RESILIENZA E FELICITA': MA IN FONDO ESISTE UN SEGRETOPER LA FELICITA'? 2a parte
Dall’adattamento alla resilienza
E’ proprio a questa condizione di tolleranza nel percepire
lo sforzo, che noi Psicologi riferiamo la resilienza, che rappresenta la
modalità con la quale siamo in grado di sostenere ed affrontare la dura prova o
situazione pesante che ci capita, senza esaurire la nostra forza ed energie.
Rimanendo, come si dice negli ambiti della ingegneria o della fisica, plastici come accade per i sistemi antisismici quando
avviene un terremoto.
Resilienti sono quelle modalità negli atteggiamenti, comportamenti, linguaggio interno ed esterno;
l’approccio mentale ed emotivo, con cui ciascuno di noi affronta le avversità della vita per le quali ci si deve adoperare per risolvere e cambiare, uscendo da quella situazione.
Il linguaggio e la lingua sono profondamente interagenti con la resilienza: infatti il linguaggio e la lingua che sono delle rappresentazioni, influenzano e condizionano fortemente l’esperienza stessa . Ad esempio, nella nostra cultura occidentale siamo convinti profondamente che la parola calma significhi staticità, ma ad esempio nella lingua orientale essa significa cavalcare con fermezza i mutamenti.
Resilienti sono quelle modalità negli atteggiamenti, comportamenti, linguaggio interno ed esterno;
l’approccio mentale ed emotivo, con cui ciascuno di noi affronta le avversità della vita per le quali ci si deve adoperare per risolvere e cambiare, uscendo da quella situazione.
Il linguaggio e la lingua sono profondamente interagenti con la resilienza: infatti il linguaggio e la lingua che sono delle rappresentazioni, influenzano e condizionano fortemente l’esperienza stessa . Ad esempio, nella nostra cultura occidentale siamo convinti profondamente che la parola calma significhi staticità, ma ad esempio nella lingua orientale essa significa cavalcare con fermezza i mutamenti.
Se dovessimo tradurre” resilienza” potremmo pensare ad alcune modalità con cui ci esprimiamo ossia ascoltare, provare empatia e vicinanza con gli altri intorno a noi; provare interesse e curiosità; collaborare e condividere; trovare risposte e soluzioni nuove e creative; sapersi accollare la responsabilità degli errori ed insuccessi senza imputare ad altri la responsabilità , sapendo fare autocritica costruttiva.
La resilienza corrisponde ad una modalità di risposte creative, per le quali sembra proprio che la persona riduce il suo livello di stress, combattendo in modo meno rigido e schematico( che corrisponde alla resistenza) cioè plastico (per meglio seguire il termine usato nella fisica piuttosto che in ingegneria dei materiali; o nella Teoria dei sistemi sociali) con gli eventi drammatici che vive, attraverso quelle che vengono definite vere e proprie competenze o abilità relazionali. Una tra le prime, è la capacità di provare un vero interesse per gli altri, mettendosi a loro disposizione ed al loro ascolto; riuscendo a sintonizzarsi e sentire le loro emozioni; con una tendenza comunque a dichiarare i loro bisogni, trovandosi quindi a rispondere alle tensioni e agli urti che nelle relazioni si possono facilmente presentare, i in modo da ridurre il conflitto.
Nella resilienza troviamo anche una propensione a collaborare con gli altri riuscendo a lavorare in gruppo: a cooperare. Per darvi un’immagine chiara della cooperazione, provate a pensare ad un alveare, o al percorso delle formiche verso il loro formicaio mentre trasportano particelle di cibo. Vi è successo di osservarle?
D’altronde, molta ricerca ci arriva proprio dal mondo degli animali( studi di etologia comparata) che meglio ci aiuta a comprendere quello umano e dei comportamenti, individuali ed interpersonali dei gruppi.
Anche stavolta qui mi fermo, per una migliore lettura e comprensione del tema, che spero vi interessi molto!
A presto
La Vostra Annamaria
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