venerdì 30 agosto 2013

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA RESILIENZA E FELICITA'

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA
RESILIENZA E FELICITA': MA IN FONDO ESISTE UN SEGRETOPER LA FELICITA'? 2a parte



Dall’adattamento alla resilienza           


E’ proprio a questa condizione di tolleranza nel percepire lo sforzo, che noi Psicologi riferiamo la resilienza, che rappresenta la modalità con la quale siamo in grado di sostenere ed affrontare la dura prova o situazione pesante che ci capita, senza esaurire la nostra forza ed energie. Rimanendo, come si dice negli ambiti della ingegneria  o della fisica, plastici  come accade per i sistemi antisismici quando avviene un terremoto. 
Resilienti sono  quelle modalità negli atteggiamenti, comportamenti, linguaggio interno ed esterno;
l’approccio mentale ed emotivo, con cui ciascuno di noi affronta le avversità della vita per le quali ci si deve adoperare per risolvere e cambiare, uscendo da quella situazione. 

Il linguaggio e la lingua sono profondamente  interagenti con la resilienza: infatti il linguaggio e la lingua che sono delle rappresentazioni, influenzano e condizionano fortemente l’esperienza stessa . Ad esempio, nella nostra cultura occidentale siamo convinti profondamente che la parola calma significhi staticità, ma ad esempio nella lingua orientale essa significa cavalcare con fermezza i mutamenti.


Se dovessimo tradurre” resilienza”  potremmo pensare ad alcune modalità con cui ci esprimiamo ossia ascoltare, provare empatia e vicinanza con gli altri intorno a noi; provare interesse e curiosità; collaborare e condividere; trovare risposte e soluzioni nuove e  creative; sapersi accollare la responsabilità degli errori ed insuccessi senza imputare ad altri la responsabilità , sapendo fare autocritica costruttiva.


La resilienza corrisponde ad una modalità di risposte creative, per le quali sembra proprio che la persona riduce il suo livello di stress,  combattendo  in modo  meno rigido e schematico( che corrisponde alla resistenza)  cioè plastico (per meglio seguire il termine usato nella fisica piuttosto che in ingegneria dei materiali; o nella Teoria dei sistemi sociali) con gli eventi  drammatici che vive, attraverso quelle che vengono definite vere e proprie competenze o abilità relazionali. Una tra le prime, è la capacità di provare un vero interesse per gli altri, mettendosi a loro disposizione  ed al loro ascolto; riuscendo a sintonizzarsi e  sentire le loro emozioni; con una tendenza comunque a dichiarare i loro bisogni, trovandosi quindi a rispondere alle tensioni e agli urti che nelle relazioni si possono facilmente presentare, i in modo da ridurre il conflitto.

Nella resilienza troviamo anche una propensione a collaborare con gli altri riuscendo a lavorare in gruppo: a cooperare. Per darvi un’immagine chiara della cooperazione, provate a pensare ad un alveare, o al percorso delle formiche verso il loro formicaio mentre trasportano particelle di cibo. Vi è successo di osservarle?
D’altronde, molta ricerca ci arriva proprio dal mondo degli animali( studi di etologia comparata) che meglio ci aiuta a comprendere quello umano e dei comportamenti, individuali ed interpersonali dei gruppi. 

Anche stavolta qui mi fermo, per una migliore lettura e comprensione del tema, che spero vi interessi molto!

Aspettando vostri commenti, Vi saluto!


A presto 
La Vostra Annamaria





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giovedì 29 agosto 2013

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA - RESILIENZA E FELICITA'?


RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA

RESILIENZA E FELICITA'…Ma in fondo, esiste un segreto per la felicita? 
1° parte


Perché due persone reagiscono in modo diverso rispetto allo stesso evento drammatico o difficile che  si trovano a vivere? Che cosa interviene o condiziona le loro differenti reazioni e stati d'animo? Ve lo siete mai chiesto? Nel nostro percorso evolutivo attraverso i millenni, ci siamo attrezzati, per cosi ì dire, adattandoci  al nostro ambiente e sopravvivendovi. 

Non e’ stato forse così per i nostri antenati precursori che hanno dovuto affrontare condizioni estreme? Modificando  le loro abitudini e cambiando anche ambiente, perché quello in cui avevano vissuto fino a quel momento non era più sicuro, o non garantiva loro condizioni di sopravvivenza ! 

Se approfondiamo cosa  è successo nel corso di questa evoluzione, scopriamo che abbiamo costruito una soglia di adattamento, ossia siamo diventati capaci di “allarmarci” in situazioni di difficoltà; oppure ogni volta che il nostro equilibrio raggiunto viene messo alla prova da qualsiasi cosa ci succede(situazioni esterne o interne al nostro organismo che possiamo qualificare come stress). E in queste situazioni di squilibrio, siamo in grado di allertarci. Infatti, è proprio questo che accade dentro di noi, scatta un meccanismo di allarme: il cuore si accelera, il respiro affannoso, e, tutti noi,  sappiamo cosa accade in quei momenti. Un piccolo e semplice esempio. Vi sarà successo almeno una volta, d’improvviso, mentre state guidando, un gatto, ad esempio, ( e non necessariamente deve essere nero!) vi si para davanti e voi, all’ultimo istante, fate una rapidissima manovra di sterzo per evitarlo! Vi ricordate quella specie di vuoto che vi sale allo stomaco? E’ l’adrenalina: l’allarme rispetto al quale vi si accelera il ritmo cardiaco ed il respiro sembra diventare corto, sudate!  Vi trovate, quindi, in uno stato di totale vigilanza(detto stato di lotta o fuga) e siete pronti ad affrontare quella situazione; così, i vostri sensi allertati vi fanno fare qualcosa di preciso, di rapido. Dunque sterzate per evitare il gatto…Dopo di che, lentamente il vostro cuore decelera, anche il respiro e l’intero organismo  abbassa le sue risposte.  E voi, riprendete tranquilli la  vostra guida.

