mercoledì 23 aprile 2014

COSA LASCIA UNA SEPARAZIONE AI FIGLI? LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA.




 COSA LASCIA UNA SEPARAZIONE AI FIGLI? LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA...



Nel nostro paese separazioni e divorzi sono statisticamente in crescendo e, tuttavia, portando la attenzione al fenomeno non voglio fermarmi ai numeri, quanto, soprattutto, entrare in un ambito ormai divenuto socio-culturale, con risvolti economici complicati se pensiamo alla situazione economica attuale. Cosa succede dopo la tempesta della separazione? Dopo che il muro alzatosi tra i due coniugi e buttato giù dalla separazione, che formalmente stabilisce delle regole di "convivenza" per l' affidamento dei figli, poi ridotto in macerie, trova o due genitori "che le vogliono ripulire e riedificare, le macerie"; oppure, nei casi più pesanti e  "a tempi indeterminati", i due genitori ingaggiano una lotta permanente. 
La situazione che voglio qui considerare è relativa ai due ex- coniugi alle prese con le regole della "genitorialità": a come possono entrare e muoversi in questo spazio, di fatto, neutro rispetto ai fantasmi che attraversano il loro quotidiano.

SE NON ABBIAMO FUNZIONATO PRIMA... RIUSCIREMO ADESSO?
E' questa la questione essenziale. Se ciò che i due coniugi hanno costruito sulla  reciproca esperienza di coppia li ha guidati poi a chiudere la loro relazione, come potranno cambiarlo, trasformando ciò che pensano e sentono, l'uno rispetto all'altro e a se stesso, nel rapporto con l'altro?
" Lui era sempre autoritario e si ostinava nel chiedermi di essere diversa da quella che invece io sentivo di essere...lui mi faceva sentire come non mi piaceva sentirmi"(Lei)
Non era mai coerente con le cose che pensavamo insieme...se avevamo stabilito degli accordi, poi lei li cambiava e mi escludeva, decidendo diversamente!. Non arrivavo mai a quello che speravo di condividere con lei e mi sentivo impotente".(Lui)


Il conflitto evidente in questa "posizione relazionale" trattiene una rigidità che difficilmente saprà cedere il passo ad un ri-posizionamento. Nessuno dei due potrà rinunciare al proprio punto di vista perché la rigidità lo tiene come fermo,bloccato e trattenuto nei sentimenti  e certezze relativi alle aspettative e credenze reciproche.


I figli, nelle diverse fasi di crescita, richiedono, al contrario, una capacità di" rinnovamento lucido": non solo accordi sulla gestione dell'affidamento; un unico stile di gestione dei tempi e spazi educativi in modi diversi sulle due case, sui tempi diversi del lavoro dei genitori; sulle regole diverse che, tuttavia, dovrebbero portare ad uno stile di guida dei figli. Cosa succede se gli stili rimangono separati e quindi di per sé ambigui, per poi risultare due diverse modalità di "referenza adulta"?

"Le regole devono essere rispettate...se nostro figlio non si attiene io lo metto in punizione...poi però sua madre non batte pari e cede" (il padre).

"Il confronto c'é, anzi se siamo stati in guerra come coniugi,ora va molto meglio...e comunque, i nostri figli devono diventare responsabili e dobbiamo parlare con loro" (la madre).

COME RIUSCIAMO... SE SIAMO INTRAPPOLATI?
La trappola che tiene il loro tipo di relazione si attiva ogni volta: per lei, lui é autoritario e non le permette di esprimersi liberamente; cosa che,quando si verifica, diventa inevitabilmente una sfida che lui riceve proprio perché lei vuole uno spazio riconosciuto che lui, invece, le nega giudicando il suo bisogno "un'incoerenza". Cosìcché lui per lei "é autoritario";
lui per lei" é incoerente". Questo schema rigido viene mantenuto nella gestione delle regole che scandiscono la vita dei figli entro posizioni ad intermittenza: tra modi paterni più rigidi prima e cedevoli poi; oppure sconfermati da parte materna. E' questo ciò che trattiene i due genitori come se fossero "intrappolati" alle reciproche aspettative e rappresentazioni.

La trappola, tuttavia, non blocca solo i due adulti, condannati a ripetersi: tra i due litiganti...il terzo gode,  si dice.I figli, ovverosia!
 " Se gli adulti non sono referenti, allora sono io che posso decidere . Faccio ciò che mi piace ; se non mi piace non lo farò!
La gabbia diventa anche quella in cui i figli si mettono, se, in una situazione intermittente di imposizioni e cedevolezze, ad assumere decisioni sono loro! Ed il godimento è solo una grande illusione...

