...LA RABBIA CHE INCENDIA
Ma sapevi
che tra le emozioni "negative" la RABBIA è
quella che "INCENDIA" letteralmente il nostro sistema? Ed in
particolare, essa agisce come attivatore del processo dello stress,
la cui pervasività e durata arriva a compromettere la funzione immunitaria con
lo sviluppo di patologie anche gravi.
Noi sentiamo
le nostre emozioni come un dato semplicemente esperienziale, che ci attraversa
il corpo con tutte le sensazioni possibili legate e collegate alla situazione
in cui "entrano in gioco". Ignoriamo, invece, che le emozioni hanno una loro
funzionalità strutturale per il nostro super Organismo, ossia per il nostro
sistema immunitario. Perché, alla fine, come accade per la rabbia, entra in relazione con il sistema immunitario, ed è lì che va a riversarsi come un fiume in piena!
La rabbia, ci evidenzia rilievi particolarmente importanti sullo stress e sullo sviluppo di patologie correlate proprio al processo dello stress. A segnalarci la rabbia, come anche le altre emozioni, è l’amigdala: il suo nome deriva dal greco, vuol dire mandorla poiché ne ha la forma. L'amigdala trova la sua sede nell'area limbica, la parte arcaica del nostro cervello evoluto (neo-corteccia). L'area limbica è la parte emozionale su cui si è sviluppata nel corso del processo evolutivo la nostra intelligenza sociale e cognitiva, grazie allo sviluppo della neo-corteccia, o cervello moderno, che ci differenzia dai nostri amici animali e piante).
Se vogliamo immaginare cosa fa per noi Amigdala, pensiamo ad un "dispositivo emozionale di allerta" che la rabbia iper-attiva, iper-eccita. In queste situazioni, infatti, l’amigdala prende un percorso a scorciatoia, una via direttissima (cosa che non accade quando invece essa, in un circuito virtuoso, collabora con la neocorteccia, la nostra area della logica e del ragionamento in un percorso "autostradale"). La scorciatoia rompe ogni logica: ecco perché, anche se non si conoscono subito i motivi della rabbia, essa cattura, predomina ed intrappola chi "si arrabbia"
Le emozioni svolgono una funzione adattiva fondamentale per il nostro organismo, dal punto di vista elettrico e chimico (il cervello elabora gli stimoli del mondo, interno ed esterno, attraverso attività elettrochimiche). Infatti, le implicazioni emozionali, così come noi le viviamo secondo gli stati di coscienza, tracciano percorsi elettrochimici, neurofisiologici, in reti di processi di interazione del sistema nervoso ed ormonale con quello immunitario. Ed attraverso l' associazione sinaptica (comunicazione delle cellule nervose) di aree, quella limbica dove le emozioni "abitano", con l’altra neo-corticale (lobi frontali), esse definiscono circuiti neuronali complessi per i quali la mente è il prodotto dei processi psichici, ma, a sua volta, la mente influenza e costruisce in modo plastico il cervello e le sue strutture!
B.McEwen, psicologo dell'Università Rockefeller, nel Colorado, evidenzia i legami tra stress e compromissione della funzione immunitaria; con l'aumento di vulnerabilità ad infezioni virali; della formazione di placche che conducono all’aterosclerosi; coagulazione del sangue con esito di infarto miocardico, accelerazione del diabete di tipo I e di tipo II; ulcerazione del tratto gastro-intestinale e morbo di Crohn. Danni neurologici, con riduzione dell’area ippocampale e riduzione della memoria.
Se fino ad
oggi, è valsa convinzione che arrabbiarsi con l'altro che "ci
fa arrabbiare" sia:
1) un modo di sfogarsi;
2) una soluzione utile per l'altro... perché "così prende atto e capisce";
3) la possibilità che "le cose cambino"...
alla luce di quanto la ricerca ci dimostra,
questa falsa convinzione deve cedere posto a nuove soluzioni possibili.
1) un modo di sfogarsi;
2) una soluzione utile per l'altro... perché "così prende atto e capisce";
3) la possibilità che "le cose cambino"...
alla luce di quanto la ricerca ci dimostra,
questa falsa convinzione deve cedere posto a nuove soluzioni possibili.
Ma è possibile cambiare il percorso della rabbia ed
invece che subirla, dirigerla? Mi verrebbe di rispondere immediatamente di
sì...senonché mi arriva, più rapida, una considerazione... con qualche dato
alla mano!
Rabbia ed’ostilità ritenuti "fattori emozionali" di rischio.
Dagli anni
90, tutta una serie di studi, alcuni li cito, si sono occupati della rabbia
proprio come fattore emozionale del disturbo
psicosomatico.
Gli studi
di Redford Williams, presso la Duke University, nel North Caroline correlano
la collera/ostilità ai fattori di rischio fumo, ipertensione.
Gli studi su
soggetti cardiopatici del cardiologo Peter Kaufman psicologo e neuroscienziato del Duke Center nel North Carolina, correla
attacchi di collera ed ostilità come fattori stressors che producono micro
lacerazioni ai vasi con la probabilità di coronaropatia.
Lo studio della Harvard Medical School, Università a Boston, Massachusetts, evidenzia che la collera aumenta il rischio di arresto cardiaco e in soggetti cardiopatici questo rischio aumenta del doppio.
Le emozioni
negative influenzano il processo immunitario ed hanno effetti sul sistema
cardiovascolare (Friedman e Bootby-Kewley).
Un ultimo studio di B.McEwen, che il massimo esperto di Psiconeuroendocrinoimmunologia italiano Francesco Bottaccioli ha riportato in un articolo su Repubblica Salute, nel Marzo 2003,
ha
dimostrato che l’emozione arriva a comunicare
direttamente con
la cellula immunitaria, mettendola in uno stato di squilibrio.
Ora
mi fermerei qui... i dati "decidono" per noi...O no?
E
dunque, continua a seguirmi che potremo approfondire;) annamaria.agnano@gmail.com