La soglia di adattamento, dunque, ha una caratteristica ereditata attraverso l’evoluzione della specie umana. Poi, però,  a determinarla ci pensano lambiente nel quale cresciamo, la nostra storia personale e le modalità con cui noi stessi interagiamo con il nostro ambiente. Per cui impariamo a reagire attraverso capacità più o meno sviluppate di risposte emotivo-cognitive, che possono essere di resilienza o di resistenza: tradotto, ciò vuol significare che sviluppiamo una soglia di tolleranza alla frustrazione, condizione di percezione dello sforzo che  si deve compiere nella situazione che si sta affrontando al momento in cui essa viene percepita come allarmante.


Mi fermo a questa prima parte. Aspettatemi presto per la seconda. 
Intanto, Vi siete riconosciuti nella situazione alla guida? Vi è successa la stessa cosa o qualcosa di simile?

Lasciami un tuo contributo-commento.

A presto 
La Vostra Annamaria





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martedì 20 agosto 2013

SPECIALE POST LIBERIAMOLE PAROLE



SPECIALE "LIBERIAMOLE PAROLE"


Cari Amici che mi leggete (e seguite?) Questo speciale post sarà a Vostra cura, stavolta. Almeno lo spero!
La mia idea è quella di richiederVi di partecipare allo spazio "LIBERIAMOLE PAROLE" con una Vostra parola da proporre.
Quale parola vorreste liberare? E Tu, quale parola proponi da "riscrivere"?
A quella parola dedicherò lo spazio di approfondimento,  condividendolo con te che hai partecipato e con tutti gli altri amici che leggeranno; a loro volta, Essi potranno aderire con una parola da portare.
Per condividere una riscoperta:rivalorizzare, suscitare, rimuovere, dare energia ed anima; per riappropiarci di un comune "senso" che corrisponda ad un"sentire"condiviso.

Vi aspetto. Aspetto la tua partecipazione per condividere questo spazio "Nostro" di "LIBERIAMOLE PAROLE".

A presto dalla Vostra AnnamariA 





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lunedì 19 agosto 2013

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA- LIBERIAMOLE PAROLE

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA

LIBERIAMOLE PAROLE : POESIA

Ben ritrovati carissimi, fedele all'impegno preso con "liberiamole parole"del 18 Luglio scorso, eccomi a Voi!
Oggi, per radio, ho ascoltato un autore italiano che commentava un suo scritto a proposito della poesia, riferendosi a poeti italiani e stranieri. Mi hanno colpito le sue parole, ispirandomi a riportare la parola POESIA nello spazio "LIBERIAMOLE PAROLE".
 Poesia, di derivazione greca (il termine deriva dal verbo greco poièo, che significa «fare, produrre»), può essere definita infatti, come arte di produrre composizioni verbali. Io qui mi voglio ricordare di come la percepiva la  poetessa Alda Merini "...la poesia fa la vita, riempie magari certe brutte lacune, alle volte anche la fame, la sete, il sonno". Con tutta l'ammirazione e ben lontano da alcun confronto con la poetessa, è in questo senso che la parola poesia vorrei ripensarla come luogo nel quale tutti noi, adolescenti, innamorati, disperati e mai poeti, abbiamo composto poesie. Riempendo ciascuna parola poetica di dolore o di amore, di risentimento o di pena; oppure, ancora, di speranza. Scrivendola in una notte di luna, davanti ad un fuoco, in riva al mare; dopo una notte d'amore, o in un deserto di solitudine; o nella mente, con lo sguardo estatico dentro ad un paesaggio paradisiaco! Dove, ancora? Lo ricordate Voi? 
A cosa ci serve fare poesia?  A ricercare nella parola i sentimenti, ad esprimerne la forza e l'energia. Ad imprimerle! A decantare passioni, a fermarci, rapiti, alla meraviglia; a liberarci dalla razionalità per creare giochi ed assonanze; contrasti e forzature; ridondii e rimescolii. Ad inventare, sbizzarrirsi; a dilatare e distorcere, esagerare, ripetere, con licenza parlando, ossia autorizzati a trasgredire! E a sognare senza dormire! Straordinario, vero? Ricordandocelo ogni volta, quel sogno, e tutti gli altri che abbiamo sognato. Cosa rara, no?
Pertanto, dunque, vigili ed accorti, da questo momento in poi, quando ci ricorderanno che un poeta ha talento!  "Vero"- penseremo- ma la poesia non richiede talento, perchè il talento è del poeta, e la poesia, invece, è di tutti! Tutti  noi possiamo fare poesia, senza diventare poeti. Così, anche,  dovremmo ricordarlo a chi dice cose stereotipate come" non  si vive di poesia"..." ma questa è pura poesia!"; "quello vive di poesia."; "con la poesia non si fa strada nella vita". Ed allora, in quel momento, restituire, a chi lo dice, che "la strada, autentica ed originale nella vita umana, la si fa proprio con la poesia". 

Cosa ne pensate, voi?
Me lo fai sapere con un tuo commento?


SPECIALE PROSSIMO POST: Facciamolo insieme
QUAL'E' PAROLA VORRESTI INSERIRE NELLO SPAZIO " LIBERIAMOLE...PAROLE"?
C'è una tua parola che vuoi proporre a me e a chi ti legge?


A presto
La Vostra AnnamariA 




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