi, ha imparato ad allenare una condizione di paura e di impotenza,
da cui emerge la reazione rabbiosa entro un circuito complesso di cause ed effetto. Sono risposte emotive apprese nel corso
dell'infanzia, sin dai primissimi tempi della vita di un bambino, all'interno
delle relazioni affettive, sia dirette, sia attraverso l'apprendimento
osservativo( A. Bandura, Modello dell'apprendimento sociale).
Schemi ben fissati, molto ben allenati che
si ripetono ogni volta che la persona sperimenta la sensazione di impotenza (M.Seligman, Modello di impotenza appresa).
Disattivare l'aggressività come si disattiva un sistema d'allarme
La prima cosa da fare è con se stessi: fermarsi! Come ci si ferma davanti ad
un semaforo rosso... Fermarsi, in quell'attimo, corrisponde allo sforzo più piccolo ed efficace da fare...Una sospensione tra te e l'aggressività dell'altro, un'interruzione che "agisce" senza reagire.Senza alcun consumo di energia personale...la tua!
E riconsiderare l'evento con una domanda" L'aggressività
dell'altro sta colpendo me o è una reazione incontrollabile a colpire lui? Una domanda che "squarcia" ed irrompe sulla vostra reazione nel considerare l'altro che mi ha offeso..."come si permette!"
PERCHE'? Per tenere fuori i vostri sentimenti, preservandoli in un'area protetta, proprio
considerando che i sentimenti dell'altro non sono diretti a voi. ..Provate a chiedervi se "quello che mi vuole trasmettere è la stessa cosa del modo in cui me lo dice. E se sapesse fare qualcosa di diverso e di
più semplice per chiedermi qualcosa per cui io possa rispondergli direttamente, lo farebbe?
Infatti, in quel momento quel gesto,
espressione e modalità aggressivi, gli costano molto più di quanto gli
costerebbe fare qualcosa di diverso.
Separate la sua reazione dalla intenzione che la muove: quella reazione che osservate è
incontrollata e ben lontana da voi che, apparentemente, ne siete bersaglio e distante da quello che la persona vorrebbe ottenere, ossia
diversa dalla sua intenzione che, invece, trova quell'unica via, senz'altro
ripetitiva e schematica.
Sapete, ad esempio, semplicemente, che i muscoli del nostro viso che si attivano attraverso la rabbia, con l'aggressività sono per
lo più tutti impegnati nella "espressione rabbiosa" e
"contratta"? E che invece, sorridere ci costa veramente pochissimo lavoro muscolare; ancor meno stare distesi e rilassati! Il più semplice gesto espressivo a costo energia quasi zero...
Piccolo test di verifica da fare adesso!
Verificate come i muscoli contratti del vostro viso sono collegati alla respirazione attraverso il semplice test del respiro: quando siete arrabbiati e quindi quando i muscoli facciali sono contratti, come respirate? E quando, invece, siete distesi e rilassati cambia il vostro modo di respirare? Provate semplicemente a farlo e misurate la vostra respirazione.
FATTO? Cosa è successo?...
Infine, il passo ultimo: cosa dire all'altro? Sintonizzarsi sulla sua intenzione e sul vostro contributo a realizzarla.
Usate la chiave sentimentale: pensate a cosa volete ottenere( che può essere anche evitare lo scontro con l'altro, o al suo contrario, dargli una risposta come si deve!)
Pensate al vostro piccolo sforzo che è quello di stare fermi con voi stessi; ripensate a quello che volete ottenere; ed agite da fermi per aprirvi ad una vostra scoperta con la chiave sentimentale, come la chiave che vi apre porte a luoghi mai visti ed esplorati!
"Dev'essere importante ciò che ti spinge a reagire in questo modo e quindi, dimmi come posso contribuire a realizzare la tua intenzione?Cosa posso fare io per questa intenzione?
" Questa è la domanda che dovete rivolgere all'altro, uscendo dalla dimensione della sua reazione.
La chiave sentimentale porta in sé potenziali enormi che se espressi, appunto, danno potenza. Bisogna incominciare ad allenare questi potenziali, usando la vostra chiave come quando la inserite nel chiavistello per aprire la porta e stavolta, per accedere ad un luogo sorprendente...Perchè no?
A presto.
La Vostra Annamaria
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