lunedì 28 ottobre 2013

LA PSICOLOGIA DEL BEN...ESSERE



LA PSICOLOGIA DEL "BEN...ESSERE"

Cari amici che mi leggerete, voglio partire da lontano per arrivare molto vicino a ciascuno di Voi!
Domenica scorsa, dal Fatto Quotidiano, relativamente ad un articolo sulla libreria Bocca di Milano, veniva ripresa la fotografia della scritta che i librai, padre e i due figli, hanno apposto sulla vetrina
" La crisi rischia di farci chiudere. Sostieni la più antica libreria d'Italia regalandoti un libro".
La risposta delle persone è stata immediata: si sono sentite coinvolte e solidali. Al punto che, da allora e ogni giorno, la libreria sta realizzando acquisti per 2500 euro. "Così continuando -dice il libraio padre commosso-  non chiuderemo più!"
Questo messaggio per uno Psicologo positivo, rappresenta un invito a leggere qualcosa oltre alla risposta solidale delle persone, o alla emozione dei librai titolari che pensano di stare sognando!
Infatti, come accade allo scienziato che "mette una lente di ingrandimento" al suo oggetto di studio, allo stesso modo, la Psicologia Positiva rileverebbe in quell'evento di richiesta di solidarietà ben risposta la capacità di altruismo, di civiltà, di responsabilità da parte delle persone tutte che hanno aderito all'acquisto; della richiesta da parte dei librai, coglierebbe tratti individuali di coraggio (a rendere pubblica la grave difficoltà di chiudere la propria libreria); di abilità nel comunicare semplicemente ma in modo efficace, cogliendo nel segno del messaggio( invocare il sostegno alla più antica libreria d'Italia), di ottimismo e speranza( verso un'alternativa alla chiusura).
Chi vorrà approfondire , potrà leggere precedenti post: resilienza e leadership integrale © del 23/04/13 "destino o resilienza" del 30/04/13; "cambiamento ed emozioni" del 7/05/13.


Da dove siamo partiti
 Il 2° conflitto mondiale in America, in particolare a partire dallo studio del sociologo israeliano A. Antonovsky sugli ebrei prigionieri dei lager(1979), divenne un periodo interessante per la ricerca psicologica che studiò gli effetti della guerra e le risposte osservate (Seligman  e Csikszentmihalyi 2000): le persone sottoposte agli stessi eventi drammatici, con perdite subite (perdita del lavoro, della casa dei soldi e dei sostegni sociali, dello status),  reagivano in modi opposti. Chi finiva in depressione e sfiducia; chi, al contrario, manteneva uno stato di forza e di serenità! Dunque, si chiesero i ricercatori, cosa produceva queste opposte reazioni che la psicoanalisi e la psicologia non poterono spiegarsi data la loro "visione" patologica" e della cura: mentre la via aperta dagli studiosi li ri-orientava verso una psicologia positiva che trovasse risposte scientifiche dei tratti individuali e dei gruppi nelle diverse organizzazioni sociali e che facesse individuare i fattori predittivi e quindi conducesse ad una psicologia preventiva, in grado, ossia di prevenire la malattia. In questa visione, le persone erano attori capaci di scegliere ed essere efficaci, (A.Bandura, 1996) anche in condizioni estreme, utilizzando risorse e forze (coping, termine che già con A.Antonovsky venne usato per riferirsi  ai"modi" per affrontare lo stress) e che Seligman definì "forze cuscinetto", attraverso cui le persone riuscivano a resistere e contrastare gli eventi stressanti.

La psicologia positiva ha dunque l'obiettivo di studiare ed individuare i tratti della persona e del gruppo, inteso come aggregato di persone che in qualsiasi organizzazione sociale si costituisce, e di ampliare le competenze, proprio sviluppando i potenziali che ciascuna persona porta in sè come talenti da sviluppare. Il Dott. Martin Seligman sarà lo stesso autore di un testo molto interessante che vi suggerisco di leggere"Imparare l'ottimismo". Lo sviluppo della Psicologia positiva ci dà la visione dell'influenza di stili di sviluppo, di adattamenti, secondo cui ogni persona"costruisce" la propria realtà come una realtà soggettiva. Su di essa l'esperienza di qualsiasi evento, situazione, relazione, risulta una rappresentazione soggettiva, in base all'esperienza percettivo-sensoriale fatta di percezioni,  attribuzioni , cognizioni, sentimenti ed emozioni che agisce in ogni situazione alla quale"adattarsi".Pertanto, anche l'adattamento risponde a modi strettamente soggettivi, così come la risposta allo stress.


Abbiamo bisogno di sviluppare una psicologia positiva nel nostro quotidiano che sviluppi il benessere
Mi capita sempre più frequentemente di ascoltare le persone nel corso del quotidiano; il loro modo di pensare accompagnato dall'enfasi delle loro emozioni.; nel lamento o giudizio, nell'intolleranza con cui si condisce un evento letto dal giornale o sentito per televisione. Oppure, nel racconto che si fa mentre si fa la fila in farmacia o alla cassa di un qualsiasi negozio; nei commenti o nel silenzio. E non si immagina la portata del linguaggio nella costruzione del senso con cui poi si attribuisce a cose, eventi e a persone la propria opinione che si basa puramente su quella esperienza (che prima dicevo essere soggettiva). Quanto spesso le sensazioni momentanee "globalizzano" l'attenzione che così seleziona ed esclude; così come i sentimenti, a cui viene assegnata una parte sempre più urgente e totalizzante: quanto spesso le relazioni vengono bruciate in questo modo? Certo, nessuna di queste conversazioni (intime o con gli altri), modi di esprimersi, di dire o riportare nei luoghi dove ci si incontra, al lavoro o con gli amici, è "patologica; non c'è in esse un disagio che debba richiedere una consulenza  con lo psicologo e nemmeno richiede un intervento di "cura" così come si pensa debba esserci in presenza di ansia o panico( e spesso anche con timore e senza essere ben informati più completamente sulle figure a cui affidarsi  !) ( puoi approfondire leggendo mio post "Quando affidarsi ad una buona psicoterapia" dell'11/06/13)
Possono proprio essere le quotidiane, quelle situazioni e condizioni in cui la Psicologia avanzata ed applicativa, dispone il suo intervento nell'incrementare le risorse positive, latenti e potenziali di cui siamo portatori: la nostra resilienza!

Imparare a conoscere quanto l'applicazione della psicologia positiva si riversi nel proprio quotidiano di vita, sostituendo modalità ormai ripetitive e poco efficaci dentro alle relazioni  con gli altri, con se stessi; apprendendo a mettere in atto nuove modalità per farle avanzare nella loro accresciuta abilità ad arricchirsi, dare un senso più ampio e profondo della vita.
Cosa che ci tiene sulla nostra rotta, motivati dallo scopo che ci ispira.Consapevoli del come non farci sorprendere dalla tempesta, attenti, invece, ad usarne la forza!

Alcune applicazioni, come la *Programmazione neuro-linguistica, dispongono di queste modalità: attraverso la presa di consapevolezza del linguaggio; del suo contenuto e della relazione che nei messaggi si trasmettono; nell'empatia che si sprigiona nell'avvicinarsi all'altro, sapendo cogliere il suo modo e stile mentale; nel gestire un conflitto e soprattutto, abilitandosi ad una ricerca più semplice e diretta, lasciando le zavorre del giudizio e pregiudizio.
Il *Modello Strategico favorisce la scoperta e comprensione delle tentate soluzioni che irrigidiscono schemi disfunzionali. Interessante è scoprire come funzionano gli schemi mentali con cui elaboriamo la nostra esperienza percettiva.
*Il Modello Leadership Integrale©supporta e favorisce lo sviluppo di abilità di comunicazione strategica con se stessi e gli altri; con attenzione al linguaggio"emozionale" integrato alla parola; la crescita creativa attraverso il gruppo. 





A presto! La vostra Annamaria


Per approfondimenti cui sei interessato, puoi scrivermi al mio indirizzo mail
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