RIFLESSI DI PSICOLOGIA QUOTIDIANA
Una nuova economia che si basi sulla fiducia o ritornare ad avere fiducia in una economia "umana sociale"?
Cari Amici,
Stamane sentivo un tema radiofonico che riportava di un libro scritto da un economista che parla di "economia olistica" in riferimento ad una nuova economia possibile che ci salverà dai disastri provocati da quella attuale. L'autore sostiene un approccio economico che si basi sui rapporti umani e sull'uomo sociale: l'unico uomo possibile rispetto all'homo economicus che sempre più ha spinto verso un individuo ormai "fuori" dal sistema.
In sostanza l'autore parte dalla Teoria dei giochi proposta da Albert Tucher, matematico, che nel 1950 propose il dilemma dei prigionieri, appunto per spiegare la teoria.
Il dilemma dei prigionieri, tuttavia è stato ampiamente utilizzato nella psicologia di approccio costruttivista. In particolare, Paul Watzlawick nel 1976 così lo presentò in versione originale:
IL DILEMMA NOTO COME:
«IL DILEMMA DEI PRIGIONIERI»
Le
prove sono insufficienti per portare il caso davanti al tribunale.
Egli
fa portare perciò i due uomini in due celle separate, in modo che non possano
comunicare in alcun modo, e spiega a ognuno di loro, separatamente, che per
farli condannare ha bisogno di una confessione.
Se
nessuno dei due confessa, può accusarli soltanto del possesso illegale di armi
da fuoco, un'imputazione che comporta sei mesi di reclusione.
Se
entrambi confessano, riceveranno la condanna minima prevista per la rapina a
mano armata, cioè due anni.
Tuttavia,
se a confessare è soltanto uno dei due, questi sarà considerato testimone di
Stato e verrà liberato, mentre l'altro riceverà vent'anni, il massimo della
pena prevista dalla legge. In queste circostanze insolite cosa possono fare i
due indiziati?
La
risposta sembra semplice: dal momento che sei mesi di prigione sono senz' altro
il male minore in paragone ai due anni -per non parlare dei venti -la logica
detta loro di non confessare.
Ma
giunti a questa conclusione... nella solitudine delle loro celle separate sorge
nella loro mente un dubbio: "E se il mio compagno che certamente capirà cosa
sto pensando, approfitta della situazione e confessa? "
Da questo dubbio che avanza...
Voi che cosa fareste se foste in quella cella? Come rispondereste al "dubbio che avanza"?
Volete provare a rispondervi e a rispondermi?
Vi aspetto domani, quando andremo a sentire le vostre risposte, che potrete inviarmi sottoforma di commento.
La vostra AnnamariA
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