domenica 8 novembre 2015

QUANDO QUEL TRAUMA CATTURA IL PRESENTE



QUANDO QUEL TRAUMA CATTURA IL PRESENTE






Un vero film del terrore che riparte ogni volta rinnovando il trauma. Se la paura provata si riaccende quello che succede è che la nostra amigdala entra in stato di allerta. Per capirci bene, questa è la sede in cui si accende la paura, perché qualcosa di pericoloso sta accadendo:" togliti e scappa...tirati via da qui; oppure, se puoi, affronta il nemico!"E' proprio questo messaggio che da essa ci arriva!

Quando è presente un disturbo traumatico, si riattiva una memoria fresca ed emotiva che avanza 
dal nostro "archivio emozionale "come quella tremenda scena o sequenze di quel film!
 Come spiegarci quello che avviene in un'esperienza traumatica? Chi l'ha vissuta sa soltanto che arrivano flashback di quei momenti terribili che invadono il presente, spazzandolo via. E si ritorna esattamente a quei momenti, istantanei ma furibondi: con le sensazioni di perdita di controllo, paura segnalata da sintomi fisici: dalle palpitazioni,con  il respiro corto;attanagliati dalla sensazione di non poter controllare più niente e di non sapere che cosa succederà senza poterci fare  niente. se non risentire quelle sensazioni già provate.Che non si vorrebbero più, ma dalle quali è impossibile sfuggire!

Chi ne soffre deve però sapere come funziona questo "circuito", perché è questo il primo passo verso la possibilità di superare il trauma.


A tutti noi sarà capitato di vedere un bicchiere frantumarsi dopo che ci è scivolato dalle mani...

Ecco! Immaginiamoci proprio che quando succede il trauma, le informazioni che il nostro cervello riceve attraverso il Talamo, (area che riceve stimoli visivi ed uditivi , trasmettendoli poi alla Neocorteccia dove verranno elaborate in modo completo), passano direttamente, attraverso una via bassa, istantanea,  all'amigdala. Una centralina  d'allarme che segnala il pericolo, facendoci sentire la paura. Le informazioni che dovrebbero perciò essere immagazzinate da Ippocampo, il cui compito è quello di collocarle in modo organizzatissimo, appunto in una sorta di magazzino della "memoria", vengono disperse, invece!. Ed esso  perde colpi, sotto il rilascio di cortisolo, ormone dello stress che in quel momento, non riesce più a regolare . Ed è' così che entra in tilt!
E' ancora così che si frammenta l'esperienza; predomina la paura che "ferma" le scene; e registra gli elementi terrorizzanti: una registrazione fedele che si ripresenterà ogni volta dal momento che quel trauma si è fissato nella nostra memoria. Diventando un passato che irrompe spazzando via il presente, appunto.

Cosa fare? Intanto, cosa si può fare!

 Intervenire in questa situazione, che apparentemente sembra, ed è sentita, come senza uscita. Invece se ne può uscire. Diversi i livelli di approccio:attraverso la terapia breve strategica si può accedere a quel vissuto e ricomporlo. 

A livello psico-fisico ci sono tecniche integrate: attraverso una "presa di consapevolezza" sulle modalità naturali che il nostro corpo e cervello ci dispone.Noi addetti ai lavori le definiamo "coping": risorse vere  e proprie, pronte per essere abilitate attraverso modi innovativi di affrontare i contenuti dolorosi traumatici, suscitando così la condizione di RESILIENZA. 

Uno dei più efficaci coping è l'attività fisica: nel rapporto con la natura, il corpo e la sua esperienza percettiva e propriocettiva si realizza in tutto il suo impatto pieno;pensiamo che la semplice camminata veloce produce effetti del tutto simili ai più potenti antidepressivi ansiolitici. Induce aumento di BDNF (fattore nervoso di derivazione cerebrale, F.Bottaccioli 1998). Per intenderci, questo vuol dire che semplicemente camminando a passi veloci, guardando l'orizzonte e respirando "inspirando di naso ed espirando con la bocca", il nostro cervello funziona al top: migliora la sua plasticità; aumentano i fattori protettivi e l'attività ippocampale. Quindi, proprio quell'area stressata, viene "naturalmente" potenziata rigenerandosi. E tutto questo, semplicemente mettendo in moto il nostro corpo in un ambiente quanto più naturale( percorsi ciclabili; parchi ed in presenza della natura.) La frequenza e regolarità sono condizioni necessarie: infatti se non tutti i giorni, abbiamo osservato che i tempi utili sono almeno 4- 5 giorni.


Altra interessante attività di integrazione è la meditazione. E qui chiederei al mio stimato amico,Diego Barcellari, Maestro Yoga ed Ayurveda del Centro Yoga Orizzonti di Cremona, di raccontarcela prossimamente, approfondendo la conoscenza di questa "disciplina".


Continua a seguirmi:-) 


E se mi vuoi scrivere, la mail cui dovrai riferirti è: 

annamaria.agnano@gmail.com







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