venerdì 8 novembre 2013

OLTRE IL DOLORE...

OLTRE IL DOLORE ...

Ben ritrovati, cari Amici, 
quelli che mi seguite e quelli nuovi che mi state leggendo per la prima volta.
Oggi voglio prendere spunto per questo mio nuovo post da una riflessione su un dato che, da quando ho iniziato la scrittura del blog "Perché no?", mai si era verificato. Premetto che le mie osservazioni sono basate sulle statistiche con cui un blog viene visitato. Pertanto, partendo dalle mie statistiche mi limito ad osservare, nella attuale esperienza di blogger- specialista di psicologia, le risposte ricevute dalle letture dei temi che ho trattato ad oggi. 

Rimango, quindi, coerente con il titolo scelto per il mio blog "PERCHE' NO?", aderendo allo scopo di "trasmettere per condividere" con ciascuna persona interessata e o incuriosita dal tema o argomento scelto, di volta in volta, per tecnicismo, conoscenza ed anche ispirata dagli eventi e fenomeni che tutti ci riguardano, sia direttamente, ma anche indirettamente; e che prima di recepire e considerare da un punto di vista specialistico e specifico, passano alla mia attenzione e sensibilità personali (credo di non potermi astenere da un personale riconoscimento che sottende tutti i temi che tratto, relativo all'interesse ed amore che nutro per le persone). 

Inevitabilmente, in questi mesi ho misurato l'attenzione dei lettori sui temi in oggetto ai miei post: avevo già osservato che alcuni di essi(destino e resilienza; menzogna e verità;cambiamento ed emozioni;l'amore estremo; un post sui miei sentimenti svelati di "neo-blogger"...) avevano avuto un evidente maggiore riscontro rispetto a tutti gli altri. Poi, è successo che il dolore fibromialgico, del 10 Ottobre, sia balzato letteralmente nella "lista" delle visualizzazioni: nel giro di brevissimo, questo valore si è alzato repentinamente! Ed allora mi sono chiesta quanto il dolore era stato all'attenzione di chi mi aveva letto, magari rispetto a quanti altri temi, per esempio a quello del benessere che, pure, è così tanto diffuso.

Quanto mai, oggi,si parla di benessere? Riviste, centri, esperti (anche noi facciamo bene la nostra parte!) scrivono e parlano di benessere e, senz'altro, credo che effettivamente moltissime persone sentano l'importanza di "conoscere" sempre più e meglio, per apprendere a fare gesti consapevoli finalizzati al loro benessere. Il benessere sembra essere più diffusamente anche una forte leva al cambiamento all'interno dei conflitti sentimentali e coniugali. "Non ti riconosco più...sei cambiata/o...mi fai star male!" O anche ai conflitti tra persone nei luoghi lavorativi.
Sembrerebbe un bisogno emergente per ricercare il benessere rispetto a quanto si prova.

Eppure, appare anche evidente che più si parla di benessere da una parte, inevitabilmente, dall'altra affiora  il malessere: attraverso lo stress, nelle sue multiformi variegazioni, esito di un disadattamento della persona, delle sue risposte alle richieste che l'ambiente(fisico, emotivo, economico, relazionale ed uso queste dimensioni che stratificano la nostra esperienza da sempre, pur nella complessità attuale che viviamo oggi) sollecita? Quante ne sono e quanto pressano?

E' pensabile, dunque, che a partire da una specifica sindrome "da dolore" (come quella che definiamo "fibromialgia"), il dolore sia una presenza, più o meno forte, più o meno acuta; quando non anche persistente:ora fisica, ora psichica, dell'anima. Spesso anche consigliera, talora buona:chi di voi non si è recato finalmente dal dentista per un dolore lancinante ad un dente? Quanti di voi avete associato il vostro mal di testa all'essere stati in un ambiente viziato, o perchè sotto pressione lavorativa? O perché state trascurando la vostra alimentazione, o ancora perché avete fatto un lungo viaggio senza permettervi delle soste?
Cattiva, invece, quando lancinante e limitante (una cefalea; dolore allo stomaco o alla pancia; ma anche oltre: sorda e profonda, compagna di tristezza o d'angoscia)!

Ed ancora mi chiedo, dunque, ma qual' è il confine tra un dolore fisico (della schiena, della testa, in risposta allo stress) e quello di un disagio psicologico che si avverte nella propria esistenza, nella propria relazione o che arriva da quel cambiamento che dovrebbe avvenire, ma che non avviene!
E dunque, quanto il dolore fisico è correlabile con tutto quello che accade? Oppure con ciò che non accade?

Che cos'è dunque il dolore oltre a quel disagio che tormenta, dà da fare, fa star male? Ve lo siete mai chiesti? Magari anche solo attraverso una intuizione, vi è mai balenato?
Se sì, scrivetemi. Partecipate con un vostro contributo diretto oppure che riguardi qualcuno vicino a voi a cui volete molto bene.

A presto. dalla Vostra Annamaria

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