giovedì 10 ottobre 2013

IL DOLORE FIBROMIALGICO




IL DOLORE FIBROMIALGICO


L'approccio multimodale nella diagnosi di fibromialgia appare, oggi, una scelta strategica, dal momento che aumenta le possibilità di interventi terapeutici interessanti e promettenti per questa patologia che, negli ultimi 10 anni, è stata meglio osservata e per questo è più conosciuta.

 Gli studi sulle cause molteplici di questa patologia evidenziano per lo più cause legate ad eventi stressanti (traumi psicologici e fisici, lutti, malattia). 

* Una parte di studi considera le alterazioni dei mediatori chimici  (neurotrasmettitori e sostanze ormonali);
* studi diversi, invece, pongono attenzione alle alterazioni del sonno e quindi della muscolatura (infatti la fibromialgia interessa i muscoli e le loro  inserzioni sulle strutture articolari, provocando dolore diffuso, affaticamento  ed alterazione del sonno), in seguito a ripetuti microtraumi  per i quali si  verificherebbe una diminuzione di sopportazione del dolore. 
   
Dal punto di vista dello psicologo, 
si apre sia la via del supporto psicologico, sia quella della psicoterapia, due soluzioni che possono contribuire positivamente ed in modi diversi, ad affrontare il dolore fibromialgico.  E' proprio in questa visione specialistica che, in particolare, ho voluto approfondire l'aspetto del dolore specifico.

Infatti, per noi diventa interessante la reazione della persona al dolore e nel momento in cui le viene fatta la diagnosi : per i meccanismi di autopercezione degli eventi traumatici, infatti,si possono produrre risposte circolari, per cui la risposta al dolore potrebbe aumentare il dolore stesso. Come pure, provocare risposte depressive quali effetti della propria percezione di sé rispetto alla malattia; relativamente agli altri con cui si relaziona ( che a loro volta reagiscono, stabilendo così intrecci tra reazioni diverse). 

Perché, come spesso accade in qualsiasi situazione-evento che possa provocare un impatto sulla percezione di se stessi, come lo è una diagnosi fibromialgica, l'effetto sulla persona diventa circolare e quindi, può diventare causa; dentro ad una sorta di circuito reattivo che tende a stabilire risposte di aumentato dolore e di disagio, se non di conflitto con gli altri quando chi le sta intorno, tende a sottovalutare o a sdrammatizzare il dolore comunicato.

Gli interventi psicologici sono orientati 
al supporto alla persona in rapporto al cambiamento di vita percepito rispetto alla malattia (in rapporto al proprio corpo, alle persone con cui essa vive; al proprio lavoro, alle relazioni nei luoghi e spazi lavorativi). Lo scopo è di rafforzare i coping cognititvi, ossia modalità innovative per affrontare la condizione  di malattia percepita.

La psicoterapia affronta più direttamente il dolore e gli aspetti depressivi della sindrome fibromialgica.
Sulla base dell'approccio che lo psicoterapeuta segue, il dolore può diventare una risorsa. La persona viene guidata a riformularlo, a prenderne conoscenza e ad entrarvi in contatto, per ricercare, attraverso un'elaborazione precisa, risorse resilienti, ossia una trasformazione dell'esperienza dolorosa.
La terapia breve strategica si apre come uno spazio immediatamente interessante per fornire strumenti di rapido cambiamento, intervenendo sulla percezione stessa dell'esperienza dolorosa e sulle dinamiche relazionali in gioco.
Si possono praticare Tecniche guidate di rilassamento (training autogeno) e di gestione del dolore  attraverso interventi di visualizzazione creativa ( supportate da Tecniche di Programmazione neuro-linguistica) che in altra fase ed anche sui casi specifici, costituiscono interventi guidati di modalità innovative. L' obiettivo terapeutico da definire e condividere con la persona in tali situazioni è la pratica delle tecniche apprese in AUTO-GESTIONE.

Questa soluzione può avere due effetti positivi: l'apprendimento di uno strumento che interviene efficacemente sul dolore, ma al tempo stesso, l'invio di un secondo messaggio che può modificare la percezione di poter reagire e prendersi cura di sé, riprendendo le redini della propria condizione di vita. 
Questa risposta attiva può influire positivamente ed indirettamente sugli effetti depressivi possibili; ed influenzare in generale lo stato di benessere.
Nel caso, tuttavia, in cui siano presenti aspetti depressivi, essi possono essere affrontati anche in relazione ai contesti e situazioni familiari, con interventi mirati.

L'attuale visione multimodale, infine, propone altre 
misure integrative che prevedono unitamente alla modificazione dello stile di vita, con attenzione allo stile alimentare, lo stretching; il movimento fisico quotidiano (la semplice camminata all'aperto è quello più economico e va incontro anche alle persone che più faticano a praticarlo!), combinati in un mix ed opportunamente integrati che potranno così approdare ad una terapia strategica più strutturata ed orientata a migliorare e ridurre la patologia, per aumentare la qualità della vita della persona.



Ti interessa un approfondimento personale? Scrivimi al mio ind.mail
annamaria.agnano@gmail.com e riceverai mia risposta.

 Dott. AnnamariAgnano





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