martedì 18 marzo 2014

QUANDO QUEL RICONOSCIMENTO NON ARRIVA:I DIFFICILI PASSAGGI GENERAZIONALI



QUANDO QUEL RICONOSCIMENTO NON ARRIVA:
I DIFFICILI PASSAGGI GENERAZIONALI

Cari Amici e Care Amiche, 

prendo spunto da un problema postomi da  da una donna-figlia che sta lottando con suo padre per i cambiamenti che ella chiede di fare nella loro azienda ed il cui ruolo, sebbene vitale e centrale. non viene riconosciuto dal padre fondatore.

Ho subito specificato che pur apparendo la sua una questione" di genere", io non l'avrei trattata in quanto tale, per ragioni puramente tecniche. Infatti, il mio punto di osservazione rileva che il passaggio generazionale sia relativo alla difficoltà ad accettare il cambiamento da parte di un" padre" imprenditore,
non tanto perché espresso da un figlio o da una figlia, ma soprattutto in quanto la dinamica oppositiva che il padre in questione muove è verso l'altro di se stesso: l'altro da sè, figlia, nel nostro caso, che gli chiede di prendere decisioni oltre lui, cambiando una realtà che da sempre egli gestisce ed attraverso la quale egli esprime e riconosce il suo potere.

" Sono anni che chiedo un cambiamento in azienda: informatizzare un magazzino per vendere meglio; fare un catalogo vendita on line..." questa l'amara considerazione della figlia al diniego del padre.
Ed in essa, la completa sconfitta: nessun cambiamento, tutto rimane come è sempre stato. io decido!

Ma quello che trovo più interessante non è in sè l'opposizione del padre verso i cambiamenti che la figlia gli richiede: quanto l' attenzione che chiedo di fare a questa giovane donna alla dinamica in cui entrambi, lei e suo padre, sono " intrappolati" entro un vortice di reazioni e risposte "di lotta": più lei chiede di cambiare, più lui si oppone, più lui si oppone, più lei si arrabbia e rilancia la prossima richiesta di un cambiamento" Sino a che, entro una modalità di auto-conservazione del loro rapporto,pur trattandosi di un rapporto rigido, l'uomo compie un'azione più sfidante ed inattaccabile; lei, allora,la figlia, inevitabilmente deve accettare e subire. Tra rese e cedimenti, sfide e combattimenti, una relazione che rimane cristallizzata nel tempo.
"Per quanto io faccia, lui mi impedisce di fare alcun cambiamento".

Un gioco simmetrico ed infinito che vede il "carnefice e la vittima" dentro ad una sequenza interazionale in cui il loro sistema mantiene la rigidità che impedisce al loro rapporto una naturale crescita.* ed all'impresa di prendere un nuovo spazio vitale...

Per chi è interessato a sviluppare questo tema, sia perché si trova in una situazione di questo tipo, sia per curiosità e per approfondimenti, aspetto una sua mail al mio ind. di posta elettronica:

annamaria.agnano@gmail.com.

Vi aspetto.

La Vostra Annamaria Agnano 

* Pragmatica della comunicazione Umana

Paul Watzlawick ; Janet H.Beavin; Don.D. Jackson- Ed Astrolabio
La scuola di Palo Alto di Marc Edmond e Dominique Picard-  Red ed 




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