Hai interesse a sviluppare l'argomento? Puoi scrivermi all'ind. mail annamaria.agnano@gmail.com

La Vostra AnnamariA


Disclaimer
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Questo Blog non è da considerarsi una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con una frequenza costante e periodica non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n* 62
del 07 Marzo 2001. Inoltre le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e valutate di pubblico dominio. Qualora il loro utilizzo violasse diritti d’autore scrivete una mail al seguente indirizzo annamaria.agnano@gmail.com e le immagini in questione verranno immediatamente rimosse.



















venerdì 4 aprile 2014

L'AMORE IMPOSSIBILE




L'amore impossibile: amare l'altro che non sa amare o non sapersi far amare?


"Fu quasi un colpo di fulmine...mi corteggiò conquistandomi. 
Subito ebbi una sensazione strana, qualcosa simile a diffidenza, ma come altre volte nella mia vita, ero talmente attratta da quella specie di follia d'amore che mi buttai a capofitto".


Così potrebbe iniziare una storia d'amore passionale e travolgente esattamente come da copione:prima una specie di sensazione allarmante, ma solo per breve, poi seguita da una relazione trasgressiva. Lui impegnato, sebbene separato in casa: lei pronta a risvegliare i propri sensi a lungo feriti da una relazione matrimoniale fallita miseramente. E da memorie sentimentali di altri fallimenti...storie a breve scadenza. 
" Mi ero sentita come anestetizzata negli anni trascorsi in quel legame sofferto...e quando sentii di nuovo il desiderio e la passione, mi lasciai travolgere non credendolo possibile!"

I sentimenti inariditi, un ferita profonda e la sensazione di anestesia, possono lasciare spazio al desiderio rinnovato che viene sentito come qualcosa di miracoloso e pertanto, degno di abbandono totale.Slancio, passione, incontri trasgressivi e lungamente attesi; conversazioni no-stop! Poi qualcosa cominciò a cambiare, in un momento imprecisato e lentamente, ma anche inesorabilmente. . 

"Non potrò esserci...non ci potremo sentire..!

Cominciò lentamente il suo distacco. Capivo che qualcosa non tornava, tutto sembrava di colpo mutato con i suoi tentativi di normalizzare i nostri incontri, schematizzarli nelle due ore a settimana..."
L'altro comincia a distanziarsi, a declinare con "ragionevoli" ma immotivate scuse che contraddicono la storia d'amore. "Perché non stiamo insieme più spesso? Perché limitare incontri e tempi? "Perché ridurre una relazione che dovrebbe invece crescere e fiorire in qualcosa di più profondo..."E più lei chiede, più lui si ritrae: schemi della dinamica conflittuale per cui il contrasto si fa duro. 
"Non posso, vorrei...ma non posso! 
Ma perché non è possibile?...Se tu veramente volessi potremmo essere felici". 
In questi accenti opposti, il nuovo legame "imbriglia" la relazione che diventa dolorosa. Lei inizia a controllare, lui si sottrae al controllo. E la passione,quindi, cede. Lei lamenta e rivendica; lui si protegge.
Gli accenti nella relazione questi sono: il lamento di lei è seguito dal ritrarsi di lui; lei degrada lui che si dà alla fuga.La passione è bruciata...la storia è finita!
La relazione iniziata con tutti i presupposti apparentemente passionali, muta di segno e diventa una relazione dolorosa.                                                   "Gli slanci cessarono: lui era nervoso, sembrava non desiderarmi più...i nostri incontri appassionati cessarono in passione, diventando luoghi di discussioni, lunghe e sfibranti.Ci parlavamo addosso... lui nemmeno si eccitava più".


Scoperta e svelamenti
Nel lavoro di elaborazione della storia, lei sceglie uomini che non sanno amare e, infine, sente che è lei a non essere capace di farsi amare, se è lui a rifiutarla. Copioni rigidi con atti selezionati e ripetitivi: alla fine la rabbia, l'umiliazione e la rivendicazione di lei che trovano spazio nel rifiuto che l'altro ha operato, dolorosamente e con la violenza sottile che ella riporta nel suo narrarsi.
Le conversazioni amorose datate e falsificate, non dall'altro, quanto dalla relazione stabilita con l'altro, che, prevedibilmente, arriverà a deluderla, a rifiutarla.



Quando già prima che ciò accadesse, lei stessa aveva rotto il legame, proprio con le richieste crescenti ed ossessive espresse affinché lui cambiasse ciò che non era in grado di fare, perché non era mai stato grado di farlo!
In questa storia l'auto-profezia verificantesi conduce con precisione al fallimento del legame, proprio perché l'altro è inaffidabile e nella sua inaffidabilità ella non potrà che confermare la sua solitudine.
La consapevolezza di condurre questo gioco infinito relazionale, sarà per lei condizione di un profondo cambiamento verso l'uscita dalla trappola: attraverso un intervento terapeutico strategico la complessità è stata trattata come semplicità, grazie agli strumenti e prescrizioni studiati per il caso.


La Vostra AnnamariAgnano




A chi desiderasse approfondire sarò lieta di rispondere attraverso contatto diretto: annamaria.agnano@gmail.com




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