RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA
RESILIENZA E FELICITA': MA IN FONDO ESISTE UN SEGRETO PER LA FELICITA'? 3a parte
Cari Amici, eccomi a questa ultima 3a parte del tema sulla resilienza e felicità che ha a che fare con l'intelligenza emotiva.
Gli ultimi anni della ricerca nel campo della intelligenza, lo psicologo americano H.Gardner ha parlato di intelligenza multipla, mentre D.Goleman ha ben sviluppato il concetto di intelligenza emotiva. La resilienza corrisponderebbe proprio ad una sviluppata intelligenza emotiva, che è un tipo di intelligenza sociale.
La Cosa sorprendente ed interessante di questi risultati, come dire, rivoluziona il concetto di carattere, per promuovere, invece, al suo posto, quello di caratteristiche: questo significa, cioè, che ciascuna persona nell’arco del suo percorso formativo e di sviluppo relazionale nell’ambiente, ed interagendo nelle relazioni , arriva a sviluppare appunto delle caratteristiche o abilità relazionali più spiccate, che conducono ad una intelligenza emotiva come sopra descritta.
Queste modalità resilienti sembrerebbero proprio predisporre ad un atteggiamento aperto e gioioso, dal momento che nella soluzione ai problemi tenderebbero ad aumentare risposte più creative e diverse; tenendo bassa l’ansia e la tensione, sia personale sia nel rapporto con l’altro. Inoltre, poiché queste abilità sarebbero frutto di risposte apprese nel corso della storia personale, attraversata dalle relazioni e dal linguaggio, sia verbale, sia non verbale, tali caratteristiche possono essere appunto sviluppate.
Una bella notizia che dalla ricerca più recente ci arriva è relativa all’apprendimento evolutivo e permanente: il suo risultato è che noi impariamo sempre, nell'intero corso di vita. Ed un altro campo, molto affascinante, si apre alla nostra immaginazione e scoperta: quello dello sviluppo dei potenziali. Il nostro potenziale di sviluppo è veramente molto, molto alto e si presta, nella sua plasticità, ad essere dinamico, cioè sempre in un processo vivo e in itinere.
La resilienza potrebbe essere considerata felicità?
Di
recente, un convegno internazionale sulla felicità, tenutosi a Roma, ha aperto
questa via: dalla medicina alla psicologia, alla filosofia, alla sociologia, la medicina sta sempre più aprendosi al confronto con queste discipline. Considerando, quindi, la salute e la prevenzione all’interno di processi umani che vanno
oltre la genetica, e si aprono, invece, alla cultura ed ai modelli sociali entro
cui si sviluppano i comportamenti, compresi quelli della salute e della
malattia. Sembra, sempre più chiaramente, che ciascun essere umano non ha bisogno di
perseguire la felicità, perché ciò è impossibile! O meglio, se chi di noi si
aspettasse di trovare la felicità attraverso un percorso di benessere, ricchezza, bellezza e perfezione (ahimè!), si troverebbe nella più totale disperazione:
la ricerca della felicità sarebbe illusoria e deludente. E qui avanza un concetto rivoluzionario, eppure essenzialmente molto semplice: basta invertire le due affermazioni! La
felicità della ricerca, ossia un percorso di profondo interesse per la vita, la
curiosità ad esplorarla ed a esplorarsi come persona ed essere umano calato nel
suo ambiente, sarebbe esso stesso una condizione di felicità. E per meglio dire
di resilienza.
Mi lasciate un vostro commento di lettura di questo tema? E' nuovo questo argomento o avte avuto modo di conoscerlo?
Aspettando vostri contributi, vi saluto.
A presto!
La Vostra Annamaria
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