C’E’ UN POST PER TE !
I post di Psicologia
pratica della dott. Annamaria Agnano
Estate! Il rimando è immediato: luce,
calore; vitalità. E se poi, con le lunghe giornate, coincidono anche il relax
ed il ristoro delle vacanze che ci attendono, non si può che declamare l’Estate
come “la più bella” delle nostre stagioni.
Se è naturale sentirsene attratti,
non è del tutto chiaro che ciò che ci attrae del ciclo estivo sia la
stessa luce, l’energia, di cui siamo “fatti”, di cui le nostre cellule sono
fatte e di cui si nutrono. Un’attrazione dunque inevitabile!
D’altronde, pensa semplicemente a
quanto l’inverno scuro e privo di luce, provochi malumore e malessere. Questo, per chi
si occupi di stati depressivi, perché li cura, e per chi invece li patisce, è infatti,
solitamente uno dei periodi più ricorrenti di essi.
E pertanto, l’estate è davvero la
miglior stagione della nostra condizione psicofisica e relazionale, quando il
sole, massimo integratore, governa le nostre giornate con la sua linfa vitale!
E dunque, pensando alla nostra Estate
interiore, la vitalità, e alle Emozioni positive che
la nutrono, voglio proporti un tema decisivo
per godere di questo stato al massimo del benessere di vita: saper dire di
no!
Quante volte succede nel corso della
giornata, in situazioni più ricorrenti, quando vorresti esprimere un” no” secco
ma te lo neghi! Vorresti ma non puoi e lo ingoi. E non vai avanti!
Perché?
Perché dall’ altra parte, c’è qualcuno
e qualcosa che ti sta a cuore e che per te conta e in ogni caso, la posta in
gioco è alta.
E che tu lo sappia o no, le tue
emozioni negative comunicano al corpo quello che sta vivendo: E non è
che un corpo intelligente possa far finta di nulla.: ogni parte del nostro sistema
raccoglie e accoglie; se non si spiega, si piega, infine!
Lo stress emotivo è una condizione
che alle lunghe costruisce dal pathos il patologico! E l’ansia è un percorso
vitale, un fiume della vita che scorre nel suo naturale corso, ma che se si
ingrossa, allora tracima e dilaga
dentro!
Noi chiamiamo questa situazione “conflitto
interno”: un contrasto che genera emozioni di frustrazione ed incertezza; si entra in uno stato di
stress, perciò di instabilità e squilibrio.
*Un importante studio americano e tedesco
pubblicato da Bruce McEwan della Rockfeller University nel 2003 sulla rivista scientifica americana più eminente, ha dimostrato che come le emozioni negative comunicano con la cellula
immunitaria e mandano in tilt la sua risposta In presenza di una proteina che le trascrive
il segnale emozionale stressor direttamente...
D’altra parte, l’assertività si
oppone a questa condizione ”oscura”: Se sei assertivo, o meglio, se ti metti in
una posizione “assertiva”, dici di no; esprimi liberamente il tuo sentire ti
dissoci e ti sottrai! E le tue cellule
respirano, si nutrono e ti fanno sentire
bene.
In fondo, se ci pensi bene, la libertà cos’è se non potere
esprimere semplicemente il tuo disaccordo? Dire di no è la tua scelta!
Perché per farlo devi fare i conti con una realtà che
può essere tosta: quali conseguenze ti attendono? Che succede dopo se ti neghi? Cosa perdi se dici no? E
cosa guadagni dal rinunciare al tuo si?
E qual è il magma che tiene e trattiene questa inarrestabile
rinuncia? In fondo in fondo , a pensarci bene, cosa regge
e sorregge i tuoi tanti sforzi se non bisogni
semplici e lodevoli: essere amati e desiderati, affermarsi!
Dunque per non rinunciare alla libertà di un no, accettare di
rinunciare al proprio Sè?
La rete delle relazioni ci avvolge e coinvolge da sempre: quando
piccoli e da grandi. L’amore e la
considerazione altrui ci restituiscono chi siamo: la nostra persona.
Uscire dal cerchio magico dell’approvazione dell’altro ci apre ad
un precipizio; è oltremodo impossibile!
Ma nel tempo che segna le nostre stagioni interiori, la rinuncia al proprio Sé che si rinnova ogni
volta che non ti esprimi e ti reprimi, rimarca solchi profondi di assenze e di
vuoti incolmabili. E continuare ad ignorare quell’energia che si oppone e che vuole incanalare sé nell’altro,
per porsi ed esserci, per quanto ancora accettarlo?
A questo punto è chiaro che siamo nel dilemma cui le relazioni ci aprono: noi o gli altri?
Seppure
è dura dire di no…è peggio dire di no a se stessi!
E allora come uscirne se si è in una altalena del questa o quella
scelta, che poi è diventata un dilemma? Come saltarne fuori se inevitabile, un
dialogo interiore fatto di domande e risposte che sempre riportano al dilemma.
Una strada senza uscita! E cosa si fa in una strada senza uscita? Si cerca una
via di fuga:..COME?
Nel silenzio, attraversandolo!
Il silenzio come superamento della parola, oltre la parola! Se la
domanda incessante sfinisce, tu la finisci smettendo di risponderle.
E nella non risposta oltre la parola, la domanda si esaurisce e
tu, a quel punto, saprai cosa è meglio
per te.