COSA LASCIA UNA SEPARAZIONE AI FIGLI? LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA...
Nel nostro paese separazioni e
divorzi sono statisticamente in crescendo e, tuttavia, portando la
attenzione al fenomeno non voglio fermarmi ai numeri, quanto, soprattutto,
entrare in un ambito ormai divenuto socio-culturale, con risvolti economici complicati
se pensiamo alla situazione economica attuale. Cosa succede dopo la tempesta della separazione? Dopo che il muro alzatosi tra i due coniugi e buttato
giù dalla separazione, che formalmente stabilisce delle regole di
"convivenza" per l' affidamento dei figli, poi ridotto in macerie,
trova o due genitori "che le vogliono ripulire e riedificare, le macerie";
oppure, nei casi più pesanti e "a tempi indeterminati", i due
genitori ingaggiano una lotta permanente.
La situazione che voglio qui considerare è
relativa ai due ex- coniugi alle prese con le regole della
"genitorialità": a come possono entrare e muoversi in questo spazio,
di fatto, neutro rispetto ai fantasmi che attraversano il loro quotidiano.
SE NON ABBIAMO FUNZIONATO PRIMA... RIUSCIREMO ADESSO?
E' questa la questione essenziale. Se ciò
che i due coniugi hanno costruito sulla reciproca esperienza di coppia li
ha guidati poi a chiudere la loro relazione, come potranno cambiarlo,
trasformando ciò che pensano e sentono, l'uno rispetto all'altro e a se stesso,
nel rapporto con l'altro?
" Lui era sempre autoritario e si
ostinava nel chiedermi di essere diversa da quella che invece io sentivo di essere...lui
mi faceva sentire come non mi piaceva sentirmi"(Lei)
Non era mai coerente con le cose che
pensavamo insieme...se avevamo stabilito degli accordi, poi lei li cambiava e
mi escludeva, decidendo diversamente!. Non arrivavo mai a quello che speravo di
condividere con lei e mi sentivo impotente".(Lui)
Il conflitto evidente in questa "posizione relazionale" trattiene una rigidità che difficilmente saprà cedere il passo ad un ri-posizionamento. Nessuno dei due potrà rinunciare al proprio punto di vista perché la rigidità lo tiene come fermo,bloccato e trattenuto nei sentimenti e certezze relativi alle aspettative e credenze reciproche.
I figli, nelle diverse fasi di crescita, richiedono, al contrario, una
capacità di" rinnovamento lucido": non solo accordi sulla gestione
dell'affidamento; un unico stile di gestione dei tempi e spazi educativi in
modi diversi sulle due case, sui tempi diversi del lavoro dei genitori; sulle
regole diverse che, tuttavia, dovrebbero portare ad uno stile di guida dei
figli. Cosa succede se gli stili rimangono separati e quindi di per sé ambigui,
per poi risultare due diverse modalità di "referenza adulta"?
"Le regole devono essere rispettate...se nostro figlio non si attiene io lo
metto in punizione...poi però sua madre non batte pari e cede" (il padre).
"Il confronto c'é, anzi se siamo stati in guerra come coniugi,ora va molto meglio...e comunque, i nostri figli devono diventare responsabili e dobbiamo parlare con loro" (la madre).
COME RIUSCIAMO... SE SIAMO INTRAPPOLATI?
La trappola che tiene il loro tipo di relazione si attiva ogni volta: per lei, lui é autoritario e non le permette di esprimersi liberamente; cosa che,quando si verifica, diventa inevitabilmente una sfida che lui riceve proprio perché lei vuole uno spazio riconosciuto che lui, invece, le nega giudicando il suo bisogno "un'incoerenza". Cosìcché lui per lei "é autoritario";
lui per lei" é incoerente". Questo schema rigido viene mantenuto nella gestione delle regole che scandiscono la vita dei figli entro posizioni ad intermittenza: tra modi paterni più rigidi prima e cedevoli poi; oppure sconfermati da parte materna. E' questo ciò che trattiene i due genitori come se fossero "intrappolati" alle reciproche aspettative e rappresentazioni.
lui per lei" é incoerente". Questo schema rigido viene mantenuto nella gestione delle regole che scandiscono la vita dei figli entro posizioni ad intermittenza: tra modi paterni più rigidi prima e cedevoli poi; oppure sconfermati da parte materna. E' questo ciò che trattiene i due genitori come se fossero "intrappolati" alle reciproche aspettative e rappresentazioni.
La trappola, tuttavia, non blocca solo i
due adulti, condannati a ripetersi: tra i due litiganti...il terzo gode,
si dice.I figli, ovverosia!
" Se gli adulti non sono referenti, allora sono io che posso decidere . Faccio ciò che mi piace ; se non mi piace non lo farò!
" Se gli adulti non sono referenti, allora sono io che posso decidere . Faccio ciò che mi piace ; se non mi piace non lo farò!
La gabbia diventa anche quella in cui i
figli si mettono, se, in una situazione intermittente di imposizioni e
cedevolezze, ad assumere decisioni sono loro! Ed il godimento è solo una grande
illusione...
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La Vostra AnnamariA
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