giovedì 25 luglio 2013

RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA: IL "CUORE" CI PRESERVERA'





RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA
 IL "CUORE"...CI  PRESERVERA'

Carissimi, ben ritrovati e dunque, rieccomi qui a parlare di emozioni, sviluppo emozionale e dell'intelligenza sociale.L'area delle emozioni e dell'intelligenza sociale rappresentano il nostro futuro...Il cuore ci preserverà.
Un concetto fondamentale dell'area emozionale che voglio esplorare e farVi conoscere, è relativo alle emozioni e alla energia di cui esse sono portatrici.Se le emozioni sopraffanno "la concentrazione" (in neuroscienze viene definita "memoria del lavoro", ossia l'abilità di ricondurre tutte le informazioni relative al compito in cui ci stiamo impegnando), la vita mentale" salta". I sentimenti possono invadere letteralmente tutti gli altri pensieri, arrivando quindi a sabotare ogni tentativo di prestare attenzione a quello in cui siamo impegnati. Infatti, l'amigdala (parola dal greco il cui significato è mandorla) che si trova nell'area limbica, area primitiva del nostro cervello, è la responsabile per così dire di questo "sequestro": la paura, la percezione di pericolo vengono avvertiti, come accade quando scatta un allarme nella casa per una presenza pericolosa. Quando essa, l'amigdala, segnala, irrompe attraverso i circuiti dell'area limbica che affluiscono alla corteccia pre-.frontale,area nuova del nostro cervello, detta anche dell'intelligenza sociale, dove ha sede la memoria del lavoro: è così che questa viene "sabotata!"

Ecco perché, dunque, è importante EDUCARE i sentimenti. Conoscerli e riconoscerli, differenziandoli dall'azione, per guidarli ad una diversa "comprensione" che non sia lo sfogo del sentimento che irrompe e  cattura l'attenzione alle cose; distrae e fa perdere il controllo di sè, con tutti gli effetti gravi che trascina...
Una fonte interessantissima di queste conoscenze ci deriva dal lavoro del Collega americano Daniel Golemann con il suo bel libro "Intelligenza emotiva", con il grande contributo della ricerca di discipline quali la Psicologia Sociale, Psicologia dell'Infanzia, delle Neuroscienze.

Riconoscere le emozioni ed i propri sentimenti, dispone all'auto-consapevolezza dalla quale si passa poi verso l'empatia. L'empatia deve essere considerata come chiave di accesso alle buone relazioni con gli altri;l'auto-empatia quella con se stessi.
 Questa chiave di accesso alla sintonia emotiva con se stessi e con gli altri, è presente nei bambini sin dai primi mesi di vita: è solo un inizio di questa capacità emozionale che venne definita dal suo primo studioso Titchner, negli anni 20, come "mimetismo motorio", per il quale essi sanno imitare la sofferenza altrui. Dai due anni e mezzo, invece, diventano capaci di sentire empatia ( empatheia dal greco è "sentire dentro"): la parola venne utilizzata dai filosofi estetici, che la riferivano alla capacità di percepire l'esperienza soggettiva altrui. L'empatia scaturisce dall'imitazione della sofferenza altrui, che poi mette in grado di sentire i sentimenti imitati. A due anni e mezzo il bambino riesce a distinguere tra il dolore altrui ed il proprio, riuscendo, poi, a dare conforto agli altri. 

Questa abilità viene preparata, o anche allenata, attraverso la sintonizzazione. Grazie alla lunga osservazione delle interazioni e sequenze tra bambini e madri/genitori, è stato possibile scoprire come sia presente una vita emotiva basata su scambi ed interazioni che sono detti "sintonizzazione": attraverso l'interazione e gli scambi di sguardi, madre e padre comunicano al figlio che percepiscono i suoi sentimenti. Sintonizzarsi non è semplicemente imitare, quanto cogliere e rispondere al movimento emozionale del piccolo, facendolo sentire compreso.

Ciò lo porterebbe così a sviluppare una scala emozionale, una gradazione di stati emotivi, per  la quale egli stesso imitando successivamente, e ben presto, le emozioni e sentimenti altrui, di grandi o piccoli, sarebbe poi in grado di sentire le emozioni. Nell'osservazione veniva richiesto alla madre di aumentare la ricerca di queste interazioni: ebbene, questo aumento, un eccesso dunque, esattamente come una interazione diminuita, comportava nel bambino una perdita di questa gamma emozionale, verso una trascuratezza emozionale. Sino a condurlo ad evitare di provarle, perciò a disintonizzarsi con se stesso. Da queste ricerche sappiamo, dunque, l'utilità nel perseguire programmi per lo sviluppo di queste aree emozionali, che non sono semplicemente investimenti sociali, ma la più profonda ricchezza e salute/benessere di un sistema sociale. 

L'esperienza che i colleghi americani ci trasmettono, unitamente ai risultati di studi multidisciplinari ed internazionali realizzati alla luce dell' attuale conoscenza raggiunta, devono diventare un modello praticabile per gli enormi guadagni e vantaggi del sistema sociale. Sappiamo che le emozioni si possono sia apprendere, sia ri-apprendere. E' questo il passo da seguire, ed anche che esso venga poi integrato puntando sulla prevenzione nelle scuole. E' ben noto che già dalla scuola dell'infanzia e poi elementare,l'aggressività o la timidezza sono già segni di un' area emozionale carente. I primi 4 anni di vita, secondo i dati che la ricerca ci trasmette, da quella delle Neuroscienze, a quella di Psicologia dell’infanzia e sociale, sono anni determinanti del futuro sviluppo emozionale: gli studi applicati ai programmi scolastici sottolineano il "ruolo dell'intelligenza emotiva" in quanto" meta-abilità": attraverso essa siamo in grado di sviluppare tutte le altre capacità mentali potenziali. Il periodo dell'infanzia è il tempo in cui si determina lo sviluppo delle emozioni, il periodo di tirocinio sociale del bambino: perché non impegnarsi a favorirlo con tutte le azioni praticabili e possibili?

Perchè no?

Dalla Vostra AnnamariA


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Che emozioni e riflessioniTi fa provare? Lasciami un Tuo commento. 
La Vostra AnnamariA



 